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Inaugurata a Roma la nuova sede NPI

Il servizio di Neuropsicomotricità dell’età evolutiva del Centro S. Maria della Pace di Roma si trasferisce in spazi nuovi: un “trasloco” in locali più a misura di bambino, più funzionali alle attività svolte, che vengono accentrate in un solo edificio, in un’area della struttura di Ponte Milvio immersa nel verde e appositamente pensata per i più piccoli e le loro famiglie. Nuovi ambienti per valorizzare al meglio le competenze e le professionalità degli operatori guidati da Laura Iuvone, neuropsichiatra infantile e responsabile del servizio, e offrire prestazioni sempre più di qualità e all’avanguardia. Il nuovo spazio sarà inaugurato il 21 settembre prossimo, in concomitanza con la tradizionale festa di fine estate del servizio, che ogni anno raduna le famiglie dei piccoli pazienti.

Il servizio di Neuropsicomotricità della Fondazione a Roma era stato avviato agli inizi degli anni 90, su iniziativa del professor Massimo Frascatelli e negli anni 2000 aveva conosciuto un ulteriore sviluppo, che non si è mai interrotto, su impulso della professoressa Maria Chiara Stefanini. «Oggi – spiega Laura Iuvone – sono circa 300 i bambini che ogni anno vengono seguiti in maniera continuativa; di questi, il 75% sono in età prescolare, tra 0 e 6 anni, quasi tutti provenienti dalla Capitale e dai comuni limitrofi, alcuni da altre province laziali. Ci occupiamo per lo più di bambini con disturbi del neurosviluppo, compreso lo spettro autistico, molto difficile da diagnosticare nei piccolissimi: circa il 70% dei nostri interventi sono rivolti a loro. Per il resto, i nostri pazienti sono affetti da disturbi del linguaggio e dell’apprendimento, paralisi cerebrali infantile, disabilità intellettive, gravi disturbi della comunicazione per cui interveniamo con la comunicazione aumentativa. Seguiamo anche bambini con disturbi sensoriali che raramente sono presi in carico da strutture riabilitative e abbiamo maturato una solida esperienza nei bambini affetti da ipoacusia ai quali possiamo offrire anche modalità di intervento integrate con la lingua dei segni».

E’ ampio e variegato il ventaglio di attività che il servizio mette a disposizione, in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale o in forma di privato sociale: si va dagli interventi più tradizionali di neuropsicomotricità, logopedia e psicomotricità, a trattamenti di potenziamento cognitivo, comunicazione aumentativa alternativa, al massaggio infantile per neonati e lattanti per migliorare l’interazione del bambino con i caregivers. Si effettuano inoltre valutazioni e trattamenti per disturbi delle competenze comunicative e dell’apprendimento, valutazioni neuropsicologiche e sostegno psicologico alle famiglie, partner essenziali nel percorso riabilitativo del bambino. Molto importanti sono altresì le attività con le scuole, con la partecipazione degli operatori del servizio a gruppi di lavoro operativi su ogni bambino che ha una certificazione di disabilità e che coinvolgono genitori e insegnanti, per favorire l’integrazione scolastica e valorizzare al massimo le possibilità di apprendimento, fornendo diagnosi funzionali, counselling con i docenti e predisponendo la documentazione necessaria per l’integrazione scolastica e le figure di supporto. Da segnalare, inoltre l’attività di gruppi metacognitivi per bambini in età scolare attraverso il metodo Feuerstein, per migliorare le capacità di analisi della realtà, di confronto interpersonale, riflessione e giudizio. Grazie alla presenza di un ausilioteca per i disturbi di apprendimento, il servizio effettua inoltre valutazioni per la fornitura di strumenti compensativi e percorsi di addestramento al loro utilizzo.

«Con i bambini con spettro autistico – aggiunge Laura Iuvone – lavoriamo in particolare per migliorare la loro comunicazione, l’interazione e il linguaggio e di contenere le stereotipie e la ripetitività. Abbiamo adottato il metodo “DIRFloortime”, cioè letteralmente “terapia sul pavimento”, dove il pavimento fornisce all’adulto la possibilità di posizionarsi all’altezza dello sguardo del bambino e quindi favorire la sintonizzazione emotiva, lo scambio ludico e la comunicazione. L’approccio prevede il confronto costante con i genitori e la loro presenza alle sedute di trattamento, in modo da supportare la famiglia nella lettura di comportamenti del bambino e nella interazione con lui».

A queste attività si è aggiunta, più di recente, la lettura ad alta voce, risultato vincitore dei bandi “Leggimi 0-6” 2018 e 2020, emanati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, attraverso il Centro per il libro e la lettura. La lettura ad alta voce, già durante la gravidanza e dalla nascita, è molto importante per migliorare lo sviluppo affettivo, linguistico e cognitivo del bambino, in particolare nelle situazioni di rischio neuro evolutivo. Da quest’anno, le attività progettuali sono rivolte anche a bambini con sordità, tramite il supporto di un interprete di lingua dei segni.

Da circa un anno, inoltre, è stato attivato il servizio di osteopatia neonatale, rivolto a bambini a rischio neuroevolutivo a seguito di problematiche durante la gravidanza e il parto o a seguito di nascita prematura.
«Neonati molto prematuri costretti a restare settimane o addirittura mesi in incubatrice in terapia intensiva neonatale – commenta Laura Iuvone – possono subire alterazioni a carico del sistema muscolo-scheletrico, della colonna vertebrale, del collo e del capo con comparsa nel tempo di atteggiamento scoliotici, torcicollo, plagiocefalia e patologie della sfera viscerale, neurovegetativa e sensoriale. In questi casi, l’osteopatia, a cui viene associata, laddove necessaria, la terapia neuropsicomotoria, favorisce il riequilibrio somatico e il recupero e la maturazione delle competenze posturo-motorie, sensoriali e comportamentali del bambino».

Dal punto di vista diagnostico, il servizio si è dotato lo scorso anno della strumentazione per effettuare Elettroencefalogramma sia durante la veglia che durante il sonno anche di bambini molto piccoli: si tratta di una prestazione che normalmente viene erogata da reparti ospedalieri di pediatria, ma quasi mai presso strutture di riabilitazione. L’esame, completamente non invasivo, è utile nell’inquadramento di condizioni che possono dipendere da una disfunzione del Sistema Nervoso Centrale, come disturbi del sonno, episodi di perdita di coscienza, disturbi di memoria, esiti di trauma cranico e rappresenta un fattore indispensabile per la diagnosi di epilessia, oltre che strumento utile di verifica della maturazione cerebrale.

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