Sospesi tra crescita lenta e stagnazione, mentre i consumi continuano a concentrarsi soprattutto nelle Regioni del Nord Italia dove i cittadini sono meno disposti a versare il differenziale di prezzo per ritirare il farmaco di marca off patent invece del generico, completamente rimborsato a carico del Ssn.

A tracciare il bilancio dello stato di salute del comparto dei farmaci equivalenti in Italia è l’ultimo Report di settore di Egualia, l’associazione italiana dei produttori di generici, biosimilari e value added medicines, relativo all’anno 2021.

Dall’analisi dei macro-dati relativi al canale farmacia emerge che lo scorso anno i generici-equivalenti hanno assorbito il 22,6% del totale del mercato nazionale a volumi, quasi alla pari con i brand a brevetto scaduto, mentre ai farmaci esclusivi è andato il restante 53,76% del mercato complessivo, pari a 1,7 miliardi di confezioni dispensate in farmacia. A valori però i generici equivalenti hanno quotato solo il 14,81% totale del mercato, per complessivi 1,5 miliardi di euro contro il 36,76% assorbito dai brand a brevetto scaduto e il 48,43% assorbito dai farmaci esclusivi.

Nel solo segmento complessivo dei farmaci fuori brevetto i generici-equivalenti hanno assorbito il 30% mercato a volumi contro il 70% detenuto dai brand a brevetto scaduto.

Dati non esaltanti da inquadrare tuttavia nella generale stagnazione del mercato in farmacia, che nel 2021 ha registrato una flessione dello 0,6% del totale delle confezioni rimborsate e dello 0,7% della spesa rimborsata rispetto al 2020.

Su un totale di 1,7 miliardi di confezioni di farmaci venduti in farmacia i generici-equivalenti hanno rappresentato il 20,1% delle vendite in classe A, il 2,2% in classe C e appena lo 0,3% nell’area dell’automedicazione, con una crescita complessiva dello 0,1% a volumi e dello 0,3% a valori.

In particolare, si registra una flessione delle confezioni relative ai prodotti esclusivi dello 0,1% rispetto allo stesso periodo del 2020.

In crescita invece il segmento relativo ai farmaci a brevetto scaduto in particolare quello dei generici-equivalenti che fa registrare una crescita del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2020.

Oltre il 60% della spesa farmaceutica in fascia A del SSN afferisce all’area dei farmaci off patent, ma resta profondamente diversificata l’incidenza dei generici-equivalenti, che rappresentano il 25,3% della spesa totalmente rimborsata. A livello di macroaree geografiche il ricorso ai generici-equivalenti risulta decisamente privilegiato al Nord, rispetto al Centro e al Sud, a fronte di una media Italia del 30,5% a confezioni e del 25,3% a valori.

L’incidenza maggiore dei generici-equivalenti nel rimborsato farmaceutico pubblico si registra nella P.A. di Trento, in Lombardia, in Friuli-Venezia Giulia. In coda invece per consumi di generici-equivalenti Basilicata, Calabria, Campania.

Nel 2021 i cittadini hanno continuato a versare di tasca propria 1.051 milioni di euro di differenziale di prezzo per ritirare il marchio off patent invece che il generico-equivalente interamente rimborsato dal SSN.

L’incidenza maggiore a livello regionale si registra in Molise e nel Lazio. Quella più bassa si registra invece ancora una volta in Lombardia, dove il differenziale versato dai cittadini quota il 10,8% della spesa regionale SSN in farmacia.

La categoria che vede primeggiare in modo assoluto i generici-equivalenti è quella dei prodotti per la disfunzione erettile, che assorbono il 74,80% del mercato a volumi e il 63,70% della relativa spesa. In classe A resta regina la categoria terapeutica degli inibitori di pompa protonica seguita a stretto giro da ipoglicemizzanti orali, ACE inibitori, statine e beta-bloccanti.

Star della classe C, infine, la categoria dei tranquillanti, dove i generici-equivalenti assorbono il 37,1% del mercato.

Per quanto riguarda la classifica per molecole capolista il pantoprazolo, che assorbe il 7% a volumi sui consumi in classe A. Seguono due molecole di uso consolidato per il trattamento delle patologie cardiovascolari e la metformina, storico farmaco di prima linea per il diabete di Tipo 2.

Tra stagnazione e depressione anche il trend dei consumi nel canale ospedaliero: i generici-equivalenti hanno assorbito il 30,1% del mercato a volumi e appena il 2,4% del mercato a valori.

La quota più rilevante del mercato del canale è rimasta nelle mani dei brand a brevetto scaduto che hanno concentrato il 35,9% dei consumi in corsia.

Con un 34% del mercato in corsia assorbito sono comunque farmaci esclusivi a dominare la spesa, concentrando il 91,7% del giro d’affari farmaceutico nel canale ospedaliero.