Ernia diaframmatica: al Buzzi intevento su bimba di 2 giorni
L’ernia diaframmatica è una patologia rara caratterizzata da un difetto di chiusura del diaframma, che interviene precocemente durante la vita fetale determinando la risalita di visceri dalla cavità addominale in torace.
Questo processo determina: ipoplasia polmonare di grado variabile, spostamento del cuore, alterazioni cardiocircolatorie e respiratorie neonatali tali da determinare una mortalità che può superare il 50% nelle forme più severe.
La diagnosi prenatale, la cura presso un Centro di 3° livello con competenze multidisciplinari può migliorare la prognosi e la sopravvivenza di questi neonati.
E’ il caso di una piccola paziente indirizzata al Servizio di Diagnosi Prenatale e Medicina Fetale della Clinica Ostetrico-Ginecologica del Buzzi in epoca fetale per una diagnosi ecografica di ernia diaframmatica sinistra. La piccola è stata sottoposta, attraverso l’utero materno, a uno studio con Risonanza Magnetica Fetale, che ha confermato la presenza di questa grave malformazione.
La madre è stata seguita sistematicamente con un programma di controlli, entrambi i futuri genitori hanno ricevuto un counseling prenatale multidisciplinare: gli ostetrici hanno illustrato la necessità di un parto programmato, il neonatologo i problemi connessi alla complessa gestione cardiorespiratoria nelle prime epoche postnatali, il chirurgo pediatra tutti gli aspetti della correzione chirurgica, l’anestesista le difficili procedure anestesiologiche, a questi specialisti medici si è affiancato il lavoro dello psicologo.
In seconda giornata di vita, dopo un’adeguata rianimazione postnatale, le condizioni della piccola mostravano una stabilizzazione dei parametri vitali ed una condizione anatomica del difetto diaframmatico che ha reso possibile l’adozione di una tecnica chirurgica mininvasiva avanzata: la correzione per via toracoscopica con 3 piccoli accessi da 3 mm in torace evitando il ricorso all’intervento tradizionale che prevede un approccio aperto laparotomico ampio.
L’intervento, il primo ad essere eseguito in Lombardia, offre indubbi vantaggi: ha scarsa invasività in un paziente complesso ; determina un minor trauma sull’intestino e sugli organi risaliti in torace, comporta minori aderenze viscerali postoperatorie, riduce il rischio di deformità della gabbia toracica nell’età evolutiva.
E’ tuttavia un intervento che richiede un’elevata esperienza e competenza in questo tipo di procedure chirurgiche mininvasive, ma è reso possibile dall’integrazione di competenze multispecialistiche: anestesiologiche e di terapia intensiva neonatale.