In crescita gli interventi di sostituzione della valvola aortica con procedure transcatetere
Se ne è parlato al Congresso della Società Italiana di Cardiologia Interventistica GISE, anche in funzione dell’emergenza Covid e della necessità di contenere quanto più possibile i ricoveri ospedalieri. I dati, presentati dal professor Sergio Berti, hanno evidenziato una forte crescita delle procedure di sostituzione transcatetere della valvola aortica, con un incremento di oltre il 20% rispetto all’anno precedente ma con distribuzione disomogenea nelle diverse Regioni.
La TAVI è, oggi, una delle procedure più innovative per fronteggiare la stenosi della valvola aortica, con interventi poco invasivi che consentono di dimettere i pazienti in tempi rapidissimi Questa grave patologia è progressiva e colpisce circa il 3% della popolazione di età superiore ai 65 anni ed il 5% degli over 75. Se non trattata adeguatamente, può causare scompenso cardiaco, infezioni e, in molti casi, morte improvvisa. Ritenuta attualmente la lesione valvolare più comune interessa, solo in Europa, circa 1,2 milioni di persone.
La soluzione terapeutica maggiormente adottata prevede di sostituire la valvola malata con una artificiale. Non tutti i pazienti però sono idonei alla procedura di chirurgia “a cuore aperto”: alcuni di questi sono considerati ad alto rischio chirurgico o non operabili. L’unica terapia risolutiva ed efficace è, quindi, rappresentata dalla sostituzione della valvola malata tramite un impianto transcatetere, con un accesso transfemorale poco invasivo, che prevede l’inserimento di un sottile catetere nella gamba o nel torace.
Progettata proprio per ridurre le possibili complicanze e i rischi associati a un’operazione tradizionale, la TAVI è a tutti gli effetti una procedura salvavita, consente una significativa riduzione dei tempi di ospedalizzazione e accelera il recupero post-operatorio in condizioni di estrema sicurezza. La tecnologia è supportata da autorevoli studi clinici internazionali, che ne hanno dimostrato l’efficacia e i benefici per i pazienti. È stato dimostrato che i tassi di mortalità ad un anno dall’intervento sono di circa il 40% in meno rispetto alla procedura tradizionale di sostituzione. Grazie a questo importante risultato, le Autorità sanitarie francesi hanno stimato un’esigenza terapeutica nella popolazione di circa 300 pazienti per milione di abitanti, ovvero più del doppio rispetto alle procedure praticate fino ad ora in Italia.
Per fronteggiare i rischi e le complicanze comunque insiti in qualsiasi intervento, i dispositivi di ultima generazione, tra cui ACURATE Neo e LOTUS Edge di Boston Scientific, vengono accompagnati dal sistema di protezione embolica cerebrale SENTINEL che cattura eventuali trombi in circolo. Le valvole, inoltre, sono dotate di sistemi esclusivi di rilascio, posizionamento ed eventuale recupero della valvola stessa, che consentono di effettuare l’impianto in condizioni di massima sicurezza.
Nell’ambito del congresso GISE “Think Heart”, oltre all’ analisi presentata dal Dr.Berti, si è dato ampio spazio al tema dei ricoveri ospedalieri e delle dimissioni anticipate a seguito di sostituzioni della valvola aortica ricordando, anche, che per il 35% delle procedure TAVI si rende necessario il successivo impianto di un pacemaker.
Anche su questo fronte, indicazioni positive sono venute dal sistema ACURATE neo che ha evidenziato un basso impatto sul cuore, una minore necessità di impianto di pacemaker rispetto ad altri sistemi, la riduzione di complicanze postoperatorie quali emorragie letali oppure situazioni vascolari gravi.
Studi clinici internazionali hanno inoltre segnalato dimissioni ospedaliere dopo un solo giorno dall’impianto di un sistema valvolare ACURATE neo.
Efficacia, minima invasività, elevati parametri di sicurezza sono elementi a favore della procedura TAVI riconosciuti in tutto il mondo. A questi si aggiungono, ora, le valutazioni sulla durata del ricovero ospedaliero e sulla possibilità di dimissioni rapide, strategiche nella attuale contingenza per prevenire e limitare i contagi Covid ma, anche, per i concreti vantaggi clinici, organizzativi, economici, gestionali, legati a queste soluzioni terapeutiche. L’auspicio è che queste procedure vengano potenziate, estese e rese accessibili ad un numero sempre più ampio di pazienti, ponendosi tra le soluzioni terapeutiche più rispondenti alle esigenze di una sanità moderna.