Migliorare la vita e la salute umana, ma anche l’interazione dell’uomo con gli altri organismi: è questo il principale obiettivo della biochimica, che rappresenta un vasto settore della ricerca scientifica, in gran parte applicata allo studio dei processi chimico-biologici alla base della vita. Non solo i processi molecolari che avvengono nei viventi, ma anche le basi molecolari delle malattie, lo sviluppo di farmaci innovativi e i loro meccanismi di azione, la nutrizione, le applicazioni tecnologiche delle reazioni biologiche per lo sviluppo di processi sostenibili e innovativi, l’interazione dell’uomo con la biosfera.

I nuovi tragurdi della biochimica mondiale vengono presentati nel corso del 48° congresso internazionale sulla ricerca biochimica: il FEBS Congress si tiene a Milano dal 29 giugno al 3 luglio all’Allianz MiCo e il titolo di questa edizione è “Mining Biochemistry for Human Health and Well-Being” proprio per evidenziare la dimensione scientifica e sociale ricoperto dalla biochimica a livello mondiale. Si tratta dell’evento più rilevante in Europa nell’ambito delle scienze della vita per il 2024 e sottolinea il ruolo della ricerca italiana nel contesto globale.

Le frontiere della biochimica sono oggi aperte in molteplici direzioni e gli studi più innovativi riguardano, tra gli altri, l’analisi con altissima precisione dei meccanismi molecolari che garantiscono il regolare funzionamento della cellula, l’analisi delle proteine responsabili per la infettività di un virus, la progettazione di vegetali di interesse agronomico resistenti alla siccità, un ampio filone che studia la biochimica per la diagnosi e terapia dei tumori, la produzione di nuovi materiali bio-compatibili, lo sviluppo di processi sostenibili attraverso enzimi ingegnerizzati, la systems biology.

Queste tematiche costituiscono alcuni dei filoni portanti del Congresso che vedrà intervenire 15 scienziate e scienziati tra i più importanti al mondo con altrettante lezioni plenarie a cui si affiancano speed talk, sessioni parallele e una serie di “simposi”, con la partecipazione di oltre 2mila ricercatori da tutto il mondo.

I quattro scienziati premiati con il Nobel terranno altrettante lezioni per illustrare gli ultimi traguardi nei rispettivi ambiti di studio:

– Bruce Beutler, Premio Nobel per la Fisiologia e Medicina nel 2011, aprirà il Congresso il 29 giugno con la lezione “Cancer-resistant mice”, dimostrando che è possibile indurre (nei topi, per ora) la resistenza a tumori sia solidi che leucemie;

– Robert Huber, Premio Nobel per la Chimica nel 1988, fornirà ai giovani ricercatori, una visione sui progressi spettacolari delle scienze bio-molecolari e della nostra conoscenza sulle proteine negli ultimi decenni;

– Venki Ramakrishnan, Premio Nobel 2009 per la Chimica, è uscito da poco con il libro “Why We Die: The New Science of Ageing and the Quest for Immortality” dove esamina attentamente le ricerche passate e quelle nuove per comprendere le teorie ambiziose e i limiti pratici della longevità e condivide le sue prospettive scientifiche sulle realtà dell’invecchiamento, della morte e dell’immortalità; al Convegno fornirà una visione aggiornata sui meccanismi di funzionamento del ribosoma, il principale bersaglio degli antibiotici, nella sintesi delle proteine;

– John Walker, Premio Nobel 1997 per la Chimica, illustrerà il meccansimo di funzionamento della ATP-sintasi, il motore molecolare alla base della produzione di energia nella cellula.

Il Congresso darà voce a numerosi scienziati italiani noti nel mondo. Tra questi l’immunologo Alberto Mantovani parlerà del sistema immunitario nella risposta al cancro e a COVID-19; Luigi Naldini, pioniere nel campo della terapia genica e dell’impatto della sua ricerca nella cura di gravi malattie, genetiche, è il «padre» dei vettori lentivirali, strumenti terapeutici oggi ampiamente utilizzati in clinica e derivati da uno dei virus umani più temuti, l’HIV; Elena Conti è tra i massimi esperti al mondo nelle ricerche sul metabolismo e i processi di degradazione dell’RNA, correlati a molte patologie, specialmente neurodegenerative; Fabrizio Chiti ha recentemente scoperto che una piccola molecola presente nell’intestino dello squalo potrebbe diventare la base per un nuovo farmaco contro Alzheimer; Daniela Corda è esperta in signaling, ovvero lo studio dei segnali biochimici che indirizzano e garantiscono il corretto funzionamento della cellula.