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La salute del cuore passa dalla prevenzione cardiovascolare e da un’aderenza terapeutica personalizzate

Il numero di persone che si ammalano ogni anno di patologie cardiocircolatorie è in costante aumento e l’impatto del rischio è significativo. Le malattie cardiovascolari rappresentano, infatti, la prima causa di morte in molti paesi Europei e si prevede che nel 2030 i decessi annui aumenteranno da 17 a 23 milioni. Il 29 settembre viene celebrata la Giornata Internazionale per il Cuore, con l’obiettivo di accendere i riflettori e informare le persone sull’importanza della prevenzione di questi disturbi.

Bayer è da sempre in prima linea quando si parla di sensibilizzazione alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, come dimostrano le diverse iniziative realizzate, prima fra tutte la campagna Il battito del cuore.

Secondo l’ultimo dato di mortalità disponibile ISTAT, nel 2014 si sono verificati nel nostro Paese complessivamente oltre 220.000 decessi per malattie cardio-cerebrovascolari, come infarto e ictus.

In questo scenario, i progressi della ricerca scientifica forniscono al medico sempre più strumenti diagnostici e terapeutici adeguati alla personalizzazione dell’approccio rendendo possibile una medicina cardiovascolare di precisione, mentre il compito di Istituzioni e Associazioni prosegue sulla strada dell’informazione e della sensibilizzazione della popolazione a queste tematiche nell’ottica di un sempre maggiore coinvolgimento del cittadino.

“Il modo più consono per prevenire le malattie cardiovascolari, cerebrovascolari, renali e/o delle arterie periferiche è migliorare in modo radicale il nostro stile di vita e scegliere, quando essa sia necessaria, la terapia più idonea – precisa Claudio Ferri, Presidente della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa. La combinazione di questi due elementi, d’altra parte, viaggia di pari passo con la necessità di migliorare la consapevolezza relativa alla propria salute ed al proprio rischio cardiovascolare. Soprattutto quando “ci si sente bene”, ma a maggior ragione se è presente qualche segnale negativo, bisogna avere un atteggiamento partecipativo. Senza alcun ricorso al giustamente temuto Dr. Google, foriero di tante leggende sanitarie, una corretta educazione sanitaria – sia pur “laica” e non di livello Accademico – incrementa sia il beneficio per la singola persona, sia l’uso corretto delle (scarse) risorse disponibili”.

Secondo il Rapporto OsMed “L’uso dei farmaci in Italia 2018” presentato da AIFA,i farmaci cardiovascolari si confermano anche quest’anno la categoria a maggior consumo. All’interno del Rapporto sono stati introdotti degli interessanti indicatori di aderenza e persistenza alle terapie, al fine di valutare l’appropriatezza d’uso dei medicinali. Per quanto riguarda i farmaci ipertensivi, ad esempio, la percentuale di soggetti con bassa aderenza alla terapia è del 23,8%, mentre quella di soggetti con alta aderenza è del 32,9%.

“La mancata aderenza al trattamento determina una netta riduzione dei benefici desiderati ed espone i pazienti ad un maggiore rischio di manifestare malattie cardiovascolari – continua Claudio Ferri. – “Molte persone, purtroppo, assumono non continuativamente e/o smettono del tutto di assumere quei farmaci che – potenzialmente – potrebbero salvar loro la vita”.

Dai dati a disposizione, emerge che più invecchiamo e meno tendiamo a seguire le terapie farmacologiche che ci vengono prescritte, infatti l’alta aderenza raggiunge il valore massimo nella fascia 65-74 anni per poi diminuire con l’amuentare dell’età.

Se si prende in considerazione la persistenza al trattamento, cioè il tempo che trascorre tra l’inizio e l’interruzione del trattamento, i dati diventano ancor meno rassicuranti. Già dopo 189 giorni dall’inizio della terapia la probabilità che i pazienti interrompano il trattamento è del 50%, con un’importante differenza tra uomini, mediamente più coscienziosi delle donne (224 giorni vs 162 giorni).

“Senza la collaborazione attiva del singolo individuo le terapie sono spesso destinate all’insuccesso” – conclude Claudio Ferri – “Al contrario, una persona informata e consapevole seguirà la terapia con maggiore scrupolo e parteciperà attivamente alla stessa, nell’interesse direttamente proprio ed, indirettamente, della collettività”.

Quindi, ad una scarsa informazione e prevenzione, si affianca anche poca costanza a continuare i trattamenti necessari per tenere sotto controllo la propria salute.

Sempre secondo Claudio Ferri: “La prevenzione inizia dall’alimentazione, che deve essere quanto più sana ed equilibrata possibile: molta verdura, un pò di frutta, molto pesce, un po’ di cereali integrali e pochissimo sale da cucina, pochissima carne rossa e solo un piccolo bicchiere di vino per pasto. Grassi saturi, zucchero di qualsiasi tipo, dolciumi e bibite zuccherine: dimentichiamoli.”

Importantissimo anche dormire bene ed a sufficienza, fare sport o almeno del movimento: salire le scale, non prendere l’automobile quando evitabile, uscire a prendere una boccata d’aria ogni volta possibile. Chiaramente poi, smettere di fumare o – ancor meglio – non iniziare affatto e fare controlli regolari: misurare la pressione e gli esami del sangue per tenere sotto controllo il livello di colesterolemia, glicemia, uricemia etc.
Nicoletta Reale, Presidente di A.L.I.Ce. Italia ODV, Associazione per la Lotta all’Ictus cerebrale commenta: “Sono entusiasta che, dopo il successo del progetto Il battito del cuore 2018, prosegua anche quest’anno la preziosa collaborazione su tematiche condivise di interesse comune con la nostra Associazione, l’unica in Italia formata da persone colpite da ictus, loro familiari e caregiver, neurologi, fisiatri, medici specialisti esperti della patologia, medici di famiglia, personale socio-sanitario addetto all’assistenza e alla riabilitazione e volontari. Siamo fermamente convinti – continua la dott.ssa – che la prevenzione vada illustrata già in giovane età, ma che tutti si debbano impegnare a seguire comportamenti e stili di vita sani, con alimentazione corretta, esercizio fisico costante, niente tabacco e alcol. È fondamentale monitorare sempre il proprio stato di salute per evitare tutte le possibili complicanze a carico di cuore e cervello”.

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