La terapia fotodinamica è una metodica non invasiva utilizzata per il trattamento di carcinomi cutanei o di forme precancerose, come le cheratosi attiniche, alcune forme di carcinoma basocellulare e la malattia di Bowen, e si basa sull’utilizzo di una sostanza che, posta sotto una specifica fonte luminosa, si attiva provocando la morte delle cellule tumorali bersaglio. Complessivamente questi tumori colpiscono ogni anno più di 1 milione di italiani. Tra le sostanze fotosensibilizzanti, il metil-aminolevulinato può essere utilizzato sfruttando come fonte di irradiazione sia una lampada a luce rossa, usata in Italia da oltre 10 anni, sia oggi, la luce solare.
La terapia fotodinamica che presenta notevoli vantaggi per il paziente, tra cui la più bassa frequenza e più lieve intensità degli effetti collaterali rispetto alla convenzionale, sarà oggetto di aggiornamento in occasione del congresso della SIDeMaST, Società Italiana di Dermatologia e delle Malattie Sessualmente Trasmesse, “Presente e futuro della terapia fotodinamica”, a Brescia il 5 e 6 ottobre, con il contributo non condizionato di Galderma.
«Una classica applicazione della terapia fotodinamica – spiega Piergiacomo Calzavara Pinton, Presidente SIDeMaST – è il trattamento delle cheratosi attiniche. Una crema contenente metil-aminolevulinato, che viene trasformato dalle cellule tumorali in protoporfirina IX, si attiva quando viene irradiata dalla luce, lampada a raggi rossi o sole, e provoca l’apoptosi delle cellule tumorali e quindi la regressione delle lesioni trattate. I dati di incidenza delle cheratosi attiniche nella popolazione italiana sono scarsi, ma si può osservare che è più alta negli uomini ed aumenta con l’aumentare dell’età. Considerato che tali lesioni sono strettamente dipendenti dall’esposizione solare, chi passa molto tempo all’aria aperta per motivi professionali, ad esempio, vigili, lavoratori edili, giardinieri, bagnini, o chi pratica sport all’aria aperta è da considerarsi un soggetto a maggior rischio. Le cheratosi attiniche sono classificate come tumori della pelle e per questo il trattamento tempestivo sia delle lesioni sia nelle zone circostanti, il cosiddetto campo di cancerizzazione, è importante per evitarne la progressione in forme tumorali più invasive. Esistono diversi trattamenti per eliminare le cheratosi attiniche, quali terapie ablative, trattamenti farmacologici topici e la terapia fotodinamica. Le terapie ablative consentono di trattare solo le lesioni visibili, mentre gli altri due approcci consentono di trattare anche la cute circostante, prevenendo l’insorgenza di nuove lesioni o di recidive. Di recente, oltre alla terapia fotodinamica convenzionale è disponibile anche la terapia fotodinamica in daylight, che offre un’efficacia simile nel trattamento delle cheratosi, ma con maggiori vantaggi. La terapia fotodinamica in daylight consente una migliore esperienza di trattamento, secondo quanto dichiarato da chi l’ha già provata. Le sessioni risultano infatti più brevi, il dolore associato al trattamento è quasi assente o lieve e ha minori effetti collaterali rispetto alla terapia convenzionale, con una maggiore soddisfazione e aderenza al trattamento».
Oltre all’ambito oncologico, la terapia fotodinamica può essere utilizzata anche per altre condizioni dermatologiche.
«Recentemente – illustra Magda Belmontesi, dermatologa e docente della Scuola Superiore di Medicina Estetica Agorà di Milano – si stanno aprendo nuovi scenari di utilizzo della terapia fotodinamica, oltre le indicazioni terapeutiche di riferimento. Risultati promettenti sono stati infatti ottenuti nella cura dell’acne volgare da moderata a grave e nuove applicazioni si stanno affacciando nel campo estetico. Come trattamento per contrastare i danni da foto-invecchiamento cutaneo, in particolare del volto, la terapia fotodinamica risulta efficace nel miglioramento della texture cutanea, nell’appianamento delle rughe e schiarimento delle macchie della pelle dovute a prolungate esposizioni solari, oltre che nel miglioramento della compattezza e dell’elastosi cutanea grazie agli effetti di rimodellamento del derma».