Diagnosi del dolore toracico acuto: dimostrata l’efficacia di un nuovo esame TC
I ricercatori e i medici dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano hanno ideato un nuovo protocollo di esame TC con cui la diagnosi della patologia all’origine del dolore toracico acuto diventa molto più rapida e precisa.
Si tratta di un contributo fondamentale per la medicina di emergenza: il dolore toracico rappresenta la prima causa di accesso al Pronto Soccorso nel mondo occidentale e può essere la spia di numerose patologie, talvolta difficilmente distinguibili, soprattutto in emergenza. Tra queste ci sono condizioni cliniche banali, come il reflusso gastro-esofageo, e condizioni più critiche e pericolose, come l’infarto o le infiammazioni acute del miocardio. Distinguerle tempestivamente può fare la differenza.
Ecco perché la procedura messa a punto e testata al San Raffaele potrebbe presto diventare uno standard internazionale, come afferma l’editoriale che ha accompagnato la pubblicazione dello studio sulla prestigiosa rivista “Radiology”.
La ricerca è stata svolta sotto il coordinamento di Antonio Esposito, vice-direttore del Centro di Imaging Sperimentale dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e professore ordinario di Diagnostica per Immagini e Radioterapia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, ed è stata condotta in collaborazione con l’Università di Torino.
In media, 9 persone su 100 si recano al Pronto Soccorso per un improvviso e acuto dolore al petto. Questo sintomo può essere la spia di condizioni severe come un infarto, un’embolia polmonare o una miocardite e, in caso di diagnosi imprecisa e dimissioni inappropriate, può associarsi a un elevato rischio di complicazioni.
Nei centri ospedalieri più all’avanguardia, sottoporre a TC con protocollo angiografico i pazienti con dolore toracico considerati a rischio intermedio permette di escludere alcune condizioni patologiche pericolose, quali: l’ostruzione delle arterie che portano il sangue al cuore; le patologie potenzialmente mortali del primo tratto dell’aorta ascendente; l’embolia polmonare.
Questa tipologia di esame non prende però in considerazione altre tipologie di cause, ugualmente pericolose, che portano alla morte di una parte delle cellule del muscolo cardiaco e che devono essere trattate subito.
“Purtroppo, anche con l’utilizzo dell’Angio-TC TRO, disponibile solo nei Pronto Soccorso più avanzati al mondo, la diagnosi definitiva viene raggiunta in solo il 50% dei pazienti. L’altro 50% resta senza conferma diagnostica, nonostante la presenza di elevati valori di troponina nel sangue, un marcatore che indica la sofferenza delle cellule cardiache”, spiega Anna Palmisano, ricercatrice e radiologa dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e prima autrice dello studio, frutto tra l’altro delle ricerche svolte durante il suo Dottorato recentemente concluso presso l’Università Vita-Salute San Raffaele.
“Questi pazienti con quadri indeterminati vengono in genere tenuti sotto osservazione, monitorati anche con dosaggi ripetuti della troponina, e sottoposti appena possibile, nei giorni e nelle settimane successive, a ulteriori indagini diagnostiche, come una risonanza magnetica cardiaca o una biopsia, al fine di stabilire la causa di danno al muscolo cardiaco e poter intraprendere il percorso di cura più adeguato” continua la dottoressa Palmisano.
Le conseguenze però sono diverse: un prolungamento dei tempi di ricovero e di diagnosi; maggiori rischi e stress per il paziente; costi elevati per il sistema sanitario; maggiore affollamento del Pronto Soccorso e dei reparti ospedalieri.
Ecco perché il nuovo approccio diagnostico ideato al San Raffaele fa la differenza in un settore di estrema importanza sanitaria.
Il protocollo diagnostico descritto in questo studio è stato possibile grazie allo sviluppo, tra USA e Europa, con il contributo fondamentale dei ricercatori del San Raffaele, di 2 tecniche di imaging innovative, in grado di aggiungere importanti informazioni all’esame Angio-TC standard.
Le due tecniche di imaging, LCE CT e ECV CT, possono essere effettuate nell’immediato: si basano su una scansione acquisita a 10 minuti di distanza dalla classica Angio TC. Il San Raffaele è il primo ospedale al mondo a mettere a punto, testare e utilizzare queste tecniche nel contesto clinico del dolore toracico acuto, dopo essere stato il primo al mondo, nel 2016, a mettere a punto le stesse tecniche per la modellizzazione tridimensionale e diagnosi delle aritmie ventricolari maligne.
“Le tecniche che abbiamo testato rendono visibili le alterazioni del muscolo cardiaco a livello cellulare ed extracellulare, informazioni prima inaccessibili, consentendo di andare oltre la valutazione dei vasi sanguigni e di ampliare le possibilità diagnostiche. La nuova tecnica permette di identificare la presenza del danno al muscolo cardiaco e di comprenderne le cause con straordinaria precisione – spiega il prof. Antonio Esposito, che ha coordinato lo studio – con enormi vantaggi per il paziente e per il sistema sanitario”.
Il protocollo descritto nello studio appena pubblicato è stato eseguito su 84 pazienti con dolore al petto ammessi al Pronto Soccorso: combinando le informazioni fornite dalle due innovative tecniche, senza esami aggiuntivi, è stato possibile aumentare la capacità di diagnosi della TC di circa il doppio.
L’utilizzo della nuova tecnica è risultato determinante per diagnosticare la patologia all’origine del dolore toracico nella metà dei pazienti arruolati, ovvero 42 su 84.
“Di questi 42 pazienti, 22 soffrivano di miocardite, 3 di infarto miocardico a coronarie indenni, quindi non visibile tramite Angio-TC o coronarografia, e un numero minore di altre patologie specifiche del miocardio. Tutte condizioni ad alto rischio che vanno identificate e adeguatamente curante il prima possibile, e che solo grazie al nuovo protocollo è stato possibile diagnosticare in urgenza – continua Esposito -.
Il protocollo verrà presto applicato in ospedali in giro per il mondo dopo la prima esperienza riportata dal San Raffaele. Questa nuova TC potrebbe diventare lo standard clinico negli ospedali di tutto il mondo, con un impatto straordinario sulla presa in carico dei pazienti con dolore toracico acuto: anticipare la diagnosi di giorni o settimane in questo caso allo stesso tempo salvare vite e ridurre la spesa sanitaria”.