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Chirurgia urologica: nuovo metodo innovativo all’Aoup

Tre pazienti sono stati operati con successo dall’equipe chirurgica dell’unità operativa Urologia 1 dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, diretta dal professor Riccardo Bartoletti, utilizzando un innovativo metodo che ha risolto i loro problemi urinari.
I problemi erano nati a causa di precedenti interventi chirurgici per tumore alla prostata, cui erano seguiti tentativi, rivelatesi non risolutivi, di ripristinare la funzione urinaria: un paziente era stato addirittura sottoposto a sei operazioni che non avevano dato frutti.

Ciò era dovuto alla presenza di una cicatrice fibrosa, collocata tra l’uretra e la vescica, che restringeva il canale urinario. La nuova metodica – una combinazione fra tecnica chirurgica tradizionale e chirurgia robotica – ha consentito una dissezione dei tessuti delicata e attenta riducendo in modo consistente il rischio di complicanze postoperatorie e soprattutto consentendo la completa rimozione della cicatrice.

Gli interventi sono stati guidati dal dottor Girolamo Morelli per la chirurgia perineale e dal professor Riccardo Bartoletti per la chirurgia robotica, mentre il personale sanitario era quello del Centro di Chirurgia robotica, diretto dalla professoressa Franca Melfi.
“Questa è la prima serie di pazienti al mondo trattati con questa metodica” – affermano all’unisono i due chirurghi – “utilizzata finora solo su un paziente alla Weill Cornell University di New York, ma poi abbandonata per le difficoltà tecniche che comporta”.
Il professor Bartoletti annuncia che sono “in programma una serie di altre innovazioni terapeutiche di chirurgia robotica e mininvasiva anche per altre patologie di rilievo: queste metodiche innovative consentiranno ai pazienti di alleviare molti problemi in tempi rapidi e con maggiori probabilità di successo rispetto agli approcci tradizionali. Siamo stati i primi al mondo a estendere questa metodica a una serie di pazienti e continueremo a farlo dal momento che essa consente di risolvere con successo casi clinici estremamente complessi. Su uno dei pazienti trattati – prosegue Bartoletti – è stato effettuato anche l’impianto concomitante di uno sfintere artificiale con tecnica robotica, al fine di garantire non solo un immediato recupero ma anche una perfetta continenza urinaria postoperatoria. Quest’ultima procedura viene abitualmente effettuata in tempi dilazionati e richiede un nuovo ricovero e una nuova anestesia. Noi abbiamo fatto in modo che il paziente riuscisse a ottenere un ottimo risultato finale con una sola procedura chirurgica”.

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