Insidioso, spesso silenzioso e con un trend di casi in aumento che lo classifica tra le patologie emergenti. È il tumore al pancreas, una delle malattie oncologiche più temute, su cui la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma, in collaborazione con Associazione Nastro Viola e Fondazione Nadia Valsecchi, accendono i riflettori in occasione della Giornata Mondiale. Un’occasione, quella celebrata con l’incontro “Il Gemelli per i pazienti, i pazienti con il Gemelli”, per far sentire il supporto e la vicinanza alle persone con tumore al pancreas e sensibilizzare la popolazione sull’importanza della diagnosi precoce, unica arma nella lotta a questo tumore che solo in Italia fa registrare oltre 14.000 nuovi pazienti ogni anno1.
“Il tumore al pancreas può essere preso in tempo” è, infatti, il claim della campagna che il Centro Chirurgico del Pancreas del Gemelli e il Centro di Ricerche Malattie del Pancreas della Università Cattolica lanciano per sottolineare come il riconoscimento di alcuni campanelli di allarme e dei fattori di rischio siano fondamentali per diagnosticare tempestivamente questa patologia e renderla operabile.Presentata in occasione dell’evento di oggi – alla presenza di Marco Elefanti, Direttore Generale Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, e Rocco Bellantone, Direttore Governo Clinico Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Preside Facoltà di Medicina e Chirurgia “A. Gemelli”Università Cattolica – la campagna sarà al 100% digital con attività sul web e sui social.
Cuore dell’iniziativa il sito www.centropancreasgemelli.it: un portale interamente dedicato a un organo per certi versi ancora misterioso che i pazienti e non solo potranno consultare per ottenere informazioni, azzerare dubbi e conoscere il percorso più idoneo da intraprendere.
Fumo, alcol, obesità, diabete e familiarità i 5 principali fattori che possono contribuire all’insorgenza del cancro al pancreas: a causare il 25-30% dei casi è il tabacco, mentre il consumo di bevande alcoliche può far aumentare la probabilità di sviluppare una pancreatite cronica che predispone all’adenocarcinoma pancreatico. A essere nel mirino anche una dieta ricca di grassi animali e zuccheri raffinati e la presenza di diabete. Una volta diagnosticato, il tumore al pancreas può essere sconfitto solo se preso in tempo.
“Ad aumentare le possibilità di superare uno dei tumori più aggressivi,seconda causa di morte per cancro nel 2030 dopo quello al polmone, è l’intervento chirurgico – sottolinea il Professor Sergio Alfieri, Direttore Centro Chirurgico del Pancreas Gemelli -. L’emergenza sanitaria in corso, causata dal nuovo Sars-Cov-2, ha travolto e stravolto il nostro Servizio Sanitario Nazionale con un notevolissimo impatto sui malati oncologici, soprattutto sui pazienti con tumore al pancreas che richiedono un approccio integrato in Centri specializzati. Basti pensare che in Italia è del 22% in meno la percentuale dei pazienti operati rispetto allo stesso semestre del 2019. Dato allarmante ancora più evidente nella Fase 1 della pandemia con il 34% in meno di interventi chirurgici2. In controtendenza, il nostro Centro Pancreas ha accolto anche pazienti provenienti da altri Centri, registrando un aumento del 15% dell’attività chirurgica pancreatica nel primo semestre di quest’anno. Questo è stato possibile grazie all’organizzazione in tempi record di un Covid Hospital in un edificio separato dal corpo centrale, che ci ha permesso di non sospendere i percorsi oncologici come purtroppo accaduto in molte realtà italiane”.
Ed è a supporto dei pazienti che in questa situazione di emergenza sanitaria il Centro Chirurgico multidisciplinare del Gemelli mette a punto Apptrack Pancreas, un’app che monitora da remoto il paziente sia in fase pre-operatoria, sia nel corso della degenza, sia a domicilio al rientro a casa. Una digitalizzazione del percorso diagnostico-terapeutico innovativa, quella voluta dal team multidisciplinare del Gemelli, per garantire una presa in carico costante e a 360°. L’app, terminata nella sua fase progettuale, dopo un periodo di prova sarà resa disponibile per tutti i pazienti.
L’operazione chirurgica, quindi, ha un ruolo primario nella lotta al tumore al pancreas: la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi può infatti passare dall’8% al 20-30% se il paziente è operabile. Ma a fare la differenza sono i Centri ad Alto Volume.
“Oggi solo il 20% è operabile alla diagnosi e nel 50% dei casi è già metastatico. Con oltre 700 ricoveri effettuati lo scorso anno per patologie del pancreas e 110 interventi di resezione chirurgica, il Gemelli è al primo posto al Centro-Sud per volumi di pazienti trattati per neoplasie del pancreas – commenta il Professor Antonio Gasbarrini, Direttore Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche -. Nel nostro Paese sono solo 10 i Centri ad alto volume, ma rivolgersi alle strutture specializzate, in cui si concentrano elevati livelli di expertise, knowhow e multidisciplinarietà, è di primaria importanza poiché condiziona l’esito del trattamento e le prospettive di vita dei pazienti. Purtroppo ancora oggi le persone che scoprono un tumore al pancreas brancolano nel buio. Se non operato in tempo, il tumore al pancreas non perdona”.
Se da un lato l’intervento chirurgico rappresenta la carta vincente, dall’altro non può prescindere da terapie mirate e personalizzate. Numerosi sono i passi avanti compiuti dalla ricerca scientifica negli ultimi anni.
“Le neoplasie del pancreas costituiscono circa il 4% di tutti i tumori di nuova diagnosi. Oggi stiamo cominciando a comprendere meglio l’identikit molecolare di questo tumore e ciò ci spalanca le porte verso sfide future – dichiara il Professor Giampaolo Tortora, Direttore UOC Oncologia Medica e del Comprehensive Cancer Center -. Sono stati recentemente identificati diversi sottogruppi di tumore del pancreas che sembrano avere sensibilità diverse alle terapie disponibili e ai nuovi farmaci in sviluppo. Scoperte recenti ci consentono di somministrare un nuovo farmaco biologico specifico, dopo la chemioterapia, a chi ha una particolare alterazione genetica, la mutazione di BRCA. Esperti del nostro team hanno avuto un ruolo importante in queste studi e sono coinvolti nel Consorzio internazionale del Genoma del Cancro che sta sequenziando, tra gli altri, anche il DNA dei tumori del pancreas. Siamo impegnati in diversi progetti che mirano a modificare il microambiente tumorale del pancreas, alleato del tumore, tra cui l’iniezione a livello locale di farmaci biologici per cercare di rendere il tumore sensibile all’immunoterapia, attualmente inefficace in questo tumore”.
Promuovere e svolgere attività scientifiche, di base e applicate, nell’ambito delle patologie pancreatiche e neoplastiche è tra gli obiettivi principali del Gemelli Pancreatic Advanced Research Center. Inoltre, l’utilizzo di approcci mini-invasivi consente al Centro di prendere in carico anche i casi più complessi.
“Nel nostro Centro l’endoscopia terapeutica si è quasi completamente sostituita all’approccio chirurgico tradizionale – spiega il Professor Guido Costamagna, Direttore UOC Endoscopia Digestiva Chirurgica-. Con un approccio endoscopico mini-invasivo è possibile affrontare e risolvere tutte le principali conseguenze della crescita locale dei tumori del pancreas: l’ostruzione delle vie biliari mediante il posizionamento di endoprotesi transtumorali o la creazione sotto guida ecoendoscopica di anastomosi bilio-digestive; l’ostruzione del duodeno mediante l’inserimento di protesi duodenali o la creazione di anastomosi gastro-digiunali ecoendoguidate. Nondimeno la cura del dolore neuropatico mediante l’alcolizzazione dei plessi nervosi sotto guida ecoendoscopica”.
Diagnostica d’avanguardia, radiologia interventistica, eco-endoscopia, chirurgia tradizionale e mininvasiva e terapie target possono oggi cambiare le prospettive di vita di un paziente con tumore al pancreas.
“Un approccio multidisciplinare è imprescindibile nella cura di questa impattante patologia – conclude il Professor Alfieri -. Al Centro Chirurgico del Pancreas del Gemelli ciascun caso clinico viene studiato e discusso settimanalmente da chirurghi del pancreas oncologi medici e radioterapisti, insieme a diabetologi, endocrinologi, medici nucleari, anatomo-patologi, nutrizionisti, psicologi e terapisti del dolore. Obiettivo, infatti, è quello di personalizzare il percorso diagnostico-terapeutico tenendo conto delle esigenze di ciascun paziente. Solo così è possibile aumentare le probabilità di sopravvivenza e migliorare la qualità della vita dei pazienti, trattando una patologia per la quale fino a qualche anno fa il paziente veniva giudicato incurabile”.
Fondamentale il contributo delle Associazioni di pazienti, come il Nastro Viola e la Fondazione Nadia Valsecchi, che sostengono i pazienti e i loro familiari nel difficile iter terapeutico che si trovano ad affrontare dopo una diagnosi così difficile come quella di un tumore al pancreas.
In occasione della Giornata Mondiale, entrambe le Associazioni ribadiscono la necessità di una maggiore attenzione verso un tumore considerato erroneamente raro ma che, come dimostrano i dati, è in forte crescita, chiedendo maggiori investimenti da utilizzare nella ricerca e divulgazione di informazioni riguardanti sintomi e trattamenti.