Covid-19: utilizzare l’immunità innata per rafforzare le difese naturali dal virus
Il professor Beniamino Palmieri dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha recentemente pubblicato sul “Journal of Medical Virology” una review dei numerosi studi clinici condotti negli ultimi sessant’anni sull’attività antivirale del batterio C. parvum e propone di utilizzarlo per la prevenzione e terapia del Covid-19, a cominciare da medici e operatori sanitari.
“La salvaguardia della vita dei medici in Italia non è stata sino ad ora sufficientemente tutelata come invece è accaduto in Cina- spiega il professor Palmieri – infatti, incontrando al Policlinico di Modena il capo della delegazione cinese di Wuhan in visita alle strutture anti-covid, abbiamo avuto conferma che durante l’episodio pandemico gli Infettivologi avevano protetto tutti gli addetti alla salute con un vecchio prodotto di una azienda italo-americana, che potenzia appunto l’immunità innata, con il risultato che solo 6 medici sono deceduti nell’intero arco della pandemia.”
Palmieri, fondatore del Network Medico Cura Te Stesso Onlus e del Network del Secondo Parere è convinto del potenziale del batterio attualmente disponibile come farmaco “Parvulan”, immunostimolante antivirale registrato in Brasile.
“A conferma dell’efficacia di Parvulan come barriera antivirus – ribadisce Palmieri – abbiamo già una preliminare casistica in quest’ultima recidiva pandemica chiediamo ora un confronto con esperti e un adeguato supporto di visibilità della proposta senza alcun conflitto, anzi con perfetta integrazione con i vaccini prossimi venturi.”
“L’utilizzo di questo strumento, che ha mostrato ottime caratteristiche di qualità e sicurezza – conclude Palmieri – oltre a proteggere i medici potrebbe contribuire a decongestionare gli ospedali”.