Il 70% degli over 65 non segue le cure in modo corretto. Al via un concorso nelle scuole superiori per sensibilizzare gli studenti. Ogni anno in Europa i ricoveri per mancata aderenza costano 125 miliardi di euro.

Il 50% degli anziani nel nostro Paese, pari a quasi sette milioni di over 65, è colpito da almeno una malattia cronica. Cardiopatie, diabete, asma, depressione, osteoporosi, artrosi, artrite reumatoide e glaucoma sono alcune delle patologie con cui milioni di cittadini devono convivere a lungo e, nella maggioranza dei casi, vi sono terapie che garantiscono una buona qualità di vita. Ma troppi non aderiscono ai trattamenti o li abbandonano dopo un breve periodo: si stima che solo la metà dei pazienti assuma i farmaci in modo corretto. I “non aderenti” superano il 70% fra gli anziani, che spesso sono colpiti da diverse malattie e affrontano maggiori difficoltà a seguire le indicazioni del medico. Basta pensare che l’11% degli anziani deve assumere ogni giorno 10 o più farmaci. Per sensibilizzare tutti i cittadini, in particolare gli over 65, sull’importanza dell’aderenza terapeutica, prende il via il primo progetto nazionale che coinvolge i nipoti: insegneranno ai nonni come rispettare le prescrizioni dei clinici. L’iniziativa, presentata al Senato, è promossa dal Comitato Italiano per l’Aderenza alla Terapia, che riunisce società scientifiche, medici, farmacisti, infermieri, Istituzioni e associazioni di pazienti. È già online il portale www.ciatnews.it, sono previsti incontri nelle scuole, saranno distribuiti opuscoli informativi e si terranno flash mob in cinque piazze per creare consapevolezza, con una forte ricaduta sui social network per dare risalto al messaggio virale “Io aderisco, tu che fai?”.
Il problema dell’aderenza non riguarda solo i farmaci, ma anche i consigli per adottare uno stile di vita sano: non fumare, seguire una dieta corretta e svolgere attività fisica costante. Ogni atto medico volto a modificare in maniera sostanziale le abitudini dei malati spesso incontra una resistenza a lungo termine. In particolare, in Italia, solo il 57,7% dei pazienti aderisce ai trattamenti antipertensivi, il 63,4% alle terapie ipoglicemizzanti per la cura del diabete, il 40,3% alle cure antidepressive, il 13,4% ai trattamenti con i farmaci per le sindromi ostruttive delle vie respiratorie e il 52,1% alle cure contro l’osteoporosi. Percentuali che non hanno subito variazioni di rilievo nel corso degli anni, con notevoli costi clinici e sociali. Negli Stati Uniti la mancata aderenza causa sprechi per circa 100 miliardi di dollari ogni anno, in Europa si stimano 194.500 decessi e 125 miliardi di euro l’anno per i costi dei ricoveri dovuti a questo problema.
“La perdita economica cumulativa dovuta alle malattie croniche ammonterà a oltre 47 trilioni di dollari nel prossimo ventennio – spiega Ranieri Guerra, Assistant Director General per le iniziative speciali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità –. Questa cifra rappresenta il 75% del prodotto lordo globale del 2010. A ciò contribuiscono anche le patologie mentali, che da sole valgono 16,1 trilioni, e il 63% di tutte le morti a livello globale è correlato alle malattie croniche, soprattutto di natura cardiovascolare, oncologica, respiratoria e al diabete. Mentre la prevenzione rimane un presidio fondamentale con ogni dollaro investito in azioni preventive primarie a garantire un ritorno di 7 dollari risparmiati in patologie evitabili, è anche vero che la terapia clinica rallenta il progresso delle malattie croniche e salva vite, prolungando l’aspettativa di vita e migliorandone sensibilmente la qualità. La scarsa aderenza alle prescrizioni del medico è la principale causa di non efficacia delle terapie farmacologiche ed è associata a un aumento degli interventi di assistenza sanitaria, della morbosità e della mortalità, rappresentando un danno per i pazienti, per il sistema sanitario e per la società. Maggior aderenza significa infatti minor rischio di ospedalizzazione, minori complicanze associate alla malattia, maggiore sicurezza ed efficacia dei trattamenti e riduzione dei costi per le terapie, oltre che, come detto, un prolungamento dell’aspettativa di vita di buona qualità”.
“La gestione della cronicità in Italia assorbe il 70% della spesa pubblica socio sanitaria – spiega il dott. Filippo Anelli, Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri -. Quando, a seguito della nostra visita, riteniamo di dover prescrivere un farmaco al paziente anziano, sarà nostra cura spiegargli chiaramente la posologia, preferibilmente redigendo uno schema e la tempistica di assunzione, e scegliere le formulazioni più adatte per garantire la migliore aderenza terapeutica. A questo proposito, va rilevato che, nonostante le aperture del Ministero e dell’AIFA, la prescrizione di alcuni farmaci, che portano a un miglioramento della compliance e dell’aderenza terapeutica, è ancora preclusa ai Medici di Medicina Generale, con grave disagio per i pazienti”.
“Il progetto coinvolge tutti i clinici che ogni giorno affrontano il problema, fra cui cardiologi, oncologi, medici di famiglia, reumatologi, pediatri, oculisti, dermatologi, pneumologi, urologi e psichiatri – afferma Mauro Boldrini, Vice Presidente CIAT -. Per sensibilizzare i nipoti, sarà attivato nelle prossime settimane un concorso nelle scuole superiori rivolto agli studenti del biennio, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Le scuole, grazie ai ragazzi che realizzeranno un tema sull’aderenza terapeutica, avranno la possibilità di vincere materiale d’uso scolastico. I temi migliori saranno selezionati dalla scuola e valutati, in un secondo momento, da una giuria che includerà presidenti di società scientifiche e rappresentanti delle Istituzioni”.
“Il coinvolgimento dei nipoti consente di raggiungere tutte le fasce d’età – sottolinea il dott. Paolo Biasci, Presidente FIMP -. I più giovani inoltre diventeranno adulti più consapevoli del ruolo della corretta assunzione dei trattamenti. I principali fattori alla base della mancata aderenza sono la complessità della gestione della terapia, l’inconsapevolezza della malattia e dell’importanza di seguire le prescrizioni del medico nel lungo periodo e condizioni cliniche che rendono il paziente poco vigile. A questi elementi si aggiungono talvolta convinzioni personali errate o irrazionali sui farmaci, tra cui il timore di potenziali reazioni avverse oppure al contrario un uso non corretto delle terapie senza il consiglio del pediatra. Proprio su questo la FIMP ha recentemente avviato una campagna di sensibilizzazione delle famiglie”.
“Terapie innovative consentono di cronicizzare anche malattie gravi come i tumori – afferma il prof. Paolo Marchetti, Direttore Oncologia Medica B del Policlinico Umberto I di Roma e Ordinario di Oncologia all’Università La Sapienza -. Ogni giorno, in Italia, più di 510 nuovi casi di cancro riguardano gli over 70. Ma solo il 48,4% delle donne e il 48,1% degli uomini in questa fascia d’età sono vivi a cinque anni dalla diagnosi, con notevoli differenze rispetto alla popolazione generale. Garantire a tutti i pazienti, inclusi gli anziani, l’accesso ai farmaci innovativi è una condizione necessaria ma non sufficiente se non si migliora l’aderenza. È noto il paradigma clinico secondo cui più farmaci vengono prescritti, maggiore è la probabilità di non conformità alle terapie. Un fenomeno particolarmente frequente negli over 65, spesso con capacità visive e funzioni cognitive ridotte”.
“Il 32% degli anziani utilizza farmaci antinfiammatori e antireumatici per la cura, tra gli altri disturbi, di artriti e artrosi – continua il prof. Guido Valesini, Vice Presidente SIR -. Il 40% dei 350mila pazienti colpiti da artrite reumatoide non segue le terapie in modo corretto. L’eccessivo carico di lavoro cui sono spesso sottoposti i medici nella pratica clinica può portare a spiegazioni troppo veloci e, talvolta, superficiali dei motivi che stanno alla base di una prescrizione farmacologica. Da qui la necessità di una vera e propria rivoluzione culturale che questo progetto vuole favorire e che riguarda tutti gli attori interessati, a partire da una migliore comunicazione medico-paziente”.
“In Italia, in 40 anni, l’aspettativa di vita si è molto allungata in entrambi i sessi: oggi un over 65 ha ancora davanti a sé più di un ventennio – conclude Roberto Messina. Presidente Senior Italia FederAnziani -. In particolare, la speranza di vita alla nascita è pari a 80,6 anni per gli uomini e a 84,9 anni per le donne. Questi risultati sono stati influenzati, nel tempo, dai progressi della ricerca in medicina, dalle terapie innovative, dalle diagnosi precoci e dalle campagne di prevenzione. La popolazione anziana è quella più a rischio sotto il profilo dell’aderenza alle terapie, soprattutto in compresenza di numerose patologie. L’Italia è al secondo posto in Europa per indice di vecchiaia, con intuibili conseguenze sull’assistenza sanitaria a causa del numero elevato dei malati cronici. L’aderenza alle terapie è pertanto fondamentale per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale”.
È stato anche depositato il disegno di legge che prevede l’istituzione, il 12 aprile, della “Giornata Nazionale dell’aderenza alle terapie”, la prima mai realizzata, che intende promuovere cultura a 360° su questi temi.