Qual è il rapporto dei giovani con la malattia? Come si comportano gli adolescenti di fronte a uno stato di disagio proprio o altrui? In che modo la scuola può aiutare a gestire gli stress della vita e ad affrontare emergenze importanti come quella che stiamo vivendo? Sono solo alcune delle domande al centro dell’evento live “Esperti in classe” che si è svolto questa mattina con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità. Collegati in un’aula virtuale aperta e diffusa più di 800 studenti e docenti da tutta Italia. Hanno partecipato anche la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, la sindaca Virginia Raggi e il professore Massimo Andreoni, primario del reparto Malattie Infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma.
L’evento si è svolto nell’ambito di Fattore J, il programma promosso da Fondazione Mondo Digitale in collaborazione con Janssen Italia, divisione farmaceutica del gruppo Johnson & Johnson, per educare 100mila giovani all’inclusione, alla diversità e all’empatia verso le persone affette da malattie. Il percorso formativo prevede formazioni online e in presenza, oltre a video pillole e testimonianze dirette di associazioni nazionali di pazienti e partner scientifici di rilievo.
“Nonostante il lockdown, abbiamo raggiunto in poco più di un mese 1.000 studenti di 21 scuole in 19 città diverse. E lo abbiamo fatto partendo proprio dalle zone più colpite dall’emergenza, come Codogno e Brescia” – ha dichiarato in conferenza Mirta Michilli, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale. “In questi mesi abbiamo tutti riflettuto sulla crucialità della salute, sull’importanza dei valori ‘umani’, sulla necessità di far avanzare la ricerca per dare più vita alle persone. Dobbiamo guardare con lungimiranza al futuro, lavorando sulla prevenzione ed anche con Fattore J siamo certi di poter dare il nostro contributo” – ha proseguito Massimo Scaccabarozzi, presidente e amministratore delegato di Janssen Italia.
Tra i 1.000 studenti che hanno risposto alle domande del questionario il 40% dichiara di vivere con disagio il rapporto con persone affette da una patologia. Tra le emozioni che i ragazzi dichiarano di provare maggiormente in questo periodo vi sono tristezza, malinconia, nostalgia, paura del futuro, noia e ansia. I giovani si considerano dotati di empatia, ma non si sentono in grado di gestire le proprie emozioni e di trasformarle da negative a positive.
Uno spot di 100 secondi dà il via alla campagna di sensibilizzazione di Fattore J. La formazione avverrà online e anche in presenza nelle scuole di sei regioni: Lazio, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Emilia Romagna e Veneto. Gli esperti guideranno ragazze e ragazzi a una corretta comprensione scientifica dei modi per prevenire e affrontare alcune patologie diffuse con focus particolare sulle aree terapeutiche di ematologia, immunologia, infettivologia, ipertensione polmonare e neuroscienze. Al loro fianco, le associazioni dei pazienti che aiuteranno a cogliere la dimensione più personale e intima della malattia, a sviluppare intelligenza emotiva e maggiore consapevolezza della “diversità” e “unicità”.
Hanno aderito al progetto Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma, Associazione Ipertensione Polmonare Italiana Onlus, Associazione Malati Reumatici del Piemonte, Associazione Nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino, Associazione Nazionale Amici per la Pelle, Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza, Network Persone Sieropositive e Progetto Itaca Onlus. Partner scientifico l’Università Campus Bio-Medico di Roma.
Lucia Azzolina, ministra dell’Istruzione: “La scuola sta dando grande prova di resilienza e ne sono veramente orgogliosa. La scuola è il motore del Paese. Voglio anche complimentarmi con gli studenti per il percorso di formazione che stanno facendo, lavorando anche con le associazioni dei pazienti. In un momento in cui il digitale è diventato preponderante nelle nostre vite per metterci in contatto con gli altri, spero proprio che valori come il rispetto e un linguaggio non ostile possano finalmente diventare parte di ciascuno di noi. Sono sicura che ora ci sia una sensibilità maggiore”.
Virginia Raggi, sindaca di Roma Capitale: “Ci saremmo dovuti incontrare in Campidoglio invece ci ritroviamo in una cornice virtuale. L’emergenza Covid-19 ha rafforzato in ognuno di noi lo spirito di comunità, l’intelligenza emotiva e l’empatia. La consapevolezza di essere persone, esseri umani. Iniziative come quella di Fattore J che aiutano i ragazzi a capire le complessità della vita, soprattutto rispetto a persone fragili, io credo che siano fondamentali per sviluppare un nuovo concetto di comunità, di persona e di relazione. Oggi quello che sta salvando la nostra città è proprio lo spirito di solidarietà che si dimostra gli uni con gli altri”.
Prof. Massimo Andreoni, primario del reparto Malattie Infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma e presidente della Società italiana di Malattie Infettive: “Quella contro il Covid-19 è una partita iniziata molto in salita. Nelle prime settimane il virus aveva completamente il sopravvento, poi un pochino alla volta abbiamo iniziato a prendere la misura. Ci rimaneva un’unica strategia, quella del contenimento, delle regole. Queste regole le abbiamo iniziate ad applicare e abbiamo finito il primo tempo con un pareggio. Adesso inizia il secondo tempo, dobbiamo continuare a giocare bene fino a quando non arriveranno le giuste armi per vincere la partita definitivamente. Io devo ringraziare i giovani, perché hanno dimostrato una consapevolezza e una responsabilità che non erano scontate. Il messaggio che vorrei mandare a tutti i ragazzi è che ciascuno di loro, rispettando le regole del gioco, ha salvato una vita umana. Vorrei che tra i tanti aspetti negativi di questa epidemia ce ne fosse almeno uno positivo, che ci fosse il messaggio di riacquistare il senso dell’educazione civica. La sanità pubblica non può essere per un singolo, si chiama pubblica perché è di tutti. Noi tutti abbiamo una responsabilità, quella di vivere in una comunità nella quale dobbiamo sentirci uniti, perché quello che faccio io è un guadagno per tutti. Questo è il grande messaggio che l’epidemia ci sta dando”.