È attivo da maggio un nuovo percorso dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena per la gestione dei pazienti anziani con frattura del femore. È la Geriatria dell’Ospedale Civile di Baggiovara, diretta dal prof. Marco Bertolotti, il punto di riferimento del nuovo percorso che ha visto dedicare 10 posti letto all’Ortogeriatria, oltre a 19 posti per la Riabilitazione Ortogeriatrica, sia per i pazienti operati a Baggiovara, sia per quelli in precedenza operati al Policlinico di Modena.
“Sono circa 500”, riferisce il Dr. Roberto Scotto, geriatra, “i pazienti operati ogni anno negli ospedali modenesi per questa patologia che spesso si associa a diverse complicanze motivate dall’età e dal quadro clinico del paziente”.
“L’Ortogeriatria – spiega il prof. Marco Bertolotti – è quella branca della geriatria che si occupa della gestione del paziente anziano con frattura di femore. Questa condizione rappresenta un evento drammatico in termini di mortalità e perdita dell’autosufficienza, e l’ortogeriatria si prefigge di individuare il percorso ottimale per migliorare questi outcomes. Secondo il modello precedente il paziente con frattura del femore veniva ricoverato in Ortopedia, che assicurava l’intervento entro le 48 ore e solo in un secondo momento, se ritenuto necessario, il paziente veniva trasferito in Ortogeriatria. Oggi, invece, grazie al modello assistenziale recentemente implementato i letti di Ortogeriatria trovano collocazione all’interno della Unità Operativa di Ortopedia e sono passati da 6 a 10. Inoltre, la struttura di degenza di Geriatria Post-Acuzie è stata riconvertita a Riabilitazione Ortogeriatrica, coordinata dalla Dr.ssa Caterina Rontauroli, aumentando a 19 il numero di posti letto. Grazie a tale potenziamento, e al nuovo progetto condiviso nei due ospedali della nostra azienda, il paziente viene ricoverato subito in Ortogeriatria dove viene gestito nella fase pre e post-operatoria sino al trasferimento in riabilitazione e alle dimissioni. Questo consente che sia un geriatra a gestire tutti gli aspetti della degenza, dalla fase acuta a quella riabilitativa, garantendo continuità assistenziale a un paziente che ha spesso co-morbilità e che necessita di particolari attenzioni per evitare complicanze legate al ricovero in ospedale.”
Oltre alla Geriatria, il progetto coinvolge in modo diretto l’Ortopedia dell’Ospedale Civile, che assicura il trattamento chirurgico precoce, la gestione delle problematiche perioperatorie, e garantisce il ricovero dei Pazienti nelle ore notturne e nelle giornate festive; fondamentale è il ruolo della Medicina Riabilitativa.
A questo progetto forniscono inoltre supporto essenziale le altre unità operative dell’Ospedale Civile di Baggiovara: l’Anestesia, perno fondamentale nel garantire la precocità dell’intervento, e il Pronto Soccorso. Il progetto richiede inoltre il pieno coinvolgimento delle strutture del Policlinico, con cui è fondamentale il coordinamento: l’Ortopedia, il Pronto Soccorso, le Anestesie, la Post-Acuzie dell’Ospedale Civile garantisce il percorso successivo alla fase di acuzie dei pazienti geriatrici, dopo la riorganizzazione dell’attività ortogeriatrica, e la Medicina ad indirizzo Metabolico Nutrizionale dell’Ospedale Civile si alterna alla Geriatria nel fornire supporto di consulenza internistica durante i turni di guardia.
“Si tratta di un progetto che coinvolge diverse discipline – ha concluso il prof. Bertolotti – perché il paziente anziano per la sua complessità necessita di un approccio specialistico e multi-disciplinare per consentirne innanzitutto un trattamento chirurgico precoce, secondo le linee guida regionali e nazionali, e successivamente un percorso riabilitativo tempestivo che conduca a una piena guarigione priva di complicanze legate all’ospedalizzazione e limiti al massimo l’incidenza di disabilità. Non va inoltre trascurata la valenza scientifico-didattica di questo modello, che prevede la frequenza di medici in formazione specialistica in Geriatria e, grazie al contributo della Prof.ssa Chiara Mussi, docente di Geriatria, consente la raccolta di dati sperimentali interessanti che confermano la validità di questo modello, che ha ridotto in modo rilevante la percentuale di complicanze e la mortalità in questi pazienti”.