La ricognizione effettuata sui siti web in questione è stata effettuata nel periodo giugno-settembre 2010 e si è articolata in due fasi.
Nella prima, sono stati individuati a livello regionale i siti web in cui erano presenti i dati sui tempi di attesa delle prestazioni sanitarie (9 Regioni e 2 Province Autonome).
Nella seconda fase sono stati analizzati i siti delle Aziende sanitarie (aziende sanitarie locali e aziende ospedaliere) situati nelle 10 Regioni in cui tali dati non erano stati resi noti sul proprio sito, per un totale di 32 Asl E 9 AO.
Il testo completo del rapporto è stato redatto nel mese di novembre 2010 e reso disponibile a luglio del 2011, dopo la verifica con le Regioni.
Il rapporto ha messo in evidenza che il 63,33% della popolazione può usufruire di tali informazioni, in quanto residente in Regioni o nel territorio di ASL che pubblicano i tempi di attesa nei propri siti istituzionali. Nella maggioranza dei casi, le informazioni rese disponibili per i cittadini riguardano la data di prima disponibilità di un set di prestazioni diagnostiche e di visite specialistiche presso strutture sanitarie pubbliche.
Dalla rilevazione è emerso, inoltre, che – in modo specifico nei siti delle Regioni – la metodologia maggiormente utilizzata per rilevare i tempi di attesa delle prestazioni ambulatoriali è quella di tipo ex ante, tramite la quale il tempo di attesa è calcolato come differenza tra la data di richiesta della prestazione (prenotazione al CUP, al telefono ecc.) e la data assegnata per l’esecuzione della stessa.
Il rapporto Agenas, ad integrazione di altre indagini e ricognizioni, effettuate ad ampio raggio, (fra le quali quella pubblicata nel marzo 2011 dal Ministero della Salute – 4° rapporto nazionale liste di attesa) si sofferma sulla qualità e sulla tipologia del dato rilevato sui siti istituzionali di Regioni ed Asl, analizzandone gli aspetti di maggiore fruibilità per il cittadino.