Provati nel fisico e nell’animo, ma l’impegno italiano nella lotta alla pandemia da Covid-19 ottiene in questi giorni importanti riconoscimenti da parte della stampa medica internazionale. Al punto che nostri ricercatori e persino giovani medici impegnati in prima linea nella cura dei pazienti colpiti da infezione da coronavirus vedono la propria testimonianza pubblicata su riviste mediche che hanno tracciato e stanno facendo la storia della medicina mondiale. È il caso della giovane cardiologa Silvia Castelletti del Centro aritmie cardiache di origine genetica dell’Auxologico  di Milano diretta da una autorità assoluta in materia, il cardio-genetista Peter Schwartz, che si è vista pubblicare da una delle più prestigiose riviste mediche internazionali, il “New England Journal of Medicine” la sua toccante testimonianza di medico in prima linea al letto dei malati Covid-19. Scrive Silvia Castelletti in apertura della sua lunga e commovente testimonianza pubblicata dalla versione online del “New England”: «Ho appena finito il turno di notte nel reparto Covid-19. Mi guardo allo specchio: ho una C sul naso dalla maschera Ffp2 che indosso sempre, segni profondi sul mio viso lasciati dagli elastici; i miei occhi sembrano stanchi, i miei capelli sono umidi di sudore. Non sono più un medico e una donna – ora sono solo un medico, un soldato nella guerra contro il virus».

Anche Vincenzo Silani, primario di neurologia all’Auxologico e professore ordinario di neurologia all’Università di Milano, tra i primi a evidenziare e descrivere i sintomi neurologici da Covid-19 in documenti continuamente aggiornati della Società italiana di neurologia ha avuto una chiamata inaspettata da parte della più importante rivista mondiale di neurologia: “Neurology” dell’American Academy of Neurology. Nella sua testimonianza pubblicata dall’edizione online di “Neurology”, oltre alla descrizione delle manifestazioni neurologiche da coronavirus, Silani descrive l’impegno italiano nel fronteggiare una pandemia con parole che sembrano evocare scenari storici del remoto passato ma anche del prossimo futuro: «Da Milano, una città devastata dalla pandemia, esprimo la speranza che questo evento possa essere una lezione importante per il futuro ma anche preoccupazione per le nuove generazioni che affrontano scenari senza precedenti del mondo moderno. Si spera che le nuove tecnologie che si stanno evolvendo e vengono utilizzate per garantire l’insegnamento negli ospedali universitari accelereranno lo sviluppo in ambito medico e neurologico mentre procediamo».