Guselkumab migliora la sintomatologia articolare e cutanea dell’artrite psoriasica
Guselkumab migliora diversi outcomes clinici, in pazienti adulti con artrite psoriasica attiva. Sono i nuovi dati a 52 settimane degli studi clinici di fase 3, DISCOVER-1 e DISCOVER-2, presentati da Janssen, azienda farmaceutica del gruppo Johnson & Johnson, allo European League Against Rheumatism E-Congress 2020, e riguardano il miglioramento dei sintomi articolari e cutanei, dell’infiammazione dei tessuti molli, della funzionalità fisica e la riduzione della progressione radiografica del danno articolare.
Guselkumab non è attualmente autorizzato per il trattamento di pazienti adulti con artrite psoriasica attiva ed è in fase di valutazione da ottobre 2019, per questa indicazione, da parte dell’European Medicines Agency, proprio sulla base dei dati degli studi del programma DISCOVER. I risultati relativi al raggiungimento dell’endpoint primario di questi studi sono stati recentemente pubblicati sulla rivista scientifica “The Lancet”.
“Le persone che convivono con l’artrite psoriasica attiva devono affrontare sintomi debilitanti ed uno stato infiammatorio che alla fine possono portare a danni irreversibili alle articolazioni”, spiega Christopher Ritchlin, Chief of the Division of Allergy, Immunology and Rheumatology and Director of the Clinical Immunology Research Center at the University of Rochester Medical Center in Rochester, New York e principale ricercatore dello studio DISCOVER-1. “I risultati degli studi DISCOVER-1 e DISCOVER-2 sono incoraggianti sia per i pazienti sia per i medici, che potrebbero essere alla ricerca di nuove opzioni di trattamento con farmaci biologici che utilizzino meccanismi d’azione diversi rispetto all’inibizione del TNF alfa, per contrastare la molteplicità dei sintomi dell’artrite psoriasica.”
Gli studi DISCOVER-1 e DISCOVER-2 hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di guselkumab rispetto al placebo. Il primo ha incluso pazienti naïve ai trattamenti biologici o che erano stati precedentemente esposti a farmaci biologici anti-TNF alfa. Il secondo, invece, ha incluso solo pazienti naïve ai trattamenti biologici, valutando anche la progressione radiografica del danno articolare. In entrambi gli studi, i pazienti sono stati randomizzati al trattamento con guselkumab 100 mg ogni 4 settimane settimane a guselkumab ogni 4 settimane. Questi risultati sono stati presentati in forma di poster al congresso European League Against Rheumatism E-Congress di quest’anno, durante il quale Janssen ha condiviso dati per un totale di 32 abstract.
In entrambi gli studi, i tassi di risposta secondo l’American College of Rheumatology a 52 settimane sono stati calcolati considerando i dati in base al metodo NRI in cui i pazienti che abbandonavano lo studio dopo la settimana 24 erano valutati come non responder.
Nello studio DISCOVER-1, a 52 settimane: il 73% dei pazienti trattati con guselkumab ogni 4 settimane e il 60% dei pazienti trattati ogni 8 settimane ha raggiunto l’ACR20; il 54% dei pazienti trattati ogni 4 settimane e il 39% di quelli trattati ogni 8 settimane ha raggiunto l’ACR50; tra i pazienti che presentavano psoriasi clinicamente rilevante al basale, l’83% dei trattati con guselkumab ogni 4 settimane, il 69% dei trattati ogni 8 settimane e l’82% del gruppo placebo passati a guselkumab ogni 4 settimane hanno ottenuto una pelle libera da psoriasi o quasi con un miglioramento di almeno 2 gradi dal basale, secondo il punteggio IGA.
Nello studio DISCOVER-2, a 52 settimane: il 71% di chi ha ricevuto guselkumab ogni 4 settimane e il 75% di chi lo ha ricevuto ogni 8 settimane ha raggiunto l’ACR20; il 46% dei pazienti trattati ogni 4 settimane e il 48% di quelli trattati ogni 8 ha raggiunto l’ACR50; tra i pazienti che presentavano psoriasi clinicamente rilevante al basale, l’84% dei trattati ogni 4 settimane, il 77% dei trattati ogni 8 settimane e l’84% del gruppo placebo passati a guselkumab ogni 4 settimane hanno ottenuto una pelle libera da psoriasi o quasi con un miglioramento di almeno 2 gradi dal basale, secondo il punteggio IGA; guselkumab ogni 4 o 8 settimane ha mostrato miglioramenti duraturi nell’inibizione della progressione radiografica del danno strutturale articolare fino a 52 settimane.
Gli studi DISCOVER hanno anche mostrato miglioramenti in molti endpoint secondari a 52 settimane rispetto alla 24esima settimana, tra i quali la risposta ACR70, la risoluzione dell’infiammazione dei tessuti molli, il punteggio dell’attività di malattia, il miglioramento della funzionalità fisica, e degli indici dello stato di salute fisica.
In entrambi gli studi, guselkumab è risultato ben tollerato fino al completamento dello studio e gli eventi avversi più comuni sono stati generalmente coerenti con gli studi precedenti e con le informazioni del Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto in uso. Gli eventi avversi gravi e le infezioni gravi si sono verificati nel 4% dei pazienti trattati con guselkumab nello studio DISCOVER-1 e nell’1% nello studio DISCOVER-2. Non sono stati segnalati decessi nei pazienti trattati con guselkumab e nessun paziente trattato con il farmaco ha manifestato malattia infiammatoria intestinale, infezioni opportunistiche, tubercolosi attiva o reazioni anafilattiche o simil-malattia da siero.
“L’efficacia di guselkumab nell’artrite psoriasica è già stata dimostrata essere superiore al placebo a 24 settimane. Questi nuovi dati mostrano che l’efficacia è mantenuta fino a 52 settimane, con dati di sicurezza coerenti con il profilo ormai consolidato di guselkumab nella psoriasi”, afferma Alyssa Johnsen, Vice President, Rheumatology Disease Area Leader, Janssen Research & Development. “Siamo estremamente lieti di questi risultati che sostengono il nostro impegno continuo nella ricerca volta a offrire cure sempre più efficaci per le persone con artrite psoriasica.”