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Chirurgia pediatrica dei piedi piatti: le nuove viti in materiale riassorbibile facilitano le fasi di guarigione

Una delle problematiche di grande osservazione e che crea non poche preoccupazioni ai genitori è il piede piatto flessibile dei bambini.
Tutti i bambini fino a 5-6 anni presentano un piede piatto, ossia con l’assenza delle fisiologiche curve della pianta del piede. E’ un fatto naturale e legato all’immaturità del sistema muscolo-scheletrico del bambino che di solito si corregge durante la crescita.
Se fra i dieci e tredici anni il piede è ancora piatto, occorre però una valutazione precisa per decidere se sia opportuno intervenire con un intervento chirurgico che di solito è necessario se il bambino ha dolore nell’appoggio e assume una posizione scorretta. Intervenire in giovane età è fondamentale per evitare di doversi operare da adulti con maggiori problemi e risultati inferiori.
La tecnica operatoria più utilizzata consiste nell’inserimento di una vite sotto il calcagno con una microincisione, per impedire lo scivolamento del calcagno e il cedimento dell’arcata plantare. L’intervento è una procedura molto semplice: dura, infatti, appena 10 minuti e il bambino può tornare a camminare dopo pochi giorni.
La chirurgia pediatrica dei piedi piatti può vantare ora anche di una grande innovazione che ha portato enormi vantaggi per la guarigione efficace e più rapida del bambino, riducendo le preoccupazioni dei genitori.
Il vantaggio è dato dal nuovo materiale, chiamato PLLA, ossia un copolimero riassorbibile che ha una resistenza relativamente elevata e una velocità di degrado e riassorbimento appropriate per la maggior parte delle applicazioni muscolo scheletriche, con particolare utilizzo nella chirurgia pediatrica.
In Italia, solo un’azienda possiede le tecnologie adeguate per lavorare tale materiale e creare medical devices destinati ai vari settori chirurgici. Si tratta di Leghe Leggere Lavorate, prima azienda italiana specializzata nella produzione di componentistica per la chirurgia ortopedica e l’implantologia dentale.
“Per molti anni, gli impianti riassorbibili hanno provato clinicamente numerosi vantaggi” racconta Davide Pizzamiglio, CEO di Leghe Leggere Lavorate. “Il primo aspetto favorevole riguarda l’agevolazione del consolidamento osseo in fase di guarigione. Inoltre, i prodotti in materiale PLLA eliminano la necessità di rimozione del mezzo di sintesi e la distorsione conseguente al materiale metallico nell’indagine con risonanza magnetica. Infine evitano il rilascio di ioni metallici nei tessuti ossei”.
L’utilizzo di una vite riassorbile elimina la necessità di un secondo intervento dopo alcuni anni per rimuovere il device, il che è particolarmente vantaggioso quando gli attori dell’intervento sono dei bambini; per lo stesso motivo risulta vantaggioso a livello di sostenibilità economica.

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