La persistenza dopo la nascita del dotto di Botallo aperto correlato a mortalità e morbilità neonatale
Il monitoraggio ecocardiografico ed emodinamico sono fondamentali nella gestione dei neonati grandi pretermine ossia nati prima della ventottesima settimana. A dirlo è una ricerca scientifica multicentrica coordinata dalla Neonatologia e Terapia intensiva neonatale dell’Ausl IRCCS di Reggio Emilia pubblicata sulla prestigiosa rivista internazionale “PLOS ONE”. Lo studio – dal titolo: “Patent ductus arteriosus correlates with poor outcomes in very low birth weight infants. A multicenter cohort study” ha coinvolto tutte le TIN della Regione Emilia-Romagna e raccolto i dati relativi a 218 neonati di peso inferiore ai 1.500 grammi.
La ricerca ha dimostrato che la persistenza, dopo la nascita, del “dotto di Botallo” aperto, ossia quel vaso arterioso che congiunge l’aorta all’arteria polmonare, si correla in maniera significativa con la mortalità e la morbilità neonatale. Lo studio mette dunque in evidenza l’importanza del monitoraggio ecocardiografico ed emodinamico nella gestione del bambino nato “grande pretermine”. In particolare alcuni parametri ecografici ed emodinamici si sono dimostrati estremamente affidabili per individuare i pazienti che possono giovarsi del trattamento farmacologico precoce e soprattutto per identificare il timing più appropriato ed efficace di trattamento, riducendo in ultima analisi anche la necessità del ricorso alla terapia chirurgica.
La Neonatologia reggiana – rappresentata nello studio dalla dottoressa Elena Chesi – responsabile della sezione di Cardiologia Neonatale dell’unità Operativa – e dal dottor Francesco Di Dio, oltre che dal Direttore della struttura dottor Giancarlo Gargano, è da sempre molto attenta allo sviluppo di competenze ultra-specialistiche di alto profilo e alla formazione professionale, supportata costantemente in questo dalla Onlus Progetto Pulcino che ha finanziato negli anni corsi di formazione specialistica quali Master di secondo livello in Cardiologia Pediatrica e Neonatale per numerosi neonatologi.
I ricercatori reggiani hanno guidato il coeso e validissimo gruppo di lavoro regionale con il puntuale supporto metodologico e statistico dell’Infrastruttura della Ricerca dell’IRCCS di Reggio Emilia.
“E’ evidente – sottolinea il dottor Gargano – l’efficacia del modello di collaborazione nell’ambito perinatale presente nella regione Emilia – Romagna, ben testimoniato da questo studio. Ringrazio la dottoressa Chesi e tutta l’équipe per il costante lavoro clinico e la grandissima professionalità in ambito di monitoraggio emodinamico in TIN: la valutazione emodinamica mediante ecocardiografia funzionale, in linea con la più recente letteratura internazionale, ha migliorato in maniera significativa la prognosi di tanti estremi prematuri, supportando le decisioni cliniche – terapeutiche, in situazioni critiche gravi, quali lo shock settico, l’ipertensione polmonare, lo scompenso cardiaco da molteplici cause”.