È stato eseguito, per la prima volta in Italia, un intervento di riparazione della valvola aortica bicuspide attraverso l’impianto di un anello protesico. La procedura, che ha coinvolto un giovane paziente di 33 anni affetto da una insufficienza aortica severa in una valvola aortica congenitamente e funzionalmente bicuspide, è stata eseguita all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio dal dottor Mattia Glauber, responsabile dell’Unità di Cardiochirurgia mininvasiva, e dalla sua équipe medica.

La bicuspidia aortica è una malformazione congenita estremamente frequente che colpisce l’1-2% della popolazione. Non è una malattia genetica, ma può comunque dipendere da una familiarità. 

In questa condizione, la valvola aortica, che regola il flusso sanguigno dal cuore verso il resto del corpo, si presenta con 2 soli lembi anziché 3 come nella normalità, compromettendo l’apertura o la chiusura completa della valvola. L’insufficienza aortica è tra le sue principali conseguenze nei giovani e comporta uno sforzo maggiore del muscolo cardiaco che può causare, con il tempo, una dilatazione del ventricolo e un ispessimento del cuore stesso.  

Vista la giovane età del paziente, i medici hanno preferito optare per larisoluzione della malformazione, ricorrendo al tessuto biologico a disposizione ed evitando la sostituzione della valvola con una protesi meccanica. L’utilizzo dell’anello protesico offre un supporto geometrico che rimodella la l’anulus, riallinea i due lembi in una configurazione semicircolare facilitandone la chiusura simmetrica per ottenere la continenza della valvola; una differenza importante rispetto al passato quando, senza il supporto dell’anello, si ricorreva a una chirurgia plastica più intuitiva e complessa.

A questo proposito, è stata eseguita un’anuloplastica volta alla riparazione della valvola biscupide. A differenza delle riparazioni eseguite fino a ora, è stato utilizzato per la prima volta in Italia, all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio di Milano, un anello protesico che va a riprodurre fedelmente la forma della valvola bicuspide. Mentre negli USA questa tipologia di anelli è utilizzata da oltre 3 anni, in Italia e negli altri paesi dell’Unione Europea ha ricevuto la marcatura CE soltanto un mese fa.

L’anello è stato impiantato con approccio mininvasivo attraverso un taglio di 6-7 centimetri, praticato sulla parte superiore dello sterno. Questo è realizzato in acciaio espandibile, ricoperto di tessuto di dacron e rivestito con fibrina, una proteina plasmatica.

L’intervento è durato 4 ore, con trasmissione live via internet con l’azienda americana produttrice del device.

“Questo intervento – spiega il dott. Glauber – ha consentito di dare una maggiore stabilità alla struttura aortica che sta intorno alla valvola, allo scopo di migliorare il follow up nel tempo, mettendo in evidenza come la stabilizzazione data da questo tipo di dispositivo sarà in grado di garantire una performance migliore e una durata ancora maggiore dall’intervento”.

In questo modo, il paziente potrà tornare a vivere grazie a una valvola bicuspide realizzata con il proprio tessuto biologico, senza la necessità, come accade nelle protesi meccaniche, di assumere per tutta la vita farmaci anticoagulanti. Nel primo periodo, saranno necessari controlli più ravvicinati, con il tempo si procederà a visite di routine annuali.