La fondazione internazionale EMN ha pubblicato sulla rivista “Lancet Haematology” un consensus sulla vaccinazione anti COVID-19 nei pazienti affetti da mieloma multiplo.

Il Mieloma Multiplo è un tumore maligno con una prevalenza globale stimata pari a 550.000 pazienti. Questa patologia è spesso associata ad un abbassamento delle difese immunitarie e ad un maggiore rischio di infezioni e di mortalità correlata alle infezioni stesse. Di conseguenze, i pazienti con mieloma sono anche maggiormente esposti al rischio di contrarre l’infezione da COVID-19, con decorsi di malattia più lunghi, elevati ricoveri, maggiore accesso alle terapie intensive e infine una più elevata mortalità.

“I fatti degli ultimi due anni hanno chiaramente mostrato i devastanti effetti del virus SARS-CoV-2 nella popolazione generale, e la situazione è certamente più complessa nei pazienti con mieloma multiplo, il cui sistema immunitario è spesso compromesso dalla loro malattia – spiega il Prof. Mario Boccadoro, vicepresidente del network europeo EMN e presidente del braccio italiano EMN Italy – I vaccini sono l’arma più efficace che abbiamo a disposizione, ma dobbiamo anche saperli usare al meglio nei nostri pazienti che non rispondono come i soggetti normali. L’EMN ha fatto grandi passi avanti in questa direzione, e il consensus europeo appena pubblicato è la dimostrazione di come la collaborazione e la ricerca scientifica siano essenziali per accelerare il ritorno alla normalità”.

In particolare, secondo quanto riportato dal panel di esperti dell’EMN, i pazienti con mieloma che hanno ricevuto i vaccini BNT162b2, mRNA-1273, ChAdOx1 nCoV-19 e AD26.COV2.5 hanno sviluppato un basso numero di anticorpi e un’immunità cellulare minore rispetto ai gruppi di controllo: circa il 20-50% dei soggetti ha di fatto sviluppato una bassa – o in alcuni casi nulla – risposta immunitaria.

È fondamentale individuare i pazienti con una bassa risposta immunitaria per programmare una terza dose di vaccino. Nuove misure profilattiche possono essere adottate nei pazienti che sono entrati in contatto con persone con SARS-CoV-2. In questi casi si possono usare i cosiddetti “cocktail” di anticorpi monoclonali diretti contro la proteina spike, al fine di ridurre il rischio di sviluppare malattia sintomatica.

La risposta immunitaria al vaccino nei pazienti con mieloma multiplo deve essere monitorata per permettere una migliore gestione clinica del paziente mediante strategie efficaci, quali la somministrazione di dosi aggiuntive dello stesso vaccino o di uno diverso, oppure, se fattibile, la sospensione temporanea della terapia. Nei pazienti con bassa risposta al vaccino si può anche considerare l’uso dei mix di anticorpi monoclonali neutralizzanti. Infine, ai pazienti che non sviluppano alcuna risposta immunitaria contro SARS-CoV-2, EMN raccomanda una scrupolosa attenzione alle misure di base per ridurre il rischio di infezioni.

“L’obiettivo del nostro consensus è fornire ai clinici maggiore conoscenza sull’infezione da COVID-19 e sui vaccini, dando loro gli strumenti necessari per gestire al meglio la vaccinazione contro il virus e così proteggere i nostri pazienti” – così il Prof. Heinz Ludwig, primo autore dell’articolo ed ematologo presso il Wilhelminen Cancer Research Institute and Center for Oncology, Hematology, and Palliative Care di Vienna.

Alla stesura di questo lavoro hanno partecipato alcuni membri del network internazionale EMN e diversi esperti esterni che hanno condiviso e discusso insieme la letteratura disponibile, i dati più recenti presentati ai congressi, oltre alle proprie esperienze cliniche in materia di COVID-19 e vaccinazione dei pazienti ematologici.