Lo studio “GASS” predice le conseguenze gravi del Covid
La collaborazione fra ricercatori dell’Università di Ferrara e delle due Aziende Sanitarie ferraresi ha permesso di realizzare uno studio per lo sviluppo di uno strumento capace di predire le conseguenze più temibili dell’infezione da SARS-COV-2 a distanza di 30 giorni dal ricovero ospedaliero.
Lo strumento, denominato GASS, è stato messo a punto grazie all’analisi dei dati clinici dei primi 499 pazienti ospedalizzati nelle strutture della provincia di Ferrara, con diagnosi di COVID-19. Tali analisi hanno dimostrato una stretta associazione tra il rischio di morte da COVID-19 e alcune caratteristiche dei pazienti: età avanzata, sesso maschile, segni di alterazione della funzione renale, cardiaca e respiratoria, variazione del numero di cellule del sistema immunitario.
Successivamente i ricercatori hanno calcolato il valore del GASS anche di tutti i nuovi pazienti ricoverati per cui erano disponibili le informazioni necessarie, circa 250, selezionati durante la seconda ondata pandemica, da settembre 2020 in poi. Questo ulteriore data set ha confermato la capacità dello studio di identificare i pazienti a rischio di morte.
Lo sviluppo del GASS score è frutto della collaborazione costante tra attività clinica ospedaliera e ricerca scientifica accademica effettuata da professionisti grazie al coordinamento della prof.ssa Angelina Passaro (nella foto), Professore Associato di Medicina Interna presso l’Università di Ferrara. Sono stati coinvolti i reparti maggiormente impegnati nella lotta alla pandemia: Medicina Interna dell’Ospedale di Cona, Chirurgia Generale, Medicina Interna e la Terapia Intensiva dell’Ospedale del Delta, con la collaborazione di un ricercatore del Max Plank Institute di Tübingen in Germania.
Il GASS score potrebbe rappresentare un utile strumento di screening della popolazione al momento della diagnosi di COVID-19, al fine di una migliore allocazione delle risorse a disposizione e di una più accurata stima del rischio di prognosi infausta dei pazienti coinvolti.
I risultati dello score sono disponibili online grazie al contributo del prof. Stefano Riguzzi del Dipartimento di Matematica e Informatica Unife. La ricerca è stata pubblicata su testo edito dalla Springer, intitolato “Understanding COVID-19: The Role of Computational Intelligence”.
“La ricerca di qualità, missione istituzionale dell’Ateneo – mette in evidenza la prof.ssa Passaro – è anche obiettivo delle nostre Aziende Sanitarie e della Regione Emilia-Romagna. Negli ospedali dove si fa ricerca, si cura meglio”.