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Datopotamab Deruxtecan: primi risultati presentati all’ESMOBreast21

I primi risultati su datopotamab deruxtecan, l’anticorpo monoclonale coniugato DXd anti-TROP2 di Daiichi Sankyo e AstraZeneca, hanno mostrato una risposta preliminare e un controllo della malattia in pazienti con carcinoma mammario triplo negativo metastatico in progressione dopo il trattamento standard.

Questi dati preliminari della coorte TNBC dello studio di fase 1 TROPION-PanTumor01, sono stati presentati al Congresso virtuale sul tumore al seno della Società Europea Di Oncologia Medica 2021.

Il carcinoma mammario triplo negativo rappresenta circa il 10-15% dei casi di cancro al seno ed è associato a una maggior rischio di recidiva della malattia e a una prognosi peggiore rispetto ad altri sottotipi di carcinoma mammario. Si stima che solo il 12,2% dei pazienti con TNBC metastatico sopravviva a cinque anni dalla diagnosi, e la sopravvivenza globale mediana è generalmente inferiore a 2 anni.

Il tasso di risposta obiettiva, valutata tramite revisione centrale indipendente in cieco, è stata del 43% in 21 pazienti valutabili trattate con datopotamab deruxtecan. Sono state osservate cinque risposte complete o parziali confermate, con quattro ulteriori CR/PR in attesa di conferma al momento del cut-off dei dati dell’8 gennaio 2021. È stato osservato un tasso di controllo della malattia del 95%.

“Attualmente sono limitate le opzioni di trattamento per le pazienti con carcinoma mammario triplo negativo metastatico precedentemente trattato, storicamente un sottotipo di cancro al seno molto difficile da trattare – ha spiegato Aditya Bardia, Direttore del Breast Cancer Research Mass General Cancer Center della Harvard Medical School – Questi risultati preliminari su sicurezza ed efficacia di datopotamab deruxtecan nel carcinoma mammario triplo negativo sono incoraggianti e spingono ad ulteriori sviluppi per le pazienti affette da cancro al seno.”

Nello studio TROPION-PanTumor01, il profilo di sicurezza di datopotamab deruxtecan osservato nella coorte con carcinoma mammario triplo negativo è in linea con quanto riscontrato in quella con carcinoma polmonare non a piccole cellule. Nessun paziente ha interrotto il trattamento a causa di eventi avversi; tuttavia, le riduzioni del dosaggio dovute agli eventi avversi si sono verificate in sei pazienti ed erano più comunemente dovute a stomatite e infiammazione della mucosa. Eventi avversi di grado III o superiore emersi durante il trattamento, indipendentemente dalla causalità, si sono verificati nel 33% delle pazienti, e includevano stomatite, astenia e anemia, mentre non si sono verificati diarrea o neutropenia di grado III o superiori. Gli eventi avversi più comuni emersi durante il trattamento in ≥25% delle pazienti erano stomatite, nausea, affaticamento, vomito e alopecia. Non sono stati osservati casi di malattia polmonare interstiziale valutati come correlati al farmaco.

“Questi risultati preliminari forniscono la prova che una terapia target anti-TROP2 con datopotamab deruxtecan può essere una strategia di trattamento efficace per le pazienti con carcinoma mammario triplo negativo metastatico precedentemente trattato – ha dichiarato Gilles Gallant, Vicepresidente Senior, a capo del dipartimento globale di Ricerca e sviluppo oncologico di Daiichi Sankyo. – Siamo incoraggiati dalle risposte precoci del tumore e dal controllo della malattia osservati in queste pazienti e continueremo a esplorare il potenziale di datopotamab deruxtecan in diversi tipi di cancro al seno, compreso il carcinoma mammario triplo negativo”.

“Il carcinoma mammario triplo negativo è noto per essere particolarmente aggressivo e in rapida crescita, e dopo il trattamento il rischio di recidiva è più veloce e maggiore rispetto a qualsiasi altro sottotipo di cancro al seno – ha concluso Cristian Massacesi, Vicepresidente senior, Responsabile Ricerca e sviluppo oncologico per lo sviluppo avanzato di AstraZeneca. – I risultati preliminari in questa coorte di pazienti pretrattate sono incoraggianti per questo ADC ad alto potenziale”.

Le pazienti arruolate erano state già trattate con una mediana di quattro precedenti linee di terapia con la maggioranza che aveva ricevuto più di due precedenti linee di trattamento, compreso un taxano, chemioterapia a base di platino, immunoterapia, sacituzumab govitecan e un inibitore di PARP. Al cut-off dei dati dell’8 gennaio 2021, il 75% delle pazienti risultava in trattamento con datopotamab deruxtecan.

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