L’ASST Gaetano Pini-CTO inaugura la panchina rossa, simbolo della lotta alla violenza di genere, installata nell’area verde del Presidio CTO, in collaborazione con il Comune di Milano, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, alla presenza della dott.ssa Diana De Marchi, Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano.
“L’emergenza generata dall’epidemia di Coronavirus ha accresciuto il rischio di violenza sulle donne poiché molto spesso la violenza avviene dentro la famiglia. Le disposizioni normative in materia di distanziamento sociale introdotte al fine di contenere il contagio si sono rivelate, inoltre, un elemento che ostacola l’accoglienza delle vittime”. Lo scrive l’ISTAT nell’introduzione dello “Speciale Emergenza Covid”, uno studio che ha fotografato l’andamento dei casi di violenza nella prima parte del 2020, analizzando le chiamate ricevuta dal numero nazionale 1522 riservato alle vittime, servizio che nel corso del trimestre marzo-maggio 2020 ha visto raddoppiare le richieste d’aiuto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; il 25% di chiamate in più per la sola Lombardia. La violenza descritta da coloro che chiedono aiuto e supporto è per lo più di tipo fisico; l’atto violento si ripete nei mesi e soprattutto negli anni e colpisce in maniera trasversale, a prescindere dal titolo di studio o dallo status sociale delle vittime.
Il report dell’ISTAT ha evidenziato anche un dato positivo ovvero che la lotta alla violenza non si è fermata nel corso dell’emergenza. Anche l’ASST Gaetano Pini-CTO di Milano ha voluto fare la propria parte e ha deciso di aderire alla campagna contro la violenza sulle donne del Comune di Milano, installando due panchine rosse nelle aree verdi, una al presidio ospedaliero Pini e l’altra al CTO. Sulle panchine, per concessione del Comune di Milano, campeggia la scritta “Non sei sola” ed è indicato il numero 1522 come contatto telefonico dedicato alla vittime. “Siamo un centro ortopedico traumatologico con due pronto soccorso ortopedici – spiega la dott.ssa Paola Maria Pirola, Direttore Socio Sanitario dell’ASST Gaetano Pini-CTO – per questo possiamo essere il primo ‘porto sicuro’ dove approdano le vittime di violenza fisica, per esempio donne che hanno subito percosse e spintoni che hanno causato loro dei traumi, dalla distorsione alla frattura”. A provocare i traumi sono spesso i loro partner: secondo lo studio dell’ISTAT il 44% dei casi di violenza è ai danni di donne coniugate. “Abbiamo deciso di installare le panchine perché speriamo che possano essere uno sprono per le vittime a denunciare e ad affidarsi anche ai sanitari dell’ASST in grado di gestire i casi di violenza”, aggiunge la dott.ssa Pirola.
L’installazione delle panchine rosse si inserisce in un progetto più ampio a cura del tavolo aziendale di coordinamento sulla violenza di genere, composto da diverse figure a lavoro su temi come la lotta alla violenza di genere e più nello specifico contro le donne, la tutela dei minori, il contrasto agli stereotipi di genere che ha attivato un percorso di miglioramento del riconoscimento e della gestione di casi di violenza sulle donne. Oltre all’installazione delle panchine rosse, il piano prevedere la revisione della procedura aziendale sulla gestione dei casi di donne vittime di violenza che hanno accesso al pronto soccorso e l’avvio, quando le condizioni lo permetteranno, di un corso di formazione finalizzato al riconoscimento dei casi di violenza dedicato al personale coinvolto nella gestione delle vittime, in collaborazione con Fondazione Libellula.
“Alla luce anche dell’aumento di casi di violenza dovuti al lockdown – spiega il Direttore Socio Sanitario dell’ASST Gaetano Pini-CTO – abbiamo ritenuto necessario aggiornare la procedura per la gestione dei casi di violenza con la supervisione di ATS Città Metropolitana di Milano, dando ancora maggior risalto al ruolo fondamentale della Rete Antiviolenza”. Network virtuoso quest’ultimo che unisce diverse realtà del territorio milanese che è rimasto e rimarrà sempre attivo, in collaborazione con la rete lombarda, anche con l’emergenza sanitaria in atto al fine di dare il giusto supporto alle vittime. In particolare l’ASST Gaetano Pini-CTO collabora con il Centro di riferimento di assistenza per i problemi della violenza alle donne e ai minori del Policlinico.
Non sempre però per gli operatori sanitari è facile riconoscere i casi di violenza di genere, soprattutto subiti all’interno del contesto familiare perché le vittime hanno timore a denunciare i partner. Come ha rilevato l’ISTAT, circa un terzo delle motivazioni della mancata denuncia ricade nella sfera delle pressioni da parte del contesto familiare, in particolare la paura della reazione del violento. “Per questo è importante che i nostri operatori siano in grado di andare oltre il muro che le vittime innalzano attorno a se per paura e di essere in grado di cogliere i segnali che evidenziano un abuso mettendosi in ascolto”, spiega la dott.ssa Pirola. Per migliorare l’approccio al riconoscimento dei casi di violenza e all’accoglienza delle vittime l’ASST Gaetano Pini-CTO ha chiesto il supporto di Fondazione Libellula,realtà che – a partire dai luoghi di lavoro – ha l’obiettivo di agire su un piano culturale per prevenire e contrastare ogni forma di violenza sulle donne e di discriminazione di genere: “Con Fondazione Libellula partirà un percorso di formazione, appena la situazione pandemica consentirà di tornare a svolgere i corsi in presenza, rivolto a medici e infermieri di Chirurgia Ortopedica che lavorano in Pronto Soccorso e agli assistenti sociali. Abbiamo deciso di coinvolgere nella formazione professionalità diverse per crediamo che un approccio multidisciplinare al riconoscimento dei casi di violenza sia essenziale per massimizzare gli interventi”, conclude il Direttore Socio Sanitario dell’ASST Gaetano Pini-CTO.