L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e il Laboratorio Management e Sanità dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa hanno condotto un’indagine su larga scala fotografando le attitudini della popolazione italiana nei confronti del vaccino e della vaccinazione contro il Covid-19. I risultati sono stati presentati a Roma, nella sede di Agenas, venerdì 19 febbraio.

Il report fa una ricognizione delle fonti di informazione relative al virus, esplorando tre tematiche di rilevante attualità, tanto nel dibattito pubblico quanto nelle agende di lavoro dei decisori dei servizi sanitari a diversi livelli di governo, quali: la misurazione delle attitudini della popolazione italiana nei confronti del vaccino e della vaccinazione contro il Covid-19; le tematiche sul vaccino e sulla vaccinazione contro il Covid-19 su cui la popolazione italiana richiede una maggiore informazione e quali siano i canali di comunicazioni desiderati; l’importanza relativa di alcuni fattori nell’influenzare la propensione a vaccinarsi contro il Covid-19.

“Sono molto soddisfatto della collaborazione con il Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna – dichiara Domenico Mantoan, direttore generale di Agenas – perché il lavoro che abbiamo presentato permette di segnalare alcune linee di azione che i policy maker nazionali e regionali potrebbero trovare utili per colmare il divario di implementazione della campagna vaccinale. Ricordo che Agenas – prosegue Domenico Mantoan – è un ente pubblico non economico e si configura come organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) che svolge attività di ricerca e di supporto nei confronti del ministro della Salute, delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e Bolzano. Questo lavoro ne è la dimostrazione”. 

“I dati che abbiamo presentato possono essere molto utili – dichiara Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna – per promuovere azioni a livello locale, regionale e nazionale per convincere la popolazione a vaccinarsi. – Abbiamo ancora il 17% di persone che non intendono vaccinarsi e un ulteriore 17% di indecisi. Comunicazione efficace, logistica adeguata, efficienza e professionalità nel processo di erogazione sono le parole chiave per il successo della campagna vaccinale”.

“In linea con analoghe esperienze a livello internazionale, – dichiara Paola Cantarelli, ricercatrice della Scuola Superiore Sant’Anna – questo lavoro dimostra quanto le teorie alla base delle scienze comportamentali e i metodi di ricerca sperimentale siano uno strumento utile nelle mani dei policy maker chiamati ad attuare politiche pubbliche per natura multidimensionali. Con le parole di Richard Thaler – Premio Nobel per l’Economia – e Cass Sunstein, Un architetto delle scelte ha la responsabilità di organizzare il contesto nel quale gli individui prendono decisioni…non esiste un’architettura neutrale. In quest’ottica, i decisori pubblici – a tutti i livelli – sono oggi gli architetti della scelta degli individui di vaccinarsi contro il Covid-19”.

Il 69,4% della popolazione italiana pensa che il vaccino contro il Covid-19 sia il modo più rapido per tornare alla normalità, mentre soltanto l’11,7% degli italiani non è d’accordo con questa affermazione. La fascia di popolazione che più si trova in accordo con tale affermazione è quella sopra i 65 anni.

Il 65,2% della popolazione italiana dichiara le proprie intenzioni a vaccinarsi contro la malattia Covid-19 appena possibile, mentre il 17,6% degli italiani non sembra intenzionato a vaccinarsi. La fascia di popolazione che più sembra propensa alla vaccinazione è quella sopra i 65 anni. Le percentuali di disaccordo maggiori le ritroviamo invece nella popolazione con un’età compresa tra i 35 e i 44 anni.

Il 75,7% della popolazione italiana dichiara che sarebbe incentivato a vaccinarsi se ritenesse di essere correttamente informato sui rischi della vaccinazione contro il Covid-19, mentre il 7,1% degli italiani non pensa che un livello di informazioni maggiore sui rischi legati alla vaccinazione cambierebbe la propria propensione verso quest’ultima. Tra gli over 65 troviamo la maggior fetta di popolazione che è incentivata a vaccinarsi se ritenesse di essere correttamente informata sui rischi della vaccinazione.