All’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara, l’équipe guidata dal professor Giuseppe Patti, direttore della struttura complessa di Cardiologia e del dipartimento Toraco-Cardiovascolare, ha effettuato per la prima volta in Piemonte una procedura di sostituzione via catetere della valvola tricuspide. La paziente è stata trattata con successo ed è ora in ottime condizioni di salute, e verrà dimessa entro pochi giorni. Una notizia straordinaria per i pazienti con insufficienza tricuspidale, che rappresenta una grave disfunzione valvolare cardiaca. Tali pazienti, pur avendo una malattia invalidante ed ad alto rischio di mortalità, fino ad ora, se non vi era indicazione all’intervento chirurgico, non potevano ricevere cure adeguate, motivo per il quale la tricuspide è anche chiamata “la valvola dimenticata”.
“Finalmente adesso siamo in grado di trattare con una tecnica minimamente invasiva ed in modo efficace anche le malattie della valvola tricuspide, senza dover sottoporre i pazienti all’intervento a cuore aperto, vale a dire senza aprire il torace e senza fermare il cuore. I risultati sono sorprendenti: l’impianto della protesi azzera infatti completamente la disfunzione valvolare. Va ricordato che i pazienti con insufficienza tricuspidale severa, oltre a soffrire di sintomi e segni debilitanti, come mancanza di fiato, edemi e gonfiori diffusi, nonchè di complicanze epatiche e renali, sono spesso costretti a frequenti ricoveri ospedalieri per scompenso cardiaco” ha commentato il professor Patti.
“Quando la tricuspide si ammala con una insufficienza valvolare, si crea un rigurgito di sangue all’interno del cuore. Forme trascurabili di tale rigurgito si rilevano anche in individui sani; le forme più gravi, invece, sono maggiormente frequenti con l’avanzare dell’età e spesso rappresentano lo stadio evolutivo terminale di altre condizioni patologiche cardiache e/o polmonari. L’insufficienza tricuspidalica clinicamente importante è una condizione frequente, che interessa circa il 4% delle persone di età superiore ai 75 anni. Si stima, però, che ad oltre il 90% delle persone con forme gravi di rigurgito non viene offerta nessuna forma di cura”, sottolinea ancora il Prof. Patti.
La valvola tricuspide è complessa da trattare per la sua anatomia e per la posizione che risulta di difficile accesso nel cuore. Il sistema di sostituzione valvolare attraverso un catetere impiantato presso l’ospedale “Maggiore della Carità” è stato progettato per superare queste problematiche. Il sistema, utilizzato per la prima volta in Piemonte, è composto da una struttura in nitinolo (un metallo elastico autoespandibile), da una fascia in tessuto e da lembi di tessuto pericardico animale, equivalente a quello delle tradizionali protesi valvolari cardiache. Viene impiantata inserendo un catetere nella vena femorale, attraverso la quale si avanza la protesi fino al cuore. Il rilascio è guidato dall’ecografia e la protesi si aggancia all’anello valvolare, azzerando il rigurgito, ripristinando la normale funzione della valvola tricuspide.
Uno studio internazionale, che ha reclutato 150 pazienti, ha valutato la sicurezza e l’efficacia del sistema in combinazione con la miglior terapia farmacologica disponibile, rispetto al solo trattamento farmacologico. I dati dimostrano che, nei primi 150 pazienti trattati, tutti con insufficienza tricuspidale severa, il sistema ha permesso la sostituzione della valvola con successo nel 95.8% dei casi, mettendo in evidenza la superiorità di questa protesi rispetto alla sola terapia farmacologica. Sono stati inoltre dimostrati ottimi risultati in termini di miglioramento della qualità di vita a 6 mesi dall’impianto” riferisce il professor Patti.
L’esecuzione della procedura, pur a bassa invasività per il paziente, ha richiesto la collaborazione di una equipe di professionisti altamente qualificati selezionati per la propria competenza dal Prof Patti che ha ottenuto la certificazione per l’esecuzione dell’intervento.
“Per la riuscita dell’operazione devo ovviamente ringraziare la straordinaria equipe, in particolare il dottor Marco Mennuni, le Dott.sse Anna Degiovanni e Simona De Vecchi, nonché l’anestesista dottoressa Benedetta Barberi e tutto il personale infermieristico e tecnico, che hanno tutti insieme collaborato per il raggiungimento di questo straordinario risultato” conclude il professor Patti.
Il Piemonte, con l’intervento eseguito presso l’AOU di Novara, è tra le primissime regioni italiane, insieme soltanto alla Lombardia e al Veneto, ad aver implementato l’introduzione della protesi valvolare tricuspidalica per via trans-catetere. La nostra Cardiologia si conferma un’eccellenza nel territorio Nazionale continuamente impegnata nel miglioramento della qualità dell’assistenza offerta ai nostri pazienti attraverso lo studio e la ricerca delle più efficaci ed efficienti risposte di diagnosi e cura” ha commentato il Direttore Generale dell’AOU Maggiore della Carità di Novara dottor Zulian.