Le Medicine interne all’ospedale San Jacopo che erano state unificate nel 2013, tornano ad essere due con l’affidamento dell’incarico per la Medicina 2 a Gabriele Nenci. In servizio al San Jacopo dal 21 gennaio scorso, dall’89 Nenci ha sempre lavorato in Medicina all’ospedale San Giovanni di Dio dove dal 2007 al 2011 è stato anche direttore della Medina interna.
Prosegue l’incarico come direttore di Medicina interna 1 al San Jacopo, Massimo Giusti, che territorialmente ha la direzione anche della medicina interna dell’ospedale di San Marcello Pistoiese. Un cambiamento di tipo organizzativo che non modifica niente in termini di tipologia di ricovero e di servizi perché il personale medico e infermieristico continuerà ad operare in un’ottica di intensità di cura. Nessun cambiamento anche per il paziente che dalla suddivisione del reparto in due unità operative potrà cogliere solo i benefici di una migliore gestione.

“Con questa riorganizzazione abbiamo voluto valorizzare l’attività di medicina interna del San Jacopo-afferma Giancarlo Landini Direttore del Dipartimento delle Specialistiche Mediche Azienda Usl Toscana Centro-Una sola Struttura Complessa di Medicina Interna adibita a gestire più di 120 letti non era funzionale all’ospedale. Pertanto due strutture che si dividono i compiti e le funzioni potranno svolgere meglio il loro lavoro.”

Il reparto di Medicina interna 1 gestisce circa 50 posti letto dell’ospedale San Jacopo a cui si aggiungono una ventina di posti letto di San Marcello pistoiese. Il resto dei posti del San Jacopo, circa 65 unità, sono gestiti dal reparto di Medicina interna 2. I pazienti che arrivano in Medicina interna provengono per la maggior parte dal Pronto Soccorso ma nel reparto sono trattate patologie di interesse internistico come ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari e del metabolismo. Afferiscono alla Medicina interna 1 e 2 anche le attività ambulatoriali.

Inoltre nella sezione A di Medicina 2 c’è il progetto di realizzare il setting 2A, un modulo di degenza, cioè, a maggiore complessità assistenziale che aggregherà pazienti provenienti da terapia intensiva, con comorbilità che necessitano di un’assistenza e di un controllo più frequente.