Si è concluso presso l’ALLIANZ MiCo di Milano il XXV Congresso Nazionale della Società Italiana di Pneumologia, dal titolo “Pneumologia, il futuro è adesso”.

Grande attenzione è stata data alla medicina di precisione e alla personalizzazione dei trattamenti nel campo delle terapie innovative. In particolare, le terapie biologiche stanno trasformando il trattamento di malattie come la fibrosi polmonare idiopatica e l’asma grave, che in Italia riguarda il 10% dei soggetti asmatici, quasi 300mila persone. Per quest’ultima patologia, l’introduzione di anticorpi monoclonali ha rappresentato un passo cruciale, migliorando significativamente la qualità di vita dei pazienti.  

Tra le malattie respiratorie meno conosciute ma di crescente interesse vi sono le bronchiectasie, patologia cronica caratterizzata dalla dilatazione irreversibile dei bronchi, infezioni respiratorie ricorrenti e difficoltà nell’eliminazione del muco.  Si stima che fino a 500 adulti su 100.000 soffrano di bronchiectasie, ma si tratta di una cifra sottostimata, poiché la diagnosi è spesso tardiva. «Le ricerche più recenti hanno rivelato una complessa componente infiammatoria, con un ruolo centrale del sistema immunitario – evidenzia il dottor Andrea Gramegna, medico pneumologo presso il Policlinico di Milano e Ricercatore presso l’Università di Milano –. Questo ha portato a un cambio di paradigma nel trattamento, con lo sviluppo di farmaci modulatori immunologici che mirano a ridurre l’infiammazione bronchiale. Questi approcci, grazie alla conoscenza più approfondita dei meccanismi molecolari e cellulari alla base della malattia, stanno aprendo la strada a interventi mirati e più efficaci»

Negli ultimi vent’anni, ed in particolare dopo il Covid, la pneumologia interventistica, che si occupa delle procedure invasive sul polmone ed il cavo pleurico, è stata protagonista di una rivoluzione tecnologica che consente oggi di diagnosticare e gestire le neoplasie polmonari, di cui in Italia si registrano 35-40.000 nuovi casi per anno, e le patologie infettive ed interstiziali, in maniera sempre più accurata e sicura.

«L’innovazione nell’ambito dell’imaging e dell’Intelligenza Artificiale – afferma Michele Mondoni, Professore associato di Medicina respiratoria presso il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi di Milano e Responsabile Unità Respiratoria ASST Santi Paolo e Carlo – svolge oggi un ruolo cruciale nella diagnosi precoce delle neoplasie dell’apparato respiratorio, nella diagnosi e nella valutazione della progressione delle fibrosi polmonari».

Anche la robotica ha fatto decisivi passi in avanti, per esempio nel suo utilizzo in broncoscopia, che prevede l’introduzione attraverso le vie aeree fino ai bronchi più distali di una sonda in grado di individuare la posizione esatta di un nodulo e di stabilire se è benigno o maligno. In un futuro molto prossimo si potranno addirittura asportare i tumori così diagnosticati in fase precoce attraverso le stesse vie aree ma senza ricorrere alla chirurgia tradizionale.

Durante il XXV Congresso SIP di Milano si è tenuta anche una sessione che ha trattato in una prospettiva di genere le patologie respiratorie ostruttive e restrittive e i disturbi respiratori nel sonno. È infatti attiva una task force SIP-AIPO sulla medicina di genere in pneumologia costituita da clinici appartenenti a diversi gruppi di studio e coordinata da Maria Pia Foschino Barbaro, Professore Emerito all’Università di Foggia e Laura Carrozzi, Professore Ordinario all’Università di Pisa. La task-force risponde alle richieste dell’Osservatorio di Medicina di Genere dell’ISS, ovvero studiare le differenze di sesso e genere nelle varie patologie respiratorie, per colmare l’attuale gap di conoscenze e definire i percorsi diagnostico-terapeutici più appropriati. Insieme ad AIPO nel corso del 2024 è stato organizzato un primo congresso sulla medicina di genere in pneumologia. A Milano sono state poste le basi per l’organizzazione di un secondo congresso con lo scopo di dare vita ad un appuntamento annuale e formare su questi temi il maggior numero possibile di specialisti.

«L’argomento dell’approccio di genere alla malattia e alla salute in generale è di grande attualità e di grande interesse – ha sottolineato la professoressa Laura Carrozzi – il ruolo delle società scientifiche è fondamentale per approfondire conoscenze basate sul metodo scientifico da diffondere nella comunità medica e non solo».