Ogni anno, il 15 marzo, il mondo celebra la Giornata Mondiale del Sonno, un’occasione speciale per riflettere sull’importanza cruciale del sonno per la salute e il benessere. In questa giornata, rivolgiamo l’attenzione sui disturbi del sonno e sulla necessità di promuovere la consapevolezza riguardo alle pratiche che possono migliorare la qualità del riposo notturno.
Tra le patologie più ricercate sulla piattaforma di MioDottore, i disturbi del sonno hanno scalato la classifica delle ricerche più frequenti dell’ultimo triennio. Il viaggio verso una maggiore comprensione di questo ambito e il suo impatto sulla vita delle persone è complesso e richiede un approfondimento dei vari fattori che contribuiscono alla loro insorgenza e persistenza. Nella pratica clinica, i disturbi del sonno più frequenti sono l’insonnia e la sindrome delle apnee ostruttive del sonno. Circa il 30% dei casi in età adulta appartiene alla prima categoria, con un’incidenza che raggiunge il 6% per quelli diagnosticati in forma cronica. Le cause possono essere varie che includono fattori genetici, psicologici, comportamentali ed ambientali. Invece, per coloro che soffrono di apnee notturne, la prevalenza nelle forme medio-gravi è stimata intorno al 27% della popolazione adulta italiana, ma solo una minoranza riceve una diagnosi accurata e un trattamento adeguato. Sovrappeso e obesità sono stati individuati tra le cause principali dell’interruzione temporanea della respirazione.
L’età è una discriminante significativa nella predisposizione ai disturbi del sonno. L’insonnia tende ad aumentare con l’andare degli anni e ha un’incidenza maggiore nelle donne, specialmente in condizioni di basso status socioeconomico o durante la menopausa. Il fenomeno delle apnee notturne è invece più comune nel genere maschile, il rapporto uomo/donna è di 3:1. In età pediatrica, la prevalenza dei disturbi respiratori varia tra lo 0,69% e il 5,7% in base alle differenti casistiche e sono influenzati da fattori come l’obesità e l’ipertrofia adenotonsillare e in minor misura, da anomalie cranio-facciali e malattie neuromuscolari. Questi dati sottolineano l’importanza di approcci di trattamento personalizzati e attenti alle esigenze specifiche legate all’età e al genere dei pazienti per migliorare la qualità del sonno e il benessere generale.
La diagnosi di un disturbo del sonno inizia spesso con la polisonnografia notturna, un esame che monitora vari parametri vitali durante il sonno. Questo test, che può essere effettuato a casa o in centri specializzati in base alla complessità, aiuta a identificare la natura specifica del disturbo del sonno, consentendo così di orientarsi verso la terapia più adeguata. Ovviamente, prima di procedere con qualsiasi esame, è fondamentale una valutazione clinica dettagliata da parte di uno specialista. Farmaci o cure alternative? La scelta del trattamento più adatto per affrontare questo problema varia a seconda del paziente, dal tipo di disturbo, della storia clinica e delle preferenze individuali. Mentre in alcuni casi può essere opportuno ricorrere a trattamenti farmacologici, in altri si può optare per soluzioni non farmacologiche o per un approccio combinato. Tra le alternative non farmacologiche, spicca la terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia, un percorso psicoterapico breve ed efficace che mira a modificare quelle abitudini e quei pensieri che ostacolano il sonno. Attraverso tecniche di rilassamento, controllo degli stimoli e psicoeducazione specifica, la CBT-i si pone come un trattamento di prima linea per chi soffre di insonnia, offrendo strumenti concreti per migliorare la qualità del sonno.
La privazione parziale cronica del sonno, correlata a molteplici disturbi del sonno come l’insonnia o l’OSAS, ha un impatto duraturo sulla qualità della vita percepita e sulla salute. Questo si manifesta non solo attraverso l’eccessiva sonnolenza diurna, ma anche con una diminuzione complessiva delle capacità cognitive e la potenziale comparsa di disturbi dell’umore. Inoltre, il legame tra apnee notturne e un aumento del rischio cardiovascolare e cerebrovascolare è ampiamente riconosciuto da tempo. “La carenza di riposo derivante da questi disturbi comporta un costo biologico complessivo significativo. La noncuranza di questi sintomi porta ad alterazioni dell’equilibrio endocrino, metabolico e immunitario, contribuendo così all’incremento del rischio a carico del sistema circolatorio e una compromissione della resistenza alle infezioni. La comprensione di questi effetti a lungo termine sottolinea l’importanza di affrontare e trattare adeguatamente i disturbi del sonno per preservare la salute complessiva” sottolinea il Dott. Andrea Grassi, neurologo di Sonnomedica, specializzato in Medicina del Sonno.
Qualità del sonno e sicurezza dell’individuo sono intimamente connessi. Ad esempio, la privazione del sonno e l’insorgenza conseguente della sonnolenza acuta compromettono notevolmente la concentrazione e i tempi di reazione, aumentando così il rischio di incidenti stradali. “Secondo la Direttiva UE, i disturbi del sonno vengono riconosciuti come una delle cause principali di incidenti alla guida. La direttiva richiede che, per il rilascio o il rinnovo della patente di guida, si verifichi l’assenza di disturbi del sonno attraverso esami diagnostici specifici e che, in caso di diagnosi, si seguano terapie appropriate con controlli regolari” puntualizza il Dott. Grassi. Anche nei luoghi di lavoro, soprattutto in settori ad alto rischio come la produzione e i trasporti, la mancanza di sonno può ridurre la vigilanza e l’attenzione, incrementando il pericolo di infortuni. Infine, la carenza di sonno può avere un effetto negativo anche sulle relazioni sociali, provocando un aumento dei conflitti e delle tensioni interpersonali che, a loro volta, possono compromettere la sicurezza emotiva e psicologica degli individui coinvolti.
La questione di come una scarsa qualità del sonno possa impattare le performance quotidiane di un individuo, sia a livello cognitivo che fisico, è sempre più riconosciuta come un aspetto cruciale. Questa consapevolezza si riflette anche nell’attenzione dedicata dagli atleti professionisti, che comprendono l’importanza sia della quantità sia della qualità del sonno per ottimizzare le proprie prestazioni. Una carenza di sonno può manifestarsi in diversi modi. In termini cognitivi, la mancanza di sonno può portare a una ridotta concentrazione e attenzione, rendendo difficile mantenere il focus su compiti specifici. La memoria risulta compromessa, poiché il sonno è fondamentale per il consolidamento delle informazioni. Le difficoltà decisionali possono emergere a causa di una mancanza di sonno, influenzando il pensiero critico e la capacità di prendere decisioni informate. Dal punto di vista emotivo, la privazione del sonno può contribuire a irritabilità, sbalzi d’umore e una maggiore reattività emotiva. A livello di salute mentale, una cattiva qualità del sonno è associata a un aumento del rischio di sviluppare ansia e depressione. Sul versante fisico, la mancanza di sonno può generare fatica e mancanza di energia, limitando la disponibilità di risorse per le attività quotidiane. La coordinazione e la capacità motoria possono essere influenzate negativamente dalla scarsa qualità del sonno. Nel contesto lavorativo, una cattiva qualità del sonno è associata a una diminuzione delle prestazioni, con conseguenze negative sul rendimento complessivo. A tal proposito un cambiamento significativo sta emergendo a livello internazionale nelle politiche aziendali, con un crescente riconoscimento del ruolo fondamentale che il sonno e il riposo dei lavoratori giocano sulle loro prestazioni lavorative. Le imprese stanno adottando strategie innovative per potenziare l’efficienza dei loro impiegati. Una pratica che sta guadagnando popolarità tra le compagnie all’avanguardia riguarda l’introduzione delle nap room, ovvero spazi dedicati al riposo, dove i dipendenti possono concedersi brevi pisolini di 30-40 minuti. Queste pause sono finalizzate a migliorare la funzionalità cognitiva e l’efficacia lavorativa del personale, dimostrando che, in ambito professionale, “chi dorme non perde tempo, anzi guadagna in produttività”
I centri di medicina del sonno dispongono di nuovi e migliori strumenti per diagnosticare, curare i disturbi e migliorare la vita delle persone anche se non tutto quanto desiderabile è ancora possibile, ma sono in arrivo nuovi ed interessanti rimedi come le Digital Therapeutics che rappresentano un settore in crescita nel panorama della tecnologia sanitaria, impiegando software, applicazioni e altre soluzioni digitali per affrontare, gestire o prevenire condizioni mediche. Nel trattamento dei disturbi del sonno apre diverse opportunità nel migliorare l’approccio terapeutico a tali problematiche fornendo interventi basati su evidenze scientifiche.
Anche se al momento non ancora disponibili in Italia ma presenti in diversi paesi europei, vediamo alcuni esempi di come le Digital Therapeutics possono essere particolarmente utili nel contesto dei disturbi del sonno. La terapia cognitivo-comportamentale per l’Insonnia diventa accessibile attraverso applicazioni digitali, che offrono programmi strutturati basati su questo approccio non farmacologico altamente efficace per gestire questi disturbi. Questi programmi comprendono esercizi di ristrutturazione cognitiva, tecniche di rilassamento e strategie per la gestione degli stimoli, fornendo agli utenti un sostegno strutturato e personalizzato. Il monitoraggio continuo del sonno è facilitato dalle DTx attraverso l’integrazione di funzionalità di monitoraggio continuo tramite dispositivi indossabili o altri sensori. Questi dati forniscono una visione dettagliata dei pattern di sonno nel tempo, consentendo di adattare l’intervento terapeutico in modo personalizzato in base all’evoluzione delle esigenze del paziente. Grazie a queste applicazioni digitali l’educazione sul sonno assume un ruolo chiave fornendo materiali educativi interattivi sulla salute del sonno. Queste risorse spiegano l’importanza di abitudini sane, offrono consigli pratici e promuovono stili di vita che favoriscono un sonno migliore, contribuendo a una maggiore consapevolezza in materia. Infine, in alcune DTx sono integrate le funzionalità di biofeedback e il relaxation training che offrono tecniche personalizzate per aiutare le persone a gestire lo stress e migliorare la qualità del sonno. Questi strumenti sono adattati alle esigenze individuali degli utenti, contribuendo a un approccio terapeutico più mirato. Infine, il grande supporto può arrivare da programmi di gestione dello stress e dell’ansia specificatamente rivolti a coloro che sperimentano problemi di sonno legati a questi fattori. Contribuendo indirettamente a migliorare la qualità del sonno e la salute mentale complessiva, l’approccio digitale si configura come un prezioso alleato nella gestione dei disturbi del sonno.
Nell’ambito della medicina del sonno, la pratica clinica si sta muovendo verso un approccio sempre più tailor made, dunque personalizzato e incentrato sul singolo paziente. La multidisciplinarietà rappresenta un altro aspetto decisivo, essendo il sonno un processo multilivello in cui più sistemi vengono coinvolti. “Nella gestione delle patologie ipniche, sono spesso necessari più specialisti che mettano in campo competenze differenti per curare al meglio il sonno del paziente nella sua interezza, quali neurologi, otorinolaringoiatri, pneumologi, odontoiatri, psicoterapeuti, tutti con specifica specializzazione nella medicina del sonno“ puntualizza il Dott. Grassi, “Negli ultimi anni abbiamo riscontrato, un aumento dell’interesse riguardo l’importanza del sonno per la salute generale ma, specie nel nostro paese, la consapevolezza dei pazienti riguardo ai danni causati dai disturbi del sonno a lungo termine e la conoscenza delle possibilità e necessità di migliorare il sonno sono ancora lontane dai livelli di altri paesi simili al nostro”.