L’attuale emergenza COVID-19 rappresenta per il mondo scientifico un quotidiano banco di prova sia per l’individuazione di un vaccino che sconfigga definitivamente la malattia, sia per lo sviluppo di terapie che siano in grado di frenare la potenza del virus.
Oggi, un nuovo studio italiano, coordinato da Gabriella d’Ettorre, Claudio Mastroianni e Francesco Pugliese della Sapienza Università di Roma e del Policlinico universitario Umberto I, si inserisce nel panorama internazionale di contributi scientifici appartenente al filone di ricerca avviato per vincere il nemico pandemico. Lo studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Medicine, ha valutato il ruolo della batterioterapia orale – la tecnica che si propone di contrastare le patologie attraverso utilizzo mirato di batteri “buoni” – in associazione ai trattamenti farmacologici comunemente usati nel controllo della progressione di COVID-19.
Su un campione di 70 pazienti positivi per SARS-CoV-2, i ricercatori hanno osservato che la batterioterapia orale associata agli schemi terapeutici anti-COVID tradizionali può migliorare alcuni parametri clinici. “Abbiamo ottenuto – commenta Gabriella d’Ettorre del Dipartimento di sanità pubblica e malattie infettive della Sapienza – un outocome favorevole in termini di remissione della sintomatologia e una riduzione della evoluzione verso forme severe di malattia”.
Per quanto necessiti di conferme nell’ambito di più ampi trials clinici, i risultati dello studio confermano la batterioterapia una promettente linea di ricerca sul COVID-19.