Partirà ad ottobre 2020 il progetto Re.Po.RT. che approfondirà in maniera scientifica la capacità del cervello di rispondere alla riabilitazione dopo un Ictus, evento patologico che colpisce in Italia circa 200mila persone ogni anno, 10mila solo in Toscana.
L’Azienda Usl Toscana Sud Est è in prima linea, non solo negli interventi a favore delle persone colpite da Ictus, ma anche nella ricerca scientifica legata a questa patologia.
Grazie ad un apposito finanziamento della Regione Toscana, nell’ambito della progettualità del Bando Ricerca Salute 2018 la USL Toscana Sud Est ha elaborato questa ricerca, della quale è capofila, ed ha attivato una collaborazione tra diverse strutture toscane come l’Università degli Studi di Siena, l’Azienda Ospedaliera Pisana, la Clinica di Riabilitazione Toscana e l’IMT di Lucca. Di grande livello anche la collaborazione avviata su questo progetto con il Dipartimento di Riabilitazione Neuropsicologica dell’Università di Manchester.
Il Responsabile scientifico del progetto è il Dott. Mauro Mancuso (nella foto), Direttore della struttura complessa di Recupero e Rieducazione Funzionale dell’Area Grossetana, nonché Direttore del Centro Ricerche CRT dell’Ospedale La Gruccia di Montevarchi.
A partire da ottobre saranno oltre 250 i pazienti seguiti da questo studio che durerà tre anni durante i quali si cercherà di capire il ruolo giocato dalla componente genetica di ognuno nel rispondere alla stimolazione riabilitativa. Una delle sfide più importanti della moderna medicina riabilitativa infatti, è la capacità di prevedere l’esito degli interventi riabilitativi correlato alla capacità di recupero funzionale di uno specifico paziente al fine di predisporre progetti riabilitativi specifici e personalizzati. Il Progetto RE.PO.R.T. si pone l’obiettivo proprio di studiare approfonditamente questi temi partendo dall’evidenza he alcuni studi basati su modelli umani hanno osservato che variabili correlabili sia all’ambiente sia al corredo genetico individuale potrebbero avere un’influenza significativa sui processi di recupero.
Lo scopo del progetto REPORT è quello di studiare la relazione tra alcuni polimorfismi genetici già individuati per alcune patologie come la demenza e il trauma cranico, e la capacità del cervello di rispondere alla stimolazione riabilitativa in soggetti con ictus promuovendo un nuovo approccio della riabilitazione neurologica inquadrabile come riabilitazione di precisione.
Il presupposto di base infatti è che la capacità di recupero di un soggetto con ictus dipenda almeno in parte dalla possibilità di apprendere nuove informazioni, esattamente come quando si impara ad andare in bicicletta o a guidare la macchina. L’esercizio proposto durante la riabilitazione rappresenta infatti lo stimolo principale per modellare il cervello delle persone dopo una lesione cerebrale, e questa capacità di reagire allo stimolo riabilitativo è correlata alle specifiche sequenze genetiche, studiabili con un semplice esame del sangue.
La conoscenza di questa predisposizione genetica consentirà agli specialisti della riabilitazione di programmare interventi riabilitativi sempre più specifici per le persone che hanno bisogno di recuperare l’autonomia, considerando che in presenza di particolari assetti genetici, potrebbero rendersi necessari trattamenti più personalizzati e più intensivi. Il progetto ha avuto il plauso della Prof.ssa Nicoletta Reale, presidente nazionale di Alice, la Federazione delle Associazioni per la lotta all’Ictus Cerebrale in Italia.