I principali problemi a cui va incontro la terza età quando scoppia il caldo sono la disidratazione causata dalle alte temperature e il trovarsi soli in una città svuotata dalle vacanze e dalle chiusure estive delle attività commerciali. Ecco i consigli della psicologa e psicoterapeuta della Rsa Villaggio Amico per affrontare il mese di agosto in scioltezza.
L’estate è il periodo dell’anno in cui i ritmi della quotidianità possono finalmente concedersi una cadenza diversa, più naturale: ci si dedica alla distensione, alla ricerca della spensieratezza, al divertimento.
Sappiamo però che non è così per tutti. In modo particolare, è importante porre attenzione alle persone anziane, che nel periodo estivo risultano particolarmente sensibili. Con questo non si vuole certo attribuire alla vecchiaia un’accezione patologica, ma solo evidenziare il fatto che si tratta di una fase della vita in cui si affacciano e prendono spazio cambiamenti su molteplici piani: quello fisico, quello emotivo, quello relazionale e talvolta quello cognitivo.
I temi che emergono e che, durante l’estate possono accentuarsi, sono quelli della fragilità e della solitudine.
La fragilità può essere relativa a problematiche fisiche che limitano gli spostamenti per uscire di casa, fare la spesa, vedere gli amici, andare dal medico o in farmacia, piuttosto che a patologie come le demenze.
Soffermandoci sulle questioni fisiche, è necessario partire da ciò che caratterizza la stagione estiva cioè il caldo. Quando fa caldo, il nostro corpo mette in atto meccanismi autonomi di difesa, fra i quali il principale e più efficace è la sudorazione. Come è noto, sudare molto può comportare dei rischi, nel momento in cui le perdite di liquidi non vengano compensate. Le persone anziane sono fra i soggetti più esposti a disidratazione in quanto tendono a sentire meno la sete. Nel caso vi siano dei disturbi cognitivi è invece frequente che dimentichino di bere o che siano impossibilitate a regolarsi in maniera autonoma per cui vanno costantemente invitate a idratarsi.
Ci sono comunque dei segnali che possono essere utili nell’osservare un eventuale stato di disidratazione, per cui facciamo attenzione a: sete intensa, eccessiva stanchezza e sonnolenza, insolita irritabilità, confusione mentale, riduzione dell’elasticità della cute, secchezza delle mucose, forte riduzione della quantità di urine.
Ecco alcune indicazioni di comportamento raccomandate: evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde della giornata; compensare la perdita di acqua mediante l’assunzione di liquidi; contrastare il deficit minerale con un’alimentazione ricca di frutta e verdura; frazionare i pasti, alleggerendo quelli principali e favorendo spuntini; adottare un abbigliamento fresco con tessuti di lino o cotone; utilizzo moderato dell’aria condizionata; esercizio fisico equilibrato, come piacevoli camminate, solo nelle ore più fresche della giornata.
Per quanto riguarda la solitudine, invece, nel periodo estivo, in particolare nel mese di agosto, le città si svuotano, i servizi diminuiscono e anche i figli vanno in vacanza. Questo spesso crea nella persona anziana sola uno stato d’animo malinconico e triste, oltre a oggettive difficoltà pratiche.
Allo stesso tempo, per i figli non è facile capire come gestire al meglio queste situazioni, durante la loro assenza. C’è chi sceglie di chiedere la collaborazione di un assistente familiare, chi si riferisce alle strutture per anziani.
C’è poi chi si affida alla tecnologia: esistono infatti dei dispositivi molto semplici da utilizzare, che tramite chiamata telefonica avvisano, in caso di necessità, i parenti più prossimi o gli amici più vicini.
Sempre più improbabile invece è la possibilità di contare tutta l’estate su una rete sociale sempre presente. Un tempo si poteva fare affidamento più facilmente sugli altri membri della famiglia, sui vicini di casa, sugli amici. La solitudine delle persone anziane è infatti un argomento molto attuale, che porta inevitabilmente a domandarsi quanto e in che modo la nostra cultura, così come la nostra struttura sociale, favorisca la loro possibilità di benessere.
Insieme alle caratteristiche di ogni individuo, anche le circostanze socioculturali contribuiscono a determinare l’incontro con la propria realtà di appartenenza. Forse dovremmo iniziare a considerare la vecchiaia come uno spazio da inventare sia socialmente sia individualmente e abituarci a pensare che il desiderio di star bene – e il fatto di provare a darsene la possibilità – non abbia alcun tempo.