Il Deloitte Centre for Health Solutions pubblica il report “Digital transformation: Shaping the future of European healthcare”, un’analisi sullo stato attuale della digitalizzazione della sanità in Europa e sul ruolo della tecnologia nel trasformare il modo di lavorare degli operatori sanitari e di interagire con i pazienti, con focus specifico su 7 Paesi, tra cui l’Italia. I risultati emergono da una rilevazione condotta tra marzo e aprile 2020 su circa 1.800 operatori sanitari e 40 interviste a stakeholder del settore in tutta Europa.

In un contesto in cui cresce sempre più la pressione sui sistemi sanitari, che devono affrontare i cambiamenti demografici in atto nella società ed organizzarsi per far fronte ad emergenze come quella legata al COVID-19, l’Europa sta procedendo nel suo percorso di trasformazione digitale, tra nuove tecnologie che si diffondono, la necessità di definire strategie digitali e la crescente rilevanza dei dati per la cura e la salute della persona.

Il livello di adozione e l’utilizzo di tecnologie digitali in ambito sanitario varia sia all’interno dei singoli Paesi, sia tra i Paesi stessi. Ad oggi le tecnologie maggiormente in uso in tutta Europa sono la cartella clinica elettronica, utilizzata dall’81% degli operatori sanitari, e i sistemi di prescrizione elettronici, adottati dal 62% degli operatori in Europa.

Il settore d’altra parte non resta fermo di fronte alla comparsa delle tecnologie più innovative, come la robotica e l’intelligenza artificiale: in Europa il 5% degli operatori intervistato dichiara di stare già utilizzando nelle proprie organizzazioni soluzioni di intelligenza artificiale; infine, anche la robotica comincia ad essere utilizzata nelle strutture e dagli operatori sanitari, l’8% degli intervistatiin Europa e in Italia, percentuale che sale al 13% in Germania.

La strada verso la trasformazione digitale non è d’altra parte priva di ostacoli. Tra i principali freni all’implementazione di tecnologie digitali emerge in particolare il tema della burocrazia, citata dal 57% degli intervistati in Europa, percentuale che sale al 64% per l’Italia, al 61% per la Germania e al 67% per il Portogallo. Anche il costo della tecnologia risulta essere un ostacolo ricorrente, ripreso dal 50% dei rispondenti a livello Europeo. Infine, risulta spesso critica anche l’individuazione delle giuste tecnologie da implementare, come dichiarato in generale dal 49% dei rispondenti in Europa; per il caso italiano questo aspetto risulta meno rilevante, mentre si guarda piuttosto alla necessità di formare il personale ad un adeguato uso della tecnologia, una delle principali sfide per il 47% dei rispondenti italiani.

“Quando si parla di trasformazione digitale nella sanità bisogna tenere presente che non è una questione di tecnologia ma di cultura, si tratta di cambiamenti organizzativi e di processo all’interno dei quali le tecnologie possono aumentare i benefici per i pazienti, gli operatori e il sistema sanitario nel suo complesso” afferma Guido Borsani, Government & Public Services Industry Leader di Deloitte Italia.

L’utilizzo di tecnologie digitali in ambito sanitario ha subito un’accelerazione a seguito dell’emergenza COVID-19. Il 65% dei rispondenti a livello Europa dichiara infatti che la propria organizzazione ha incrementato l’impiego di tecnologie digitali per supportare il lavoro degli operatori sanitari a seguito dell’emergenza COVID-19; percentuale analoga per l’Italia, dove il 29% dichiara di non avere assistito a cambiamenti nell’utilizzo delle tecnologie.

Per quanto riguarda invece l’utilizzo di tecnologie digitali per fornire supporto e modalità di ingaggio virtuali ai pazienti, il 64% dei rispondenti in Europa dichiara di aver assistito in generale ad un incremento, percentuale simile anche per gli operatori italiani.

In generale, sia per quanto riguarda le tecnologie rivolte agli operatori sanitari sia per quelle destinate ai pazienti, sono soprattutto i medici di medicina generale che dichiarano di avere assistito ad un incremento nel loro utilizzo durante l’emergenza COVID-19.

Lo studio mette inoltre in evidenza quattro direttrici nel futuro della trasformazione digitale del sistema sanitario e della medicina, dove ruolo fondamentale avranno le tecnologie più innovative.

La medicina sarà Personalizzata, grazie allo sviluppo della genomica e alla disponibilità di dati in questo campo, per consentire terapie cliniche più precise e lo sviluppo più rapido di farmaci, oltre che la possibilità di intervenire anche preventivamente per la cura delle malattie.

La medicina sarà Predittiva, abilitata dall’intelligenza artificiale. Il machine learning può infatti abilitare sistemi di early-warning per gli operatori sanitari relativamente allo stato dei pazienti già ricoverati nelle strutture; così come il deep learning può – ad esempio – supportare nell’interpretazione automatica delle immagini mediche.

La medicina sarà Preventiva, integrando ad esempio i dati e le informazioni già presenti nelle cartelle cliniche elettroniche con quelli provenienti da dispositivi wearable, così da individuare tempestivamenteeventuali cambiamenti nelle condizioni di salute di un paziente.

La medicina sarà Partecipativa, adottando un approccio che metta al centro il paziente e faciliti la sua interazione con il sistema sanitario in generale, oltre che incoraggi la diffusione di competenze e tecnologie digitali tra i pazienti.

“Come fare per favorire il processo di trasformazione digitale della sanità? Il cambiamento passa indubbiamente dall’implementazione di cartelle cliniche aperte e accessibili, dalla definizione di standard di interoperabilità che tengano conto dei principi di privacy e sicurezza dei dati, così come dalla creazione di un’infrastruttura IT per la sanità che sia robusta, connessa e sicura”, conclude Guido Borsani, “senza tralasciare poi il tema della necessità di un framework per la governance dell’intero processo (in un Paese come il nostro in cui la sanità è regionalizzata) e dello sviluppo delle competenze digitali necessarie perché la trasformazione abbia successo”.