“Ancora più vicini, a Verona e al suo territorio”: a questa esigenza ha risposto Fondazione Just Italia, analizzando le difficoltà di tante organizzazioni sociali e assistenziali di Verona e Provincia che, a causa del coronavirus, hanno rischiato di compromettere in modo definitivo le proprie attività, mettendo a rischio l’assistenza a tante persone fragili e bisognose.

Una “presa di coscienza” che ha portato la Fondazione a riprogrammare il consueto Bando annuale per progetti solidali nel territorio veronese focalizzandolo sull’“emergenza Covid-19” e a destinare rapidamente le risorse disponibili a organizzazioni non profit impegnate a fronteggiare l’emergenza attraverso attività di supporto a categorie fragili quali anziani e disabili ma, anche, a Enti non profit che hanno chiesto aiuto per garantire la continuità operativa delle proprie attività.

Allo speciale bando locale per l’“emergenza Covid-19 hanno risposto decine di organizzazioni di Verona e provincia che hanno sottoposto alla Fondazione ben 83 progetti e relative richieste di sostegno.

Con una procedura estremamente rapida, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, con il supporto del Comitato di Gestione, ha selezionato 9 proposte, in grado di assicurare continuità operativa durante l’emergenza e rispondenti a requisiti di impatto sociale, affidabilità ed esperienza, coerenza con i “valori” della Fondazione. Ad ognuna di queste è già stato corrisposto il sostegno economico per fornire l’aiuto richiesto.

La cooperativa sociale Giovani Amici Veronesi di Negrar ha puntato soprattutto sull’adeguamento delle misure di sicurezza per le comunità psichiatriche, solitamente caratterizzate da spazi aperti che favoriscono le relazioni e gli scambi ma che, proprio per questo, comportano elevati rischi di contagio. Di conseguenza, le comunità-alloggio dell’Associazione sono state riorganizzate secondo nuove normative igienico/sanitarie puntando, inoltre, sul contenimento dello stress psicologico subito dai pazienti attraverso la creazione di specifiche attività quotidiane. Alla Cooperativa è stato erogato un contributo di 5.000 euro.

La Croce Bianca di Verona OdV ha effettuato, nel solo mese di aprile, ben 300 interventi, successivamente incrementati e resi ancora più problematici dall’emergenza Per questo, un mezzo di soccorso è stato destinato in modo specifico a pazienti Covid, accertati o sospetti, con costi straordinari per la sanificazione del mezzo e degli operatori dopo ogni intervento e per dispositivi di protezione individuale, disinfettanti e igienizzanti. Per sostenere i costi emergenziali e garantire un servizio adeguato ai pazienti e alle loro famiglie, la Croce Bianca ha ricevuto un importo di 8.000 euro.

Il progetto di Fondazione Historie Onlus di Valeggio sul Mincio ha ricevuto un sostegno di 8.500 euro per una iniziativa destinata ai centri diurni e di sollievo per 110 adulti con disabilità psichiche e cognitive. Il lockdown, che ha imposto la chiusura dei centri, ha orientato l’organizzazione verso attività di sostegno a distanza per gli ospiti bloccati al proprio domicilio. Gruppi di coordinamento e di lavoro multidisciplinare hanno messo a punto strumenti fruibili a distanza quali video, esercizi, stimolazioni cognitive che hanno consentito di mantenere vivo e costante il “dialogo” con i propri assistiti.

È andato alla Fondazione Frati Minori di Venezia il contributo di 7.500 euro per non sospendere la mensa della parrocchia veronese di S. Bernardino che nel periodo Covid-19 ha visto aumentare le presenze di oltre il 40%. Il progetto, chiamato non a caso “Emergenza pane”, ha continuato a rispondere al bisogno primario del cibo mettendo a disposizione, ogni giorno, un pasto “da asporto” per 140 persone italiane e straniere che sono state così assistite senza il rischio di assembramenti. Presso la medesima struttura le persone in difficoltà hanno anche trovato docce e cambio della biancheria. Nel periodo della pandemia, hanno ricordato i responsabili, i costi sono aumentati in misura esponenziale anche per garantire sicurezza, protezione degli operatori e sanificazione degli ambienti.

È costituito da volontari il Gruppo Promozionale Quartiere Trieste, attivo nei quartieri veronesi di Borgo Trieste e Borgo Venezia per assistere persone in difficoltà economica soprattutto per mancanza di lavoro attraverso la distribuzione di vestiario, materiale didattico e per le esigenze quotidiane ma, anche, assistenza per l’istruzione di pratiche e consulenza per la ricerca di un lavoro o di una abitazione. L’attività, cui la Fondazione contribuisce con un importo di 6.500 euro, viene svolta secondo un “modello generativo” che prevede interventi finalizzati ad aiutare ogni individuo a procedere in autonomia, dopo aver ricevuto l’aiuto necessario a rimettersi in gioco. La Rete sociale informale che si è venuta a costituire ha aiutato molte persone a riacquistare autostima e fiducia e a guardare con speranza al futuro.

In un periodo segnato dalla drammatica pandemia, è inevitabile che le persone svantaggiate restino “ancora più indietro”. Basti pensare ai bambini e ragazzi con difficoltà sociali ed economiche che vivono nelle comunità veronesi gestite dalla Cooperativa sociale l’Albero. Il lockdown ha creato purtroppo ulteriori situazioni di isolamento e lontananza sia dalla famiglia d’origine sia dalla scuola. Per garantire la continuità del percorso scolastico la Cooperativa ha messo a punto un progetto basato sulla disponibilità di tablet per consentire a ogni persona di connettersi e usufruire sia del materiale educativo per la didattica distanza, sia del supporto di un operatore presso ogni comunità residenziale. L’iniziativa si è aggiudicata un contributo di 25.000 euro da parte della Fondazione.

Quando la parola d’ordine è stata “restare a casa”, la Ronda della Carità di Verona si è concentrata su chi una casa non ce l’ha: i senzatetto, le cui esigenze primarie sono un ricovero e un pasto quotidiano. Il lockdown ha costretto la Ronda a modificare profondamente la propria attività, sia per l’aumento di richieste, passate da 75 in marzo a 200 nel mese successivo, sia per garantire la sicurezza dei volontari e fronteggiare le insufficienti donazioni di pasti da parte di mense e ristoranti chiusi per il lockdown. Questo ha comportato l’acquisto diretto di generi alimentari e di strumenti per cucinarli e distribuirli in maniere adeguata. I volontari della Ronda della Carità si sono così trasformati in veri e propri “cucinieri di strada”, dotati degli strumenti per non interrompere la loro insostituibile funzione e che per questo dal bando di Fondazione Just Italia hanno ricevuto un contributo di 30.000 euro.

Attivato dal 2016 nei comuni di Oppeano e Zevio dall’Associazione Volontari Oppeanesi A.V.O., il progetto “Tutti in rete. Insieme si può” si propone di favorire il benessere psicofisico e la permanenza al proprio domicilio di anziani affetti da demenza e dei loro familiari, assicurando l’assistenza domiciliare di professionisti e volontari. Un supporto prezioso che il lockdown ha drammaticamente azzerato costringendo tante famiglie ad affrontare da sole la difficile quotidianità. La risposta di A.V.O. con questo progetto ha consentito di adottare modalità operative riconducibili alle disposizioni nazionali e ispirate a una maggiore collaborazione con varie istituzioni del volontariato. Consulenze on line, videochiamate e tutorial, telefonate, monitoraggi a distanza da parte di psicologi, dietisti, fisioterapisti, logopedisti e infermieri si sono affiancati agli sportelli di ascolto già previsti e ai volontari a disposizione per le commissioni quotidiane. Il Progetto ha ricevuto da Fondazione un sostegno di 5.000 euro.

L’Associazione Sindrome di Down AGbD Onlus porta avanti da tempo il progetto “Autonomamente”, per aumentare l’autonomia e l’inclusione sociale di persone affette da sindrome di Down: Il progetto è stato interrotto durante il lockdown, con la riconversione verso attività di smartworking o basate esclusivamente sul volontariato. L’iniziativa attuale, sostenuta da Fondazione Just Italia con 3.000 euro – punta ora alla graduale ripresa delle attività e dei rapporti “live” con gli utenti attraverso un adeguamento ed aggiornamento dei programmi. Previsti inizialmente interventi basati esclusivamente sul rapporto individuale tra utente e operatore, l’Associazione punta a riprendere gradualmente la modalità di interazione con piccoli gruppi, presso le proprie strutture residenziali.

«L’emergenza Covid-19 ha stravolto tante vite e richiede, oggi più che mai, attenzione e disponibilità», conclude la Vicepresidente di Fondazione Just Italia Daniela Pernigo. «A fronte di un’emergenza così dura e imprevista, abbiamo voluto essere ancora più vicini alle organizzazioni non profit, poiché dalle loro attività sociali e assistenziali dipende l’esistenza di molte persone. Ci siamo impegnati a intervenire tempestivamente, per aiutare subito i più fragili: intendiamo essere, ora più che mai, al loro fianco».