Presso l’unità operativa di Neurochirurgia del Belcolle di Viterbo, diretta da Riccardo Antonio Ricciuti, nei giorni scorsi è stato impiantato un sistema innovativo di elettrocateteri direzionali per la stimolazione cerebrale profonda a un malato di Parkinson proveniente da fuori provincia. La struttura viterbese è tra i primi centri in Italia e la prima nel Lazio a introdurre tale tecnologia nella pratica clinica.
L’introduzione di questo nuovo sistema, che non modifica la tecnica chirurgica, già utilizzata a Belcolle dal 2018, è stata possibile grazie a un continuo confronto tra i clinici e l’apparato amministrativo dell’azienda sanitaria locale, in particolare l’E-procurement, che conferma la propria sensibilità verso i professionisti, con lo scopo di consentire l’erogazione di tecnologie di ultima generazione ai pazienti.
Il sistema di elettrocateteri direzionali, utilizzato presso la Asl di Viterbo per la gestione della malattia di Parkinson, è destinato ad essere utilizzato per la terapia di stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain Stimulation, DBS).
“La stimolazione direzionale – commenta Riccardo Antonio Ricciuti -, che consente di personalizzare la terapia e fornire dati individuali e specifici del paziente, grazie alla funzione di rilevamento dei segnali cerebrali, è la caratteristica innovativa che contraddistingue questo nuovo elettrocatetere direzionale che può essere, inoltre, utilizzato insieme a un nuovo neurostimolatore, anch’esso innovativo, introdotto sul mercato lo scorso anno. Il neurostimolatore è un dispositivo di piccole dimensioni, simile a un pacemaker, che invia all’area del cervello, correlata con i sintomi del Parkinson, dei segnali elettrici attraverso fili estremamente sottili, gli elettrocateteri appunto. Tale sistema migliora il rilevamento dei segnali elettrici che si generano nel cervello, i quali possono essere correlati ai sintomi del Parkinson, i Local Field Potentia, offrendo quindi una stimolazione direzionale, tagliata sulle caratteristiche della malattia presentata dal paziente, oltre a disporre di funzionalità di programmazione aggiuntive per personalizzare la terapia dei pazienti stessi”.
La stimolazione cerebrale profonda è efficace nel controllo del tremore essenziale, della distonia e dei sintomi della malattia di Parkinson che non possono essere controllati in maniera adeguata tramite terapia farmacologica. Inoltre, questo sistema sarà prezioso nell’immediato futuro anche per i pazienti che presentano particolari forme di epilessia.
“Il dispositivo sviluppato – conclude Ricciuti – vanta quindi due innovazioni importanti: la capacità di direzionare gli impulsi elettrici con molta precisione e la capacità di modulare la stimolazione sulla base del bisogno, grazie al monitoraggio dell’attività cerebrale”.