Saranno presto utilizzate nei reparti Covid dell’ASL di Vercelli le maschere da snorkeling trasformate in respiratori polmonari, estremamente importanti in questo periodo per il trattamento dei pazienti colpiti dal Covid 19. In sette giorni un’idea che si è trasformata subito in azione con una grande sinergia tra tecnici, medici e istituzioni e che ha visto in prima linea, nel fare da trade union, anche il presidente della commissione regionale sanità Alessandro Stecco. In questi giorni la maschera, di solito usata per motivi di svago da grandi e piccini, è stata sperimentata sul campo da chi la utilizzerà con lo scopo di farne un ausilio salva vita. Negli ultimi giorni, dunque, grazie al supporto del prof. Marco Crosa e dei suoi studenti, del Liceo Scientifico Amedeo Avogadro di Vercelli, il dott. Silvio Borrè, direttore delle malattie infettive e il dott. Carlo Olivieri, primario del reparto di Rianimazione, hanno potuto testare la maschera verificandone l’efficacia. Il raccordo applicato alla maschera Easybreath Decathlon è idoneo a permettere il collegamento ai circuiti necessari per effettuare ventilazione CPAP ai pazienti. Un oggetto che potrà quindi essere utilizzato come interfaccia qualora non si avessero più a disposizione quelle normalmente in uso. Il Presidente della Commissione Sanità Alessandro Stecco ha dichiarato: “Ringrazio il Prof. Crosa e i suoi studenti, che grazie all’Assessore Evangelisti mi hanno contattato già con un modello pronto per i primi test, poi adattato con i consigli tecnici degli ottimi dottori Borrè e Olivieri che nelle loro poche pause notturne della loro attività ormai h24 hanno fatto la sperimentazione”. Prosegue Stecco: “Grazie all’attenzione prestata dalla direzione generale dell’ASL, ci siamo confrontati in più riunioni anche con la direzione generale di Brescia, perché servivano degli accorgimenti ulteriori per ottenere il risultato. Ho prontamente tenuto informato l’Assessore all’Innovazione Matteo Marnati che espanderà su tutto il territorio piemontese il metodo di messa a punto della maschera e del raccordo”. “La valvola – spiega il Prof. Marco Crosa – è quella di Isinnova, un’azienda di Brescia che ha brevettato il disegno e lo ha reso disponibile gratuitamente, cosa che ho scoperto per caso su internet lanciando subito la sfida agli studenti. Lo abbiamo poi modificato in base ai riscontri del dott. Borrė e del dott. Olivieri seguendo le specifiche degli impianti dell’Ospedale S.Andrea di Vercelli. Le valvole sono state realizzate a casa di alcuni studenti. In prima linea in questo progetto Tommaso Poma, ex alunno diplomatosi lo scorso anno e Francesco Caccavo, alunno della attuale 4C di Scienze Applicate, che si sono particolarmente impegnati su questo progetto, con tutte le difficoltà del lavoro a distanza visto che la scuola è chiusa, in collaborazione con altri studenti che partecipano ai progetti di robotica della scuola”. Di certo un’arma in più che in questa situazione di emergenza si rileva funzionale e preziosa, soprattutto se con grandi numeri di pazienti dovessero scarseggiare in futuro i caschi tradizionali.