Eccezionale trapianto di fegato effettuato al San Camillo-Forlanini di Roma
L’Assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato accompagnato dal Direttore generale dell’A.O. San Camillo, Fabrizio d’Alba presenta l’eccezionale trapianto di fegato effettuato per la prima volta in Italia nell’ospedale romano su paziente già colpita da metastasi epatiche da carcinoma mammario trattate attraverso radioterapia e chemioterapia. Un nuovo eccellente risultato del Centro POIT (Polo Interaziendale Trapianti dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini e IRCSS L. Spallanzani) dove dall’inizio dell’anno sono stati effettuati 19 trapianti di fegato, 13 di reni e 2 di pancreas.
E’ stata sottoposta a trapianto di fegato da donatore cadavere la paziente L.B. di anni 50, affetta da insufficienza epatica terminale causata d a trattamenti curativi di metastasi epatiche da pregresso carcinoma mammario. L’intervento rappresenta la prima esperienza in Italia di trapianto di fegato per questo tipo di patologia, ovvero su pazienti con metastasi causate da carcinoma mammario, che non possono essere trattate chirurgicamente.
“Un’operazione – commenta D’Amato – che potrà aprire nuove chance di trattamento per una categoria di pazienti che altrimenti non avrebbero altra possibilità di cura”. L’intervento di trapianto epatico è stato eseguito dall’equipe diretta dal Prof Giuseppe Maria Ettorre presso il POIT. Il decorso post-operatorio immediato svolto presso il reparto di Rianimazione diretto dal Dr Mario Antonini è stato regolare.
La storia clinica della paziente si intreccia con il lavoro l’impegno e l’alta professionalità espresse da differenti strutture del sistema sanitario della Regione Lazio. La Signora L.B. era affetta da metastasi epatiche da pregresso carcinoma mammario – unica sede di malattia – operato nel 2000. Le lesioni sono state trattate a più riprese con terapia oncologica e radioembolizzazione con Yttrio-90 dal Prof Roberto Cianni, direttore della Radiologia Interventistica dell’Ospedale San Camillo-Forlanini ottenendo una stabilità oncologica. Successivamente la paziente sviluppava un quadro di insufficienza epatica, per la quale veniva inviata al reparto di Epatologia del San Camillo-Forlanini e presa in carico dal Dott Adriano Pellicelli e dal Dott Valerio Giannelli. Un passaggio fondamentale di collaborazione sinergica tra l’Azienda San Camillo e l’Università “Sapienza” di Roma sintetizzato dalla collaborazione tra il dott Cianni e Prof E. Cortesi. Visto il peggiorare del quadro di insufficienza epatica, ma nello stesso tempo una stabilità oncologica mantenuta negli anni, la paziente veniva valutata per il trapianto epatico. E’ stata arruolata in un protocollo sperimentale (Studio pilota di trattamento della malattia metastatica da adenocarcinoma della mammella in pazienti con esclusiva recidiva epatica in remissione dopo chemioterapia, con associata insufficienza epatica post-trattamento) messo a punto dal Dott Valerio Giannelli e dal Dott Nicola Guglielmo e approvato dal Comitato Etico Lazio 1 presieduto dalla Prof.ssa Paola Grammatico.
Pertanto veniva inviata la richiesta di iscrizione in lista d’attesa al Centro Regionale Trapianti Lazio e al Centro Nazionale Trapianti, grazie ai quali è stata possibile la realizzazione di questo eccezionale trapianto.
Il fegato è organo “bersaglio” nel 10% dei pazienti metastatici. Questo studio valuterà gli esiti del trapianto epatico in pazienti con insufficienza epatica a seguito di ripetuti trattamento delle metastasi da carcinoma della mammella, che abbiamo dimostrato una stabilità della malattia oncologica ad esclusiva localizzazione epatica. L’eccezionalità di questo trapianto come accaduto per la paziente LB, permetterà a molte donne di avere una progettualità di vita anche in presenza di malattia metastatica. Si dovranno attendere poi i risultati sul lungo termine per validare la procedura e non considerarla più “sperimentale”. Si tratta di un trapianto unico al mondo di sostituzione di fegato colpito da metastasi epatiche controllate con chemioterapia sistemica e radioembolizzazione con microsfere di Yttrio-90. Le condizioni della paziente – operata il 12 luglio – sono al momento ottimali.