Comprendere meglio le cause delle infezioni tardive da Streptococco B. Questo lo scopo dello studio, frutto di 12 anni di ricerca, coordinato dalla Neonatologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, diretta dal prof. Alberto Berardi docente UNIMORE, e pubblicato su “Emerging Infectious Diseases”, mensile del Center for Disease Control and Prevention Statunitense. Lo studio ha coinvolto 30 centri ed una popolazione di oltre 400.000 neonati. Durante un arco di tempo di 12 anni sono state studiate 98 coppie di neonati infetti e le loro madri.  Lo studio ha dimostrato come la trasmissione da fonti materne avvenga in 2/3 dei casi. Questi risultati potrebbero migliorare la prevenzione delle infezioni e sia aiutare a predire l’impatto della vaccinazione materna, che probabilmente sarà disponibile nei prossimi anni

“I neonati ed i lattanti – spiega il prof. Alberto Berardi di UNIMORE – nei primi mesi di vita possono sviluppare gravi sepsi e meningiti da Streptococco B, che possono portare a morte o danni cerebrali permanenti. Da quando sono entrate in uso le vaccinazioni per meningococco e pneumococco, Streptococco B è divenuto la prima causa di meningite nei primi anni di vita. Inoltre, le gravide portatrici di Streptococco B in sede genitale, sebbene siano generalmente prive di sintomi, sembrano avere un maggior rischio di partorire prematuramente. Un vaccino che proteggesse dalla colonizzazione materna e dall’infezione neonatale sarebbe perciò necessario. Questa duplice protezione potrebbe essere raggiunta attraverso la somministrazione durante la gravidanza”.

Definire i meccanismi che scatenano la malattia neonatale tardiva da Streptococco B è essenziale per operare una prevenzione. La fonte di trasmissione rimane infatti spesso poco chiara. Frequentemente si tratta di neonati a termine, che erano perfettamente sani poco prima di ammalare gravemente, spesso in pochissime ore.  “La nostra ricerca – conclude il prof. Berardi – ha chiarito alcuni importanti aspetti. Nella stragrande maggioranza dei casi le madri stesse sono state identificate come la fonte primaria della trasmissione di Streptococco B ai propri neonati. Chiarire l’origine della malattia aiuterà anche a prevedere l’impatto della vaccinazione materna, che speriamo sia presto disponibile”. 

Il prof. Berardi coordina il progetto di “Sorveglianza delle malattie invasive batteriche dei primi mesi di vita”, promosso da alcuni anni dalla Regione Emilia-Romagna. Una rete di Ospedali delle regioni Emilia-Romagna, unitamente ad altri ospedali del Nord, Centro e Sud Italia, fornisce al centro coordinatore di Modena informazioni sulla tipologia delle infezioni neonatali e sulle misure di profilassi e terapia antibiotica attuate in ogni singolo caso. “Colgo ancora una volta l’occasione per ringraziare tutto il personale medico e non medico dei reparti di neonatologia e Pediatria, grazie alla cui dedizione abbiamo potuto raccogliere in questi anni informazioni così preziose per la ricerca e la cura di questa malattia” – conclude il prof. Berardi.