Lami lancia CHECK SINTOMI
CHECK SINTOMI è il nuovo software proprietario di Lami che aiuta le persone a prendere le giuste decisioni sulla loro salute, attraverso un mix di tecnologia e attendibilità scientifica.
Siamo all’inizio di una nuova fase per la sanità, dopo due anni in cui è emersa in maniera sempre più evidente la necessità di una revisione del sistema. Carenza del personale, sistemi di comunicazione obsoleti e territorialmente poco omogenei, iter burocratici lunghi e complicati: per quanto si possa affermare, fiduciosamente a posteriori, che l’intera struttura abbia tenuto nonostante le difficoltà incontrate, la frattura che si è venuta a creare può diventare terreno fertile per attuare una vera e propria rivoluzione copernicana.
“Bisogna ripensare il nostro sistema sanitario, partendo da un concetto semplice eppure trascurato:” spiega Davide Barenghi, CEO di Lami “al centro non deve esserci soltanto la figura del medico, sulle cui spalle viene caricato tutto il peso della cura, ma deve essere progettato e costruito un ecosistema efficiente e sostenibile che sia in grado di rendere i pazienti attivi e consapevoli.”
Secondo quanto emerge dall’Outlook Salute Italia 2022 di Deloitte, gli italiani valutano nel complesso il comparto sanità in maniera positiva ma il 43% ritiene che nell’ultimo anno l’offerta pubblica sia peggiorata. E non è una sorpresa, visti i dati sull’assistenza primaria pubblicati alla fine dello scorso anno da Il Sole 24Ore, in cui emerge che nel 2021 un milione e mezzo di italiani non aveva un medico di base. Un comparto quello della medicina generale già carente, che ha perso tra il 2013 e il 2019 3mila medici di famiglia e che vedrà entro il 2027 il pensionamento di altre 35.000 risorse.
Se i momenti di crisi possono aiutare i cambiamenti, la pandemia ha accelerato il processo di adozione di strumenti digitali il cui utilizzo è ancora tutt’oggi diffuso.
Secondo quanto emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Sanità Digitale la comunicazione tra operatore sanitario e paziente ha visto sempre più l’adozione di app di messaggistica: il 79% dei Medici di Medicina Generale e il 73% degli specialisti utilizza questi strumenti, apprezzati soprattutto per la rapidità e la semplicità d’uso.
Altro dato da sottolineare è come anche le televisite, ampiamente utilizzate durante i primi periodi dell’emergenza sanitaria, siano state impiegate anche nell’ultimo anno: il 20% dei MMG e il 26% dei medici specialisti ne ha fatto ricorso.
Se da un lato ciò rappresenta sicuramente un cambiamento significativo rispetto al passato, dall’altro bisogna evidenziare come le potenzialità di tali strumenti siano ancora molto sottostimate. Inoltre si pone un problema di sicurezza, nel momento in cui vengono utilizzati canali di comunicazione e app non “ufficiali”.
“La telemedicina e gli strumenti digitali non devono essere visti come una soluzione ad una situazione di crisi come quella che abbiamo vissuto” continua Tommaso de Mojana, COO di Lami “ma piuttosto come una grande opportunità da sfruttare, tenendo sempre presente che è necessario garantire equità, accessibilità e sicurezza a tutti i cittadini”.
Fin dalla sua fondazione, alla fine del 2020, Lami ha offerto servizi sanitari che potessero rispondere alla domanda, da parte dei cittadini spesso lasciati senza alcuna guida e alcuna indicazione, di un’assistenza più veloce ma affidabile.
In quest’ottica è stato sviluppato Check Sintomi, software di triage che si propone di guidare le persone nel loro percorso di cura. Il funzionamento è molto semplice: il paziente inserisce un sintomo, risponde alle domande elaborate dall’algoritmo e il tool identifica la possibile patologia, fornendo informazioni e indicazioni su come comportarsi. Check Sintomi individua cinque percorsi di cura personalizzati: Necessità di mettersi in contatto il 118 attraverso una chiamata diretta; Necessità di recarsi presso un Pronto Soccorso con la geolocalizzazione del presidio più vicino; Possibilità di effettuare una visita in presenza; Possibilità di effettuare una televisita; Possibilità di curarsi a casa con indicazioni sui comportamenti da tenere e sui farmaci da banco/integratori da assumere.
Il software è sviluppato sulla base del protocollo medico americano Schmitt Thompson: le linee guida contengono 2.000 sintomi e 4.000 condizioni cliniche, verificate e aggiornate annualmente sulla base delle evidenze scientifiche raccolte in numerose strutture sanitarie in tutto il mondo. Il protocollo è poi validato dal Comitato Scientifico di Lami, composto da un’equipe medica multidisciplinare guidata dal Dottor Marco Baroni, specialista in malattie dell’apparato respiratorio e medicina interna.
Diversi sono i punti di forza del sistema: l’individuazione in maniera puntuale, sulla base del protocollo scientifico, dei casi clinici telemedicine eligible, ovvero da poter trattare attraverso la telemedicina; la possibilità di prenotare videovisite, su tutto il territorio, e visite a domicilio, nelle città di Milano e Roma, attraverso il nostro portale; l’integrabilità di moduli di piattaforme di terzi per la prenotazione di servizi ed e-commerce per la vendita di farmaci da banco e integratori.
Tutto il sistema può contare su una tecnologia crittografica: i dati sono raccolti e trattati nel rispetto delle leggi vigenti in materia di privacy.
Prima di Check Sintomi, Lami ha rilasciato nel mese di marzo Lami-X, assistente virtuale che permette di definire check-up personalizzati sulla base di una semplice interazione. Il tool è stato utilizzato da migliaia di utenti, confermando così il bisogno diffuso di un approccio alla salute non solo agevole ma anche veloce e di strumenti che aiutino a fare prevenzione.
“Il symptomchecker è un prodotto in fieri,” continua Davide Barenghi “questo non significa che sia incompleto o inefficace, è piuttosto il primo step di un percorso in costruzione che tenga conto delle necessità dei cittadini. Ascoltare, interpretare e agire è il nostro modus operandi.
C’è un problema che va risolto: il primo anello di congiunzione tra il cittadino e il sistema sanitario, l’assistenza primaria, è in forte difficoltà. Siamo convinti che un aiuto possa provenire dall’automatizzazione di alcuni processi e, visto il fermento del settore digitale sanitario, non posso dire che siamo gli unici. Non abbiamo la presunzione di risolvere la situazione da soli, possiamo però dare il nostro contributo ad un processo di cui benefici l’intero sistema”.