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Inaugurata la nuova Anatomia Patologica del Careggi di Firenze

L’Anatomia patologica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi è fra le maggiori strutture in Italia, ai vertici internazionali per la diagnosi del melanoma. I dati di attività, con oltre 38.000 esami istopatologici all’annoper un totale di 55.000 prestazioni, ne fanno uno dei centri di riferimento nazionali per le così dette “second opinion”ossia le rivalutazioni su esami già effettuati per confermare la prima diagnosi di tumore e quindi intraprendere con maggiore certezza il necessario percorso terapeutico e assistenziale. I Nuovi laboratori di anatomia patologica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi di Firenze sono stati realizzati con un investimento strutturale di circa 2.150.000 euro nel corso del 2019. Il nuovo edificio padiglione 27b, chiamato Cubo 3 con accesso da Viale Pieraccini a Firenze è una struttura di oltre 1.000 metri quadri su due piani, dove sono già attive le attrezzature diagnostiche di ultima generazione per circa 2.500.000 euro di investimenti, trasferite dalla storica sede degli anni 40, sempre all’interno dei 74 ettari dell’area ospedaliera. Nella struttura, diretta dalla professoressa Daniela Massi ordinario di anatomia patologica, lavorano 16 dirigenti medici, 10 medici specializzandi, 2 biologi, 23 tecnici di laboratorio, 4 infermieri, 3 amministrativi e 6 operatori di supporto. L’Anatomia patologica consente il primo indispensabile passo della lotta al tumore, dando al medico oncologo la possibilità di accertare se un frammento di tessuto prelevato dal paziente contiene cellule cancerose. È quindi essenziale per formulare una diagnosi e con l’analisi della tipologia tumorale per impostare una terapia mirata. Questa disciplina ha assunto negli ultimi anni un’importanza fondamentale in quella che oggi viene definita “medicina di precisione”: lo studio del preparato istologico nel ‘vetrino’ che consente di ottenere una diagnosi 2‘morfologica’ e quindi un’analisi molecolare delle alterazioni geniche per indirizzare il paziente oncologico verso terapie mirate” e cure sempre piùpersonalizzate ed efficaci.
L’attività dell’anatomopatologo in generale e in particolare a Careggi è quindi alla base dell’appropriatezza terapeutico-prescrittiva con importanti vantaggi per la salute dei pazienti e l’ottimizzazione delle risorse dell’intero Sistema sanitario regionale, nazionale e per l’intera collettività. Nel percorso di cura di pazienti oncologici, l’anatomopatologo effettua la diagnosi di certezza sui tessuti asportati, definisce i parametri di diffusione/estensione del tumore e delle eventuali metastasi fornendo al chirurgo le informazioni indispensabili per eventuali ulteriori trattamenti. Dalle stesse analisi dei tessuti derivano informazioni con valore prospettico che definiscono la gravità del quadro clinico negli aspetti relativi a rischio di ricaduta di malattia e sopravvivenza a breve o lungo termine. Inoltre l’anatomopatologo per mezzo di tecnologie sempre più innovative effettua la caratterizzazione molecolare del tessuto tumorale identificando le alterazioni genetico-molecolari che predicono la risposta ai trattamenti come ad esempio, terapie a bersaglio molecolare, i cosiddetti “fattori predittivi”.
La Struttura organizzativa dipartimentale Istologia Patologica e Diagnostica Molecolare integrata con il Laboratorio Diagnostica Istocitopatologica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi eroga prestazioni istologiche citologiche e molecolari per la diagnosi e l’identificazione di bio-marcatori con finalità prognostiche e predittive di efficacia terapeutica in ambito oncologico. La SOD inoltre svolge attività di diagnostica intraoperatoria, riscontri diagnostici autoptici, diagnostica dei trapianti d’organo e consulenza diagnostica per casi complessi provenienti da altre sedi. Il personale della SOD, principalmente quello universitario, ma non solo, si dedica ad attività di didattica per gli studenti nei corsi di laurea e post-laurea e di ricerca clinica e traslazionale in collaborazione con ricercatori interni ed esterni ad AOUC in vari ambiti di patologia. L’Anatomia Patologica dell’AOUC è certificata Norma UNI EN ISO 9001 e partecipa a numerosi Programmi di Controllo di Qualità nazionali ed internazionali. Nello svolgimento delle attività, il personale collabora strettamente con i colleghi clinici e partecipa alle riunioni deiGruppi Oncologici Multidisciplinari nell’ambito dei percorsi clinici diagnostico-terapeutici con la finalità di migliorare la qualità dell’assistenza.
I test per i biomarcatori associati ai farmaci oncologici vengono effettuati attraverso molteplici tecniche di laboratorio, tra cui: la ben consolidata immunoistochimicache, ad un costo contenuto e utilizzando minime quantità di tessuto, permette una immediata correlazione con la morfologia; l’ibridazione in situ utilizzata nell’individuazione di anomalie cromosomiche nelle cellule tumorali; le analisi genetico-molecolari non in situ, basate su metodiche di estrazione di DNA/RNA ed amplificazione PCR. Il progetto di trasferimento del laboratorio dallo storico edificio degli Istituti Anatomici al nuovo Cubo 3 di Viale Pieraccini 6 è stato elaborato da un gruppo di lavoro costituito ad hoc in un’ottica di miglioramento complessivo che ha tenuto conto delle strutture, delle tecnologie e delle modalità di lavoro.
Dall’analisi di processo iniziale che ha evidenziato come poter integrare gli standard di produzione richiesti con spazi, percorsi e risorse tecnologiche e operative, le scelte progettuali sono state guidate dall’opportunità di inserire il laboratorio in un padiglione di moderna realizzazione, garantendo così la definizione di nuovi locali idonei ad ospitare fasi di lavoro che si succedano con linearità. Oltre a garantire gli aspetti operativi e gli standard di qualità delle attività. I sistemi informatici sono stati implementati nel numero e nelle caratteristiche software. Vincolo fondamentale durante le fasi di trasferimento presso i nuovi locali è stato il mantenimento della completa continuità assistenziale senza interruzione nell’erogazione delle prestazioni di laboratorio. La realizzazione è stata possibile grazie alla programmazione dello spostamento in step successivi e sequenziali che nei vari giorni hanno visto il trasferimento delle singole fasi del processo analitico senza che questo venisse mai interrotto. Nell’arco di circa nove giorni i nuovi spazi sono stati così “popolati” seguendo le fasi del percorso analitico del campione grazie al coordinamento puntuale tra i servizi aziendali, l’attività del laboratorio e gli attori esterni coinvolti nel trasferimento.
L’occasione si è rivelata importante anche per un forte aggiornamento del parco tecnologico che ha determinato un ulteriore miglioramento delle prestazioni e una riduzione dei tempi di lavorazione dei campioni. Particolarmente significativo a questo proposito è stato il continuo adeguamento tecnologico del laboratorio di Patologia Molecolare che recentemente si è dotato di un sequenziatore di ultima generazione con tecnologia ION-Torrent attraverso il quale è possibile valutare contemporaneamente un ampio pannello genico con elevata sensibilità come richiesto ad una moderna Anatomia Patologica a supporto di quella “medicina di precisione” ormai indispensabile in ambito oncologico.
La più razionale disposizione delle postazioni di lavoro, secondo un rational Lean Thinking, è stata fondamentale per ottenere un’organizzazione tale da consentire una maggiore protezione nei confronti dell’errore e facilitare la produzione. Quindi dall’accettazione, collocata all’ingresso, il processo analitico di lavorazione segue linearmente un flusso logico sequenziale che porta, al termine dello stesso, ad avere un prodotto attraverso cui è possibile ottenere la diagnosi richiesta. L’implementazione dell’automazione ha sicuramente reso il percorso più efficiente ed efficace ma in Anatomia Patologica non si può ancora prescindere dalla presenza fisica di operatori adeguatamente formati che tutt’oggi risultano fondamentali nell’esecuzione e nel controllo delle varie fasi analitiche. I locali per gli approfondimenti istochimici o immunoistochimici sono stati posti in contiguità ai locali destinati all’istologia, mentre agli approfondimenti di Patologia molecolare sono stati dedicati appositi spazi allestiti secondo le più moderne concezioni. Non meno importante è stata infine, l’implementazione el sistema Informativo che assiste gli operatori nelle loro attività al fine di garantire la tracciabilità del campione ed evitare errori di identificazione o smarrimento. Nei nuovi locali particolare attenzione è stata posta nelle scelte progettuali relativamente alle performance e all’integrazione dei sistemi di climatizzazione con i sistemi di aspirazione locali, al fine di garantire un incrementosignificativo del livello di sicurezza per gli operatori. Lo stesso approccio è stato seguito per l’applicazione di procedure di sicurezza e per l’utilizzo di specifiche misure di prevenzione e protezione degli operatoricon particolare riferimento alle rilevazioni ambientali e ai monitoraggi dei vapori di formalina, nonché si è data notevole implementazione ai sistemi di trasporto e stoccaggio sottovuoto di materiale biologico. L’impressionante miglioramento delle tecniche di visualizzazione morfologica e di trasferimento di grandi quantità di dati hanno aperto la strada alla telepatologiache utilizzando vetrini virtuali consente di visualizzare e studiare preparati istopatologici a qualsiasi distanza. L’impatto sull’attività didattico-formativa, di ricerca scientifica, di miglioramento della qualità tramite la realizzazione di programmi di Verifica Esterna di Qualità e, ultimo ma certamente non meno importante, diagnostica è già forte e lo sarà sempre di più nel prossimo futuro. In particolare, la telepatologia permette di confrontare in parallelo più vetrini sullo stesso monitor; velocizzare il reperimento di immagini e campioni; effettuare tele-consulenze e discussioni interattive tra più patologi; mantenere la qualità dell’immagine, a garanzia di durata e stabilità nel tempo delle informazioni. L’accuratezza e la tempestività della diagnosi hanno un impatto fondamentale sulle cure cliniche. Pertanto, nell’ambito della diagnostica oncologica, appare oggi prioritario attivarein ambito regionale e nazionale le reti di professionisti che, utilizzando patologia digitale/telepatologia possano fornire, in tempi brevi, consulenze a distanza su casi di particolare complessità nonché promuovere lo sviluppo di algoritmi informatici di intelligenza artificiale mirati ad estrarre automaticamente dall’analisi delle immagini i parametri utili per giungere a diagnosi sempre più accurate. Il lavoro presentato è solo parte di un programma della “nuova Anatomia Patologica di Careggi” che troverà ulteriore sviluppo nei prossimi anni.

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