Nella gestione del paziente colpito da ictus ischemico il fattore tempo è determinante. 60 minuti – raccomanda il National Institute of Health statunitense – da quando il malato entra in ospedale all’inizio della terapia di prima istanza, la trombolisi sistemica.
La “golden hour”, come la chiamano gli esperti mondiali del settore, garanzia di efficacia della terapia di rivascolarizzazione, nei pazienti adeguati, con farmaci per via endovenosa in grado di sciogliere il trombo.
Il Dipartimento di Emergenza e Accettazione dell’ASL Città di Torino, diretto dal Dott. Emilpaolo Manno, nella sede del presidio ospedaliero Maria Vittoria ha ottimizzato la tempistica di gestione del paziente, portandola a soli 23 minuti.
Un risultato così performante è frutto di un periodo di miglioramento del “percorso ictus”, ottenuto nell’ambito del Progetto Angels, cui l’Ospedale Maria Vittoria ha aderito: un anno per identificare le criticità e risolverle, ottimizzare la propria organizzazione secondo un modello di interazione continua, con il coinvolgimento di tutti i professionisti e di tutte le strutture afferenti al DEA e facenti parte del percorso ictus e testare i risultati raggiunti con una simulazione.
Quella svoltasi recentemente al Maria Vittoria è stata la prima simulazione in situ nella nostra città, afferente a questo progetto, promosso da European Stroke Organization, Italian Stroke Organization e World Stroke Organization, in collaborazione con Boehringer-Ingelheim e QuintilesIMS, volto a migliorare e standardizzare il trattamento dell’ictus ischemico acuto in Europa e, quindi, garantire un equo accesso ai trattamenti efficaci e tempestivi.
“Il risultato raggiunto dal DEA nel nostro Ospedale è rientrato nelle 17 simulazioni concluse in meno di 25 minuti, su un totale di 97 effettuate nell’Europa Occidentale, e nelle 5 simulazioni ultimate entro lo stesso tempo, su un totale di 41 effettuate in Italia – spiega il Dottor Daniele Imperiale, Direttore della SC Neurologia 1 dell’Ospedale Maria Vittoria – questo risultato ci pone in linea con i gold standard dei Paesi più avanzati, nei quali è già stato superato il concetto della “golden hour” e si è stabilito che le performances ottimali di gestione del paziente con ictus non possono prescindere da tempi tra l’ingresso in pronto soccorso e il trattamento compresi tra 20 e 45 minuti”.
“Con ‘Angels’, progetto di ‘social coorporate responsability’ che non ha implicato alcun costo per il nostro ospedale – precisa il Dottor Fabio Melis, Responsabile della SS Neurovascolare afferente alla Neurologia del Maria Vittoria, – abbiamo riunito tutte le figure sanitarie che gravitano intorno al percorso ictus, identificando collegialmente specifiche azioni migliorative, che abbiamo poi tradotto in pratica, relative a un Triage “mirato” che velocizza valutazione e presa in carico, distacco immediato di personale dedicato per tutto il percorso, sollecita processazione degli esami e allerta in radiologia per TC e Angio-TC immediate. Il percorso intra-ospedaliero ottenuto è risultato più chiaro e fluido e ci ha portati a raddoppiare il numero di trombolisi, che sono passate da 2 a 4-5 al mese, e a ridurre notevolmente le tempistiche, garantendo ai nostri pazienti migliori possibilità di trattamento”.
“L’integrazione dell’equipe, insieme a un modello organizzativo funzionale, sono elementi imprescindibili per il raggiungimento di tale risultato – sottolinea il Dott. Daniele Di Leo, Coordinatore Infermieristico DEA ASL Città di Torino – tutti gli infermieri coinvolti nel percorso di diagnosi e trattamento, così ‘tempo dipendente’, devono necessariamente essere parte attiva nella fase di elaborazione delle procedure. In tal modo, oltre a conoscerle e applicarle hanno un ritorno in termini di motivazione e soddisfazione professionale, che si riflette inevitabilmente sulla presa in carico e sull’assistenza, sia in termini clinici, sia rispetto al supporto emotivo del quale il paziente ha necessità”.