Lo studio delle patologie, lo sviluppo di nuovi farmaci e la sperimentazione delle terapie richiedono anni di ricerche e ingenti investimenti, ma restano un tassello fondamentale per la cura delle malattie oncologiche.
Sostenere la ricerca diventa quindi un modo concreto per contribuire a garantire il diritto alla salute di tutte le persone, nel presente e nel futuro. È con questa consapevolezza che Istituto Nazionale dei Tumori e Conad hanno rinnovato in mattinata la loro partnership nella Sala Biblioteca dell’Istituto Nazionale dei Tumori a Milano. Erano presenti Enzo Lucchini, Presidente dell’Istituto Nazionale dei Tumori, Luigi Cajazzo, Giovanni Apolone e Lisa Licitra, rispettivamente Direttore Generale, Direttore Scientifico e Direttore Struttura Complessa Oncologia Medica 3 – “Tumori Testa-Collo” dell’Istituto Nazionale dei Tumori e Francesco Pugliese, Amministratore Delegato Conad.
Nell’occasione Conad ha consegnato all’INT il contributo di 140mila euro, cifra destinata a finanziare le attività di ricerca della Struttura complessa Oncologia Medica 3 “Tumori Testa-Collo” e le iniziative rivolte al benessere dei pazienti oncologici.
La donazione è il ricavato della campagna di solidarietà lanciata durante le scorse feste natalizie in tutti i punti di vendita Conad: acquistando 280 mila stelle di Natale i clienti hanno devoluto parte della somma all’Istituto Nazionale dei Tumori. L’iniziativa sarà ripetuta nelle prossime festività natalizie dal 6 al 9 dicembre.
I tumori testa-collo comprendono tutte quelle forme che originano nella regione della testa o del collo, ad eccezione di occhi, cervello, orecchie ed esofago. Costituiscono una famiglia di tumori molto eterogenea che rende ciascun gruppo di fatto raro perché meritevole di approcci diagnostici e terapeutici molto diversi fra loro. Qualche dato. Nel sesso maschile nella fascia d’età tra 50 e 69 anni sono la quinta neoplasia più frequente e la settima più comune in Europa. Nel nostro Paese, nel 2017 sono attesi circa 9.400 nuovi casi di tumori testa-collo, 7.200 tra gli uomini e 2.200 tra le donne. I fattori di rischio che accomunano tutti i tumori del distretto testa-collo sono l’alcol e il fumo, che causano almeno il 75% di tutti i casi. La miglior prevenzione è l’astensione da alcol e fumo, anche perché i soggetti colpiti da questi tumori possono sviluppare anche seconde neoplasie a causa della prolungata esposizione a questi fattori di rischio. In aumento, con 1900 nuovi casi, sono soprattutto i tumori testa-collo correlati all’HPV e in particolari quelli dell’orofaringe. I pazienti con tumore correlato all’HPV sono generalmente più giovani, in buona salute, e possono anche non essere fumatori o bevitori.
«I tumori testa collo sono ancora una malattia mortale e il 40% dei pazienti non supera i cinque anni di vita. Per questo, bisogna puntare sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce perché solo se la malattia è individuata in fase precoce aumentano le probabilità di guarire e oggi ancora troppi pazienti arrivano alla diagnosi in una fase avanzata – spiega Lisa Licitra, Direttore della Struttura Complessa Oncologia Medica 3 “Tumori Testa-Collo” dell’INT – I trattamenti chirurgici, radioterapici e farmacologici sono ad oggi ancora molto intensivi e aggressivi. Essi tutti insieme o in varie combinazioni servono per aumentare la probabilità di cura, ma generano una tossicità che impatta in modo significativo sulla qualità di vita. Il nostro obiettivo è quello di migliorare le capacità di previsione del risultato delle cure in modo da personalizzare le scelte di terapia sulla base delle effettive necessità. In questo modo pensiamo di migliorare l’appropriatezza delle cure, per limitarne l’impatto sul paziente. Per questo, serve un approccio multidisciplinare a tutti i livelli. Da una parte, come per gli altri tumori rari, è fondamentale la condivisione dei casi tra gli specialisti, costosa in termini di tempo, ma cruciale perché garantisce una visione unitaria del paziente. Dall’altra, gli investimenti nelle varie aree di ricerca devono essere frutto di una concertazione e l’innovazione deve essere garantita in modo omogeneo nelle tre discipline chiave per i tumori del distretto testa collo: la chirurgia, la radioterapia e l’oncologia medica. Infine, siamo molto riconoscenti che parte della cifra donata oggi all’Istituto Nazionale dei Tumori da Conad e dai suoi consumatori venga destinata proprio alla ricerca su questi tumori: è un importante riconoscimento per l’attività svolta dal nostro Istituto e per tutti i pazienti, per i quali ogni supporto è speranza e vita».
«L’iniziativa promossa da Conad, a cui vanno i nostri ringraziamenti, prevede per il secondo anno consecutivo la vendita delle Stelle di Natale e la donazione di parte del ricavato al nostro Istituto. Si tratta di un’importante testimonianza di solidarietà – dice Enzo Lucchini, Presidente INT – È anche una dimostrazione che la fruttuosa collaborazione tra pubblico e privato, insieme ai consumatori, può costituire un’alleanza vincente nella lotta contro il cancro, in favore della scienza e, in ultima analisi, a tutto vantaggio del paziente».
«La ricerca è essenziale per la produzione di conoscenze tradotte in buoni percorsi di cura –sottolinea Giovanni Apolone, Direttore Scientifico INT – L’Istituto rappresenta un’eccellenza, riferimento nazionale e internazionale nella ricerca e cura anche dei tumori rari e in un contesto di progressiva riduzione dei fondi pubblici. È benvenuta e apprezzata qualunque iniziativa che ci sostenga e che ci permetta, come in questo caso, di raggiungere i cittadini e di comunicare con loro».
L’Istituto Nazionale dei Tumori coordina la Joint Action on Rare Cancers, l’azione europea sui tumori rari (JARC) di cui ha appena ospitato l’Assemblea Generale; è stato coordinatore del progetto Information network on rare cancers RARECARENet, finanziato dalla Commissione Europea – Direzione generale per la salute e i consumatori, ed è partner dell’iniziativa europea Rare Cancers Europe.
«Il nostro Istituto è da sempre un punto di riferimento per i tumori rari in Italia e in Europa. Grazie all’iniziativa del professor Paolo Casali, fin dal 1996 l’INT ha attivato uno scambio tra professionisti che si è evoluto nel tempo fino a diventare una rete strutturata a livello nazionale che vede proprio l’INT come coordinatore di alcune sue parti» – aggiunge Luigi Cajazzo, Direttore Generale INT. – Si tratta della Rete Tumori Rari, una collaborazione permanente tra centri oncologici su tutto il territorio nazionale, finalizzata al miglioramento dell’assistenza ai pazienti con tumori rari, attraverso la condivisione a distanza dei casi clinici, l’assimilazione della diagnosi e del trattamento secondo criteri comuni, il razionale accesso dei pazienti alle risorse di diagnosi e di cura».
«Un grande risultato che testimonia come, anche in uno scenario economico profondamente mutato, molti italiani fanno la propria parte nel costruire una società più moderna e più equa, in cui ogni cittadino abbia accesso alle cure più innovative» – dichiara Francesco Pugliese, Amministratore Delegato Conad. – «La ricerca in campo medico e scientifico è un ingrediente essenziale per garantire il diritto alla salute: un’impresa che voglia definirsi responsabile e crescere con la comunità in cui opera ha il dovere morale di contribuire a questo processo. È per queste ragioni che Conad ha deciso di affiancare l’Istituto Nazionale dei Tumori, punto di riferimento nazionale per tutti i malati oncologici e centro di eccellenza nel campo della ricerca, della cura e dell’assistenza».