La Digital health, i dispositivi medici di ultima generazione e la telemedicina ci stanno portando verso cure integrate, dove la multidisciplinarietà, il teleconsulto, la telegestione e l’interoperabilità dei dati del paziente stanno diventando il new normal. In questo contesto, il paziente/persona è sempre al centro, per un migliore approccio alla cura e al patient journey, senza dimenticare i vantaggi, anche organizzativi e di comunicazione, che le nuove tecnologie offrono alle aziende sanitarie. Si aggiungono a ciò innovazione e creatività di giovani start-up internazionali, che mettono sul campo strumenti digitali innovativi, per il networking, adatti alla pratica clinica di medici e specialisti.
“Ogni giorno abbiamo la conferma della necessità di integrare la medicina tradizionale e quella digitale. Solo così, infatti, potremo offrire alle persone nuove terapie e facilitare un approccio multidisciplinare alla scienza medica. Grazie alla medicina digitale, infatti, stanno nascendo nuovi modi di comunicare non solo tra medico e paziente, ma anche tra medici e questo è un volano fondamentale sia per la ricerca che per la cura”. È da questa considerazione di PaiviKerkola, AD di Pfizer Italia, che ha preso il via il terzo appuntamento ConnAction del 24 novembre, evento dedicato a ‘Tecnologie digitali per multidisciplinarietà e networking fra professionisti della salute”, un programma di eventi virtuali dedicati alla Medicina Digitale promosso da Pfizer Healthcare Hub e organizzato da Healthware Group.
Ha aperto il confronto tra esperti Massimo Di Maio, AO Ordine Mauriziano, Torino Dipartimento di Oncologia Università di Torino e Segretario Nazionale di AIOM, citatando un paper pubblicato recentemente su Critical Reviews In Oncology/Hematology che fa riferimento al decalogo AIOM sulle raccomandazioni all’oncologo che ha in cura il paziente, il quale, potenzialmente, può voler richiedere una “second opinion” e le raccomandazioni per i professionisti che si trovano chiamati ad esprimere una “second opinion”. “Siate aperti alla seconda opinione, riferisce l’esperto, è un diritto del paziente, ma è anche diritto del medico condividere la situazione clinica al fine di iniziare il miglior percorso di cura”.
É sempre utile la condivisione dei feedback e il confronto con il Collega di riferimento oltre al medico di medicina generale, nell’ottica di prendere decisioni che facciano star sereno il paziente. Della revisione dei modelli di cura che vanno verso la decentralizzazione dell’assistenza e la condivisione dei dati e per l’utilizzo del teleconsulto come approccio multidisciplinareha parlato Luca Balzarini, HumanitasResearch Hospital and HumanitasUniversity, Chief of Department of DiagnosticImaging, che ha sottolineato l’importanza, ad esempio, nel suo ambito, della radiogenomica come approccio multidisciplinare. Balzarini ha esposto inoltre, l’esperienza innovativa di teleconsulto di Humanitas e Pio X con Vodafone, per il passaggio in “real time”, di immagini e dati clinici del paziente grazie alla banda larga (5G). “Non si muove il Clinico, ma si muovono le immagini”, come da esperienza di telegestione per le risonanze magnetiche tra la Clinica Humanitas e la Clinica Pio X di Milano.
La sessione dell’evento dedicata alle quattro startup ha riscosso molto interesse negli esperti presenti, che hanno posto domande su sicurezza dei dati, interoperabilità dei dati, gestione della privacy e aspetti regolatori dei vari dispositivi. Le quattro startup hanno riferito delle loro soluzioni, selezionate con cura da Pfizer perché validate e specifiche per il networking tra professionisti della salute.