La prestigiosa rivista americana “Proceedings of the National Academy of Sciences”, ha recentemente pubblicato uno studio sulle ricerche condotte dalla Prof.ssa Riccarda Granata, della Divisione di Endocrinologia e Metabolismo, Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino diretta dal Prof. Ezio Ghigo, che ha dimostrato come delle piccole molecole, i cosiddetti antagonisti dell’ormone growth hormone-releasing hormone, siano capaci di inibire la crescita delle cellule tumorali nel mesotelioma pleurico maligno, in diversi modelli sperimentali.

Gli effetti antitumorali di queste sostanze, prodotte all’Università di Miami nel laboratorio del Prof. Andrew V. Schally, Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina nel 1977, erano già stati dimostrati in altri modelli tumorali, incluso il tumore della prostata e del polmone, ma non nel mesotelioma pleurico maligno. Questo è un tumore raro e molto aggressivo, che origina dal mesotelio, una sottile membrana che riveste la pleura dei polmoni ed è spesso associato all’esposizione prolungata all’amianto, un materiale ora dichiarato fuori legge ma molto utilizzato in passato nell’industria, nell’edilizia e nei trasporti. Il tumore ha un periodo di latenza molto lungo, durante il quale rimane asintomatico e ad oggi le terapie sono limitate. Risulta quindi fondamentale identificare nuovi possibili bersagli terapeutici per contrastare questa grave patologia.

Lo studio sugli effetti degli antagonisti del GHRH è il risultato di una collaborazione con altri gruppi di ricerca dell’Università di Torino, tra i quali quello della Prof.ssa Silvia Deaglio, del Dipartimento di Scienze Mediche e dell’Istituto Italiano di Medicina Genomica e del Prof. Mauro Papotti, del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino, oltre al gruppo del Prof. Andrew V. Schally di Miami.

Il lavoro dimostra che gli antagonisti del GHRH, in particolare quelli denominati MIA-602 e MIA-690, sono capaci di inibire fortemente la crescita di diversi tipi di cellule di mesotelioma pleurico maligno umano, di bloccare i meccanismi responsabili della progressione del tumore, così come di potenziare l’azione antitumorale del pemetrexed, il chemioterapico d’elezione per il trattamento del mesotelioma. Pertanto, i risultati della ricerca suggeriscono nuove prospettive terapeutiche nel trattamento del mesotelioma pleurico maligno, nella speranza che gli antagonisti del GHRH di ultima generazione possano essere utilizzati in futuro, non soltanto a livello sperimentale, ma anche nell’uomo.