Due anni di lavori, un investimento tecnologico di quasi un milione e duecentomila euro oltre a 650mila euro di opere di riqualificazione: ecco la nuova cardiologia interventistica dell’ospedale Santa Chiara di Trento. Nuovi ambienti che permetteranno ai professionisti di lavorare confortevolmente e con le migliori tecnologie per dare ai pazienti trentini e ai turisti servizi all’avanguardia e di qualità. La nuova area è stata ufficialmente inaugurata oggi dal direttore generale di Apss Antonio Ferro, alla presenza dell’assessore provinciale alla salute, politiche sociali e cooperazione Mario Tonina, del direttore dell’ospedale Santa Chiara Michele Sommavilla del direttore dell’Unità operativa di cardiologia Roberto Bonmassari, della direttrice del Dipartimento infrastrutture Debora Furlani e del direttore del Servizio ingegneria clinica Alessandro Reolon.

«La cardiologia interventistica del Santa Chiara – ha sottolineato in apertura di conferenza stampa il direttore dell’ospedale Michele Sommavilla – è un riferimento aziendale nel trattamento dei pazienti con patologie cardiache, grazie alla competenza del personale e alla multidisciplinarietà dell’équipe medica e delle professioni sanitarie. I lavori di ristrutturazione, coordinati dal Dipartimento infrastrutture, hanno ora consentito di dotarla di spazi in grado di ospitare attrezzature sanitarie tecnologicamente avanzate che permettono ai professionisti di migliorare ulteriormente il servizio offerto ai pazienti».

«L’inaugurazione di questa nuova area – ha evidenziato il direttore generale Antonio Ferro – dimostra il costante impegno di Provincia e Azienda sanitaria nel garantire un’alta qualità di cura per i nostri pazienti. L’ospedale Santa Chiara di Trento è uno snodo importante del nostro sistema ospedaliero, un ospedale hub con eccellenze a servizio di tutta la rete ospedaliera che continueremo a rafforzare fino a quando il nuovo ospedale del Trentino sarà realtà. Per quanto riguarda la cardiologia interventistica accanto all’alta professionalità dei nostri operatori i pazienti troveranno ora attrezzature innovative che, contribuiranno a migliorare la qualità dell’assistenza. Concludo ringraziando tutti coloro che hanno reso possibile questo intervento e gli operatori che ogni giorno con professionalità e dedizione garantiscono un alto livello di offerta ai nostri pazienti».

«Nel recente passato – ha spiegato il direttore dell’Unità operativa di cardiologia Roberto Bonmassari – l’attività di cardiologia interventistica era quasi completamente incentrata sullo studio delle arterie coronarie, delle malattie valvolari e sul trattamento delle aritmie con impianto di pace maker, defibrillatori o procedure di ablazione trans-catetere. Nel corso degli ultimi anni oltre all’espansione dell’attività di emodinamica coronarica e valvolare e di elettrofisiologica, si è assistito a un ampliamento, straordinario e impensabile fino a qualche anno fa, delle tecniche di trattamento trans-catetere delle cardiopatie “strutturali“ del cuore. Mi riferisco alle malattie valvolari, come la stenosi valvolare aortica all’insufficienza mitralica o ancora all’insufficienza tricuspidale, alle patologie del setto interatriale o della auricola sinistra. Progressi davvero incredibili di tecnica e di tecnologia, tuttora in continua evoluzione, permettono di curare sempre più persone con patologie cardiache severe mediante l’utilizzo di cateteri all’interno dei vasi sanguigni».

«La ristrutturazione delle sale – ha concluso Bonmassari – ci ha permesso di impostare una profonda riorganizzazione operativa della attività di cardiologia interventistica, aperta alle esigenze di tutti centri della rete provinciale prevedendo, per esempio, l’effettuazione di esami emodinamici in consulenza con una breve osservazione, prima del re-invio del paziente all’ospedale di provenienza, nella neo edificata area di monitoraggio in passato estremamente angusta. Le nuove sale, per dotazione tecnologica e spazi permettono, in modo molto più agevole, un approccio multidisciplinare al paziente con presenza di specialisti di più branche, esigenza sempre più cruciale visto l’aumento della complessità della patologia trattata che richiede competenze multiple e trasversali. Il lavorare insieme di cardiologi, rianimatori, chirurghi vascolari e cardiochirurghi è oramai una consuetudine nel nostro ospedale e consente di affrontare casi sempre più delicati e di rafforzare gli ottimi rapporti professionali e umani già presenti».

I nuovi spazi della cardiologia interventistica occupano una superficie di circa 100 mq al piano rialzato del corpo C, dell’ala est dell’ospedale Santa Chiara.

A fornire gli elementi tecnici relativi ai lavori è stata la direttrice del Dipartimento infrastrutture Debora Furlani: «Gli interventi edili e impiantistici sono stati suddivisi in tre distinte fasi per un investimento di 650mila euro. I lavori sulle due sale sono iniziati nel 2022 ma per poter realizzare la riqualificazione e ridurre al minimo i disagi per l’attività sanitaria è stato necessario creare uno spazio di backup in cui trasferire le attività durante i lavori strutturali, edili ed impiantistici. Per quanto attiene la Sala 2 – ha spiegato Furlani – non sono state modificate le planimetrie dei locali, ma è stato necessario eseguire lavori di rinforzo statico sui solai esistenti per sorreggere la nuova attrezzatura oltre a riqualificare pavimenti, rivestimenti e controsoffitti e ad adeguare gli impianti elettrici e meccanici in funzione delle mutate esigenze richieste dalle nuove tecnologie. Successivamente gli stessi lavori sono stati effettuati Sala 1 che è anche stata ampliata di circa 10 mq, per migliorare gli spazi operativi e ricavare un’area di supporto operativo per ospitare in sicurezza il paziente nelle fasi pre e post procedura».

Alessandro Reolon, direttore del Servizio ingegneria clinica ha illustrato nel dettaglio l’intervento sul parco attrezzature: «Con un investimento di circa 1.2 milioni di euro – ha dichiarato Reolon – sono stati acquisiti oltre a due angiografi, due poligrafi per il monitoraggio dei parametri cardiologici, due iniettori angiografici e una coppia di stativi pensili per il posizionamento delle attrezzature di rianimazione e chirurgiche. I nuovi angiografi rappresentano un salto generazionale rispetto all’attrezzatura precedentemente utilizzata perché permettono di migliorare le prestazioni diagnostiche con immagini di maggiore dettaglio e ricostruzioni tridimensionali, di integrarsi con i sistemi di mappaggio cardiaco e con l’ecografia intravascolare e transtoracica e, ultimo ma non ultimo di aumentare la sicurezza per i pazienti grazie a sistemi di riduzione delle dosi di radiazioni impiegate. Ma non solo, sotto il profilo organizzativo, i due angiografi si interfacciano con il sistema aziendale di gestione delle immagini radiologiche per l’archiviazione, l’elaborazione degli studi angiografici e la condivisione con le diverse équipe in un’ottica di lavoro multidisciplinare».

«Inaugurare nuovi spazi di un ospedale riveste sempre una soddisfazione particolare – ha affermato l’assessore provinciale alla salute, politiche sociali e cooperazione Mario Tonina. Le due nuove sale di cardiologia interventistica sono state profondamente rinnovate e oggi possono ospitare nuove apparecchiature all’avanguardia, qualificando ulteriormente il servizio offerto ai pazienti dell’ospedale Santa Chiara di Trento, che si conferma punto di riferimento per la sanità provinciale nella fase di progettazione e realizzazione del Nuovo polo ospedaliero e universitario del Trentino. Evoluzione tecnologica, approccio multidisciplinare, valorizzazione dei professionisti della sanità trentina, presidio territoriale dei servizi sono direttrici di sviluppo della nostra sanità. Un ambito verso il quale la Provincia assicura il massimo impegno, dando attenzione anche agli spunti che emergono dall’operazione ascolto sul territorio».