Diagnosi sempre più tempestiva di malattie polmonari e cardiovascolari e prevenzione di patologie correlate al fumo: sono questi gli obiettivi di SMAC – Smokers Health Multiple Action, un progetto di screening gratuito per forti fumatori ed ex fumatori che prevede una TAC toracica a basso dosaggio, associata a un’intensa attività antifumo. Lo studio, rivolto ai fumatori da più di 30 anni o agli ex fumatori con età superiore ai 55 anni, è stato messo a punto dalla dottoressa Giulia Veronesi, Responsabile della Sezione di Chirurgia Robotica di Humanitas, presso l’Unità Operativa di Chirurgia Toracica diretta dal professor Marco Alloisio, con il supporto di Humanitas Cancer Center, Humanitas University, Ministero della Salute, AIRC, ATS Milano Città Metropolitana, Medici di medicina generale, LILT e Fondazione Umberto Veronesi.
Il progetto SMAC sarà presentato in occasione del CLEARLY meeting, un progetto multicentrico europeo di cui Humanitas è coordinatore e parte del programma Transcan 2, inserito nell’ambito di Horizon 2020. Al meeting, che si terrà giovedì 12 luglio presso il Centro Congressi di Humanitas, parteciperanno i massimi esperti europei di screening oncologici e ricerca traslazionale e si confronteranno su prevenzione del tumore polmonare attraverso l’individuazione di biomarcatori circolanti e di imaging.
Il progetto SMAC si rivolge a persone ad alto rischio per esposizione al fumo e i primi partecipanti sono in programma per settembre di quest’anno. “Attraverso lo screening riusciamo a trovare i tumori prima che diano sintomi della loro presenza, in una fase in cui sono operabili nell’80% dei casi. Attualmente la maggior parte dei pazienti arriva alla diagnosi quando compaiono i sintomi, dunque con la malattia già più avanzata e minori possibilità di guarigione. Inoltre, grazie allo screening, è oggi possibile individuare tumori molto piccoli, che possono essere trattati con chirurgia mini-invasiva robotica e personalizzata, risparmiando la maggior parte del polmone sano, con recupero funzionale rapido e dimissione precoce. Negli Stati Uniti lo screening è già una procedura standard dal 2012, a seguito delle raccomandazioni internazionali basate su studi che mostrano una riduzione della mortalità della popolazione sottoposta a screening rispetto ai controlli. Il nostro obiettivo è coinvolgere le istituzioni affinché lo screening polmonare venga inserito anche fra le misure di politica sanitaria nazionale italiane proprio grazie a questo studio pilota messo a punto con l’ATS della Città metropolitana di Milano e i medici di famiglia”, ha sottolineato la dottoressa Veronesi.
Un aspetto molto promettente della Ricerca sarà sfruttare l’Intelligenza Artificiale per la diagnosi di noduli polmonari. “Abbiamo previsto di istruire un super-computer con le immagini Tac di screening affinché in futuro sia il computer a eseguire la diagnosi differenziale tra noduli benigni e maligni del polmone, evitando biopsie e interventi invasivi per i pazienti”, ha spiegato il professor Arturo Chiti, Responsabile Medicina Nucleare di Humanitas e docente di Humanitas University.
Fra i numerosi obiettivi dello studio, accanto alle applicazioni cliniche illustrate vi sono aspetti di ricerca traslazionale. Infatti, il prelievo di sangue permetterà di approfondire lo studio sui marcatori molecolari del tumore. “L’obiettivo sperimentale è rappresentato dall’analisi di molecole e cellule del sangue nel campo di quella che viene chiamata biopsia liquida, che significa scoprire, se nei soggetti a rischio vi siano nel sangue cellule tumorali, frammenti di geni tumorali o particolari proteine”, afferma il professor Gioacchino Natoli, ricercatore e docente di Biochimica presso Humanitas University, per poter utilizzare questi test molecolari o una loro combinazione per la diagnosi precoce dei tumori e di altre patologie correlate al fumo.
SMAC prevede l’esecuzione di alcuni esami tra cui calcio coronarico alla TC e spirometria, per il rilevamento del rischio cardiovascolare e diagnosi precoce dell’enfisema e della broncopneumopatia cronica ostruttiva. “Il fumo è uno dei principali fattori di rischio per l’infarto o l’aterosclerosi. La TAC del torace a basso dosaggio permette di calcolare il grado di calcificazione delle arterie coronariche, che è direttamente proporzionale al rischio di infarto o di stenosi delle coronarie. Con lo screening potremo quindi arrivare anche a una valutazione del rischio cardiovascolare dei partecipanti al programma e, in caso, indirizzarli a controlli cardiologici per la prevenzione oppure a cambiamenti di stili di vita e/o trattamenti con terapie preventive”, ha aggiunto il prof. Gianluigi Condorelli, Direttore del Dipartimento cardiovascolare di Humanitas e docente di Humanitas University.
“Inoltre, con il dosaggio nel sangue di alcune proteine collegate all’infiammazione e con la spirometria, che valuta il funzionamento del polmone, insieme con i dati sulla presenza o meno di quadri di enfisema mostrati dalla TAC, potremo valutare la presenza di BPCO e anticiparne il trattamento riducendo la disabilità cronica”, ha sottolineato la dottoressa Francesca Puggioni, pneumologa del Centro di Medicina Personalizzata Asma e Allergie di Humanitas.
Anche la prevenzione occupa un posto di rilievo nelle attività previste da SMAC, con l’offerta di percorsi personalizzati che aiutino i partecipanti allo screening ad abbandonare il fumo. “I fumatori saranno indirizzati al Centro Antifumo di Humanitas, dove potranno avere sia incontri per il supporto psicologico sia il trattamento farmacologico per smettere di fumare. Seppure non potremo escludere dal progetto chi proprio non riesce a smettere, ogni anno il progetto SMAC cercherà di indirizzare i soggetti più dipendenti dal fumo al Centro”, ha concluso la dottoressa Licia Siracusano, Responsabile del Centro Antifumo di Humanitas.