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Fos S.p.A. ed ENEA brevettano un sistema diagnostico innovativo per le analisi in vitro di infezioni da agenti patogeni grazie all’utilizzo di OLED e cristalli fotonici

FOS S.p.A. comunica di aver ottenuto dall’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, in contitolarità con l’ENEA, l’attestato di brevetto per invenzione industriale per la stazione fotometrica per l’analisi diagnostica in vitro mediante l’utilizzo di dispositivi opto-elettronici a base organica e di cristalli fotonici.
Il brevetto, di cui sono titolari ENEA e Fos S.p.A., è stato ideato e sviluppato presso il Laboratorio Nanomateriali e dispositivi dell’ENEA di Portici in collaborazione con l’istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti del CNR di
Pozzuoli.
“La Stazione Fotometrica che abbiamo realizzato permette di eseguire test immunoenzimatici per rilevare l’eventuale presenza di anticorpi o di antigeni in un campione, tipicamente nel sangue, e accertare, ad esempio, la presenza di un’infezione, come nel caso del test ELISA – Enzyme Linked Immunosorbent Assay”, spiega Giuseppe Nenna inventore del brevetto insieme ad altri colleghi ENEAi.
Questo innovativo sistema deve la sua unicità all’utilizzo delle sorgenti ottiche OLED di nuova generazione che garantiscono un’ampia banda spettrale per ricoprire tutte le lunghezze d’onda solitamente utilizzate per questo tipo di test diagnostici, oltre a una “razionalizzazione” degli esami. A questo si aggiunge l’uso di cristalli fotonici, che consistono in nano strutture realizzate con distanze regolari in modo da selezionare lunghezze d’onda opportune.
“Il nostro sistema è caratterizzato anche da un innovativo metodo di filtraggio della luce basato su cristalli fotonici, che abbiamo sviluppato in collaborazione con il CNR e che consente una selezione precisa e adattabile delle lunghezze d’onda e dell’ampiezza di banda utilizzate e più richieste per l’analisi dei campioni”, aggiunge Giuseppe Nenna che ha sviluppato il metodo di filtraggio insieme al gruppo di ricerca “Nanofotonica e Materiali Artificiali” del CNR guidato da Lucia Petti e, in particolare, col contributo di Massimo Rippa e Ambra Vestri.
L’utilizzo dei dispositivi organici permette di contenere il costo del sistema e il suo livello di integrazione può essere aumentato con maggiore facilità, consentendo ingombri e pesi inferiori e rendendo il sistema compatto, facilmente integrabile e scalabile anche su substrati flessibili, potendo evitare l’utilizzo di fibre ottiche aggiuntive e filtri interferenziali.
“Questo brevetto permette di ampliare ulteriormente la collaborazione virtuosa tra ricerca e impresa che ENEA e Fos mettono in pratica da circa 10 anni” – spiega Giorgio Allasia, Director of Engineering and R&D Business Unit – Head of Technology Transfer di Fos S.p.A.- “Dopo le positive esperienze in ambito Agro, la tecnologia della Stazione Fotometrica che è stata brevettata rappresenta un punto di forte innovazione nelle analisi in vitro orientate alla individuazione di infezioni da agenti patogeni. Con i prossimi passi verso il consolidamento e l’ingegnerizzazione della stazione fotometrica si potrà avere un nuovo apparato medicale e nuovi processi che risulteranno utili nella prevenzione di pandemie”.

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