Da ENEA un progetto per ridurre l’esposizione dei pazienti ai raggi X
Prevenire un’inutile sovraesposizione alle radiazioni ionizzanti artificiali usate in radiologia migliorando l’accuratezza della misura di dose rilasciata al paziente. È l’obiettivo del progetto di ricerca TraMeXi, al quale partecipa ENEA, che si propone di ridurre i rischi per la salute derivanti dall’’esposizione dei pazienti ai raggi X. Per contribuire a ridurlo, la direttiva europea 2013/59/Euratom ha stabilito che le dosi di radiazioni, misurate con strumenti chiamati dosimetri, devono essere valutate e ottimizzate.
I risultati del progetto, finanziato nell’ambito dell’European Partnership for Metrology, forniranno procedure standardizzate di taratura e misura e favoriranno l’aggiornamento di regole, protocolli e linee guida. I documenti aggiornati dai partner del progetto saranno infine riportati nei regolamenti emanati dagli organismi competenti. A beneficiarne saranno l’industria della diagnostica medica, le strutture sanitarie e, soprattutto, i pazienti.
“I risultati del progetto creeranno una nuova base per la dosimetria dell’imaging a raggi X, tracciata, accurata e più sicura” – osservano il responsabile ENEA del progetto, Massimo Pinto, ed Alessia Ciccotelli, dell’Istituto Nazionale di Metrologia delle Radiazioni Ionizzanti del Dipartimento Nucleare. “Partendo dall’analisi comparata delle prestazioni dei diversi dosimetri in commercio e aggiornando le condizioni di taratura, si definisce una procedura di misura armonizzata delle dosi di raggi X comunemente utilizzati nei reparti di radiologia delle strutture ospedaliere. Questo consentirà di validare protocolli di taratura della strumentazione aggiornati e di maggiore qualità”.
Nel corso di un recente meeting di TraMeXI, tenutosi a Roma all’ospedale pediatrico Bambino Gesù e al quale ha preso parte l’Istituto Nazionale di Metrologia delle Radiazioni Ionizzanti dell’ENEA, sono stati analizzati i risultati dei sondaggi fatti circolare nei mesi scorsi negli ospedali e nei centri di taratura. Sono stati individuati una serie di campi di radiazioni rilevanti per l’imaging medico e un set di dosimetri commerciali utilizzati, che forniranno la base del lavoro sperimentale dei prossimi mesi nei laboratori degli istituti europei che partecipano al progetto.
Inoltre, sono stati messi a disposizione dei ricercatori, i macchinari per la diagnostica radiologica pediatrica per un confronto, con più tecniche di misura, sulle problematiche che si presentano quando si rende necessario trasferire al contesto clinico i metodi di misura concepiti per i laboratori di taratura. Ad esempio, i campi di radiazioni usati nei laboratori di taratura, come anche per NUC-INMRI, possono essere sensibilmente diversi da quelli utilizzati in fluoroscopia, nelle TAC e nelle tecniche mammografiche più moderne, in continua evoluzione tecnologica.