Chiesi GRD: i nuovi dati sulle malattie da accumulo lisosomiale presentati al Simposio Annuale SSIEM 2022
Chiesi Global Rare Diseases ha annunciato una serie di presentazioni incentrate sulla ricerca e sul trattamento delle malattie da accumulo lisosomiale in occasione del Simposio Annuale della Society for the Study of Inborn Errors of Metabolism che si terrà a Friburgo, in Germania, dal 30 agosto al 2 settembre 2022.
Le presentazioni comprendono sei abstract con i dati del programma di sviluppo clinico che valuta la pegunigalsidase alfa (PRX-102), una terapia enzimatica sostitutiva (ERT) in fase di sperimentazione per il trattamento della malattia di Fabry; tre abstract dedicati all’alfa mannosidosi, all’interno dei quali sono stati riportati anche gli aggiornamenti del primo registro europeo di pazienti per questa malattia ultra-rara; infine, l’azienda ha promosso il Simposio, “What matters most? Improving care in LSDs“, coordinato dal Prof. Maurizio Scarpa, Direttore del Centro di riferimento regionale per le Malattie Rare dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine.
“L’approccio multidisciplinare e il dialogo medico-paziente rivestono un ruolo cruciale per fornire le soluzioni terapeutiche più adeguate e più personalizzate– ha dichiarato il Prof. Maurizio Scarpa – I pazienti con malattie da accumulo lisosomiale, seppur all’interno di una medesima diagnosi, sono molto eterogenei e possono convivere con condizioni completamente diverse gli uni dagli altri. Per questa ragione, favorire una costante comunicazione tra paziente e medico rappresenta uno dei modi migliori per capire quali siano ad esempio i sintomi impattanti e compromettenti per i pazienti o sostenere un approccio più olistico che includa la gestione delle condizioni associate, come il benessere psicologico e la mobilità compromessa. Solo così – conclude il Prof. Scarpa – potremo lavorare con una sempre maggiore specificità nell’ottica del conseguimento di risultati sempre più incisivi per migliorare la qualità di vita e il benessere delle persone con malattie di accumulo lisosomiale.
Oggi sono circa 350 milioni le persone che convivono con una malattia rara. Esistono più di 7.000 malattie rare conosciute, ma solo il 5% ha attualmente un trattamento approvato o una terapia sperimentale in fase di sviluppo. Chiesi Global Rare Diseases è nata nel 2020 per contribuire a portare nuove soluzioni innovative a questi pazienti e un supporto a chi se ne prende cura. Potendo trarre massima sinergia dalle risorse e dalle capacità del Gruppo Chiesi e della sua rete globale, la business unit lavora quotidianamente per lo sviluppo di farmaci innovativi e per mettere le esigenze dei pazienti al primo posto.
Il simposio promosso dall’azienda è dedicato al ruolo chiave del paziente come motore per favorire un approccio personalizzato e multidisciplinare di tipo diagnostico, terapeutico e sociale nel trattamento delle malattie da accumulo lisosomiale. Durante il Simposio, i principali opinion leader internazionali tra cui la Dott.ssa Uma Ramaswami, Pediatra specializzata nelle malattie metaboliche ereditarie presso il Royal Free Hospital di Londra; la Dott.ssa Nathalie Guffon, Responsabile per le Malattie Metaboliche presso il Femme Mère Enfant Hospital di Lione e il Dott. Patricio Ricardo da Terra Aguiar, medico specializzato in malattie metaboliche ereditarie presso Lisbon North Hospital Center, hanno illustrato l’importanza della centralità del paziente e dell’ascolto, un momento fondamentale per la scelta della terapia più appropriata in base alle specifiche esigenze, ma anche per una valutazione degli effetti delle cure e dell’aderenza alla terapia.Durante l’evento sono state approfondite in particolare la malattia di Fabry e l’Alfa Mannosidosi, una patologia ultra rara per la quale non esiste ancora una letteratura scientifica di riferimento e su cui Chiesi Global Rare Diseases, insieme alla comunità scientifica, sta lavorando per costruirne la storia.
“Lavoriamo costantemente per promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti per le malattie rare e ultra-rare perché crediamo fermamente che aiutando i pazienti e loro famiglie possiamo fare la nostra parte nel generare un impatto positivo sull’intera società” ha affermato Giacomo Chiesi, Head of Chiesi Global Rare Diseases. “Poter favorire il confronto all’interno della comunità scientifica sull’importanza della centralità del paziente prima di tutto come persona, ci rende orgogliosi di essere qui oggi. Nel nostro DNA sentiamo forte la volontà di poter portare risposte a quei bisogni ancora insoddisfatti, come per la malattia di Fabry, e al contempo collaborare con medici e associazioni pazienti nel costruire insieme la storia di malattie ultra rare, come l’Alfa Mannosidosi, di cui ancora si conosce pochissimo.”
“Inoltre, in qualità di azienda certificata B-Corp, Chiesi è fortemente orientata a portare un contributo tangibile agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e in particolare, nel campo delle malattie rare, all’obiettivo che riguarda “salute per tutti a tutte le età” – ha aggiunto Giacomo Chiesi. “Per fare la propria parte nel raggiungimento di questo obiettivo, Chiesi Global Rare Diseases si impegna quotidianamente nel fornire ai pazienti soluzioni sicure ed efficaci che migliorino la loro qualità di vita e per rendere questi trattamenti accessibili a coloro che si trovano in condizioni difficili o che non possono accedere facilmente alle terapie.”
Al congresso sono stati presentati i risultati principali dello studio BRIGHT, dello studio BALANCE e dell’intero programma clinico della pegunigalsidase alfa, una nuova terapia enzimatica sostitutiva che può rappresentare una nuova importante opzione di trattamento per i pazienti adulti con Malattia di Fabry. I risultati della Fase III dello studio BRIGHT indicano che il trattamento con 2 mg/kg di PRX-102 somministrato per infusione endovenosa ogni quattro settimane per 52 settimane è risultato ben tollerato e che la malattia di Fabry è rimasta stabile durante l’intera durata dello studio. Per quanto riguarda lo studio pivotale di Fase III, BALANCE, è uno studio di controllo attivo, randomizzato, in doppio cieco, della durata di 24 mesi, condotto su pazienti adulti affetti da Fabry con deterioramento della funzionalità renale, volto a valutare la sicurezza e l’efficacia di 1 mg/kg di PRX 102 somministrato ogni due settimane rispetto all’agalsidasi beta. Lo studio ha arruolato 78 pazienti precedentemente trattati con agalsidasi beta per almeno un anno e ha raggiunto i criteri predefiniti di non inferiorità dell’endpoint primario della funzione renale in un confronto attivo testa a testa per quanto riguarda l’Intent to treat. Questi risultati principali hanno dimostrato che PRX-102 è paragonabile all’agalsidasi beta nel controllare il declino della funzionalità renale in soggetti adulti affetti dalla malattia di Fabry.
Velmanase Alfa, farmaco autorizzato dall’EMA nel 2018, è la prima terapia farmacologica per il trattamento dell’Alfa Mannosidosi, una malattia ultra-rara e severamente invalidante di origine genetica. Si tratta di una terapia di sostituzione enzimatica che mira a sostituire o supplementare l’alfa-mannosidasi naturale. Dal punto di vista clinico, Chiesi GRD e la comunità scientifica, stanno lavorando insieme per costruire un percorso diagnostico-terapeutico, che soddisfi i bisogni dei pazienti.
Nel corso del congresso SSIEM sono stati presentati per la prima volta i dati preliminari del registro SPARKLE, il primo registro europeo dedicato alla raccolta di dati di pratica clinica reale in pazienti con Alfa Mannosidosi. Sviluppato per raccogliere insight sulla storia naturale della malattia in pazienti affetti da AM indipendentemente dal trattamento. Il registro è attivo dal dicembre 2019 e fino ad oggi ha arruolato più di 50 pazienti in diverse nazioni europee. L’obiettivo è di raggiungere 100 pazienti per poter costruire in maniera sempre più puntuale la storia naturale della malattia.
Inoltre, sono stati presentati i dati di efficacia a lungo termine del trattamento con velmanase alfa nei pazienti affetti da alpha-mannosidosi, estratti dal registro francese Etoile Alpha. Si tratta dell’esperienza clinica più lunga ad oggi disponibile, in cui vengono elaborati dati di pazienti che hanno ricevuto il trattamento fino ad un massimo di 9,5 anni. Lo studio evidenzia non solo miglioramenti significativi nei parametri biochimici e nella funzionalità polmonare ma anche miglioramenti nella funzione motoria. Tali osservazioni corroborano l’evidenza di un effetto di miglior controllo delle manifestazioni cliniche dell’Alfa Mannosidosi e della stabilizzazione della malattia nel corso del tempo.
La malattia di Fabry è una malattia ereditaria legata al cromosoma X che deriva da una carenza di attività dell’enzima α-galattosidasi-A lisosomiale con conseguente accumulo progressivo di depositi anomali di una sostanza grassa chiamata globotriaosilceramide nelle pareti dei vasi sanguigni di tutto il corpo. La malattia di Fabry si manifesta in una persona su 40.000-60.000. I pazienti con malattia di Fabry ereditano una carenza di enzima α-galattosidasi-A, che normalmente è responsabile della degradazione del Gb3. I depositi anomali di Gb3 aumentano con il tempo accumulandosi principalmente nel sangue e nelle pareti dei vasi sanguigni. Le conseguenze finali del depositarsi di Gb3 vanno da episodi di dolore e compromissione della sensibilità periferica all’insufficienza d’organo terminale, in particolare dei reni, ma anche del cuore e del sistema cerebrovascolare.
L’alfa-mannosidosi è una malattia da accumulo lisosomiale che appartiene, più precisamente, al sottogruppo delle oligosaccaridosi. Si tratta di una patologia ereditaria, a trasmissione autosomica recessiva, dovuta a mutazione del gene MAN2B1. Questo specifico difetto genetico provoca una carenza dell’enzima alfa-mannosidasi lisosomiale, con un deposito dannoso e progressivo di oligosaccaridi (zuccheri) nelle cellule di tutto l’organismo. Le manifestazioni dell’alfa-mannosidosi variano da paziente a paziente, ma la malattia è essenzialmente caratterizzata da immunodeficienza, anomalie scheletriche, dismorfismi facciali, sordità neurosensoriale e deficit graduale delle funzioni mentali e del linguaggio. I disturbi motori correlati comprendono debolezza muscolare, anomalie osteo-articolari e atassia. Ulteriori sintomi includono idrocefalia, epatosplenomegalia e problemi oculari, renali e cardiaci. L’Alfa-Mannosidosi colpisce circa un neonato ogni 500.000.
Pegunigalsidase alfa è una versione stabilizzata sperimentale, espressa in coltura cellulare vegetale e chimicamente modificata dell’enzima α‐galattosidasi-A ricombinante. Si tratta di una nuova terapia enzimatica sostitutiva PEGilata sviluppata per il trattamento della malattia di Fabry. Le sub-unità proteiche dell’enzima ricombinante sono legate in modo covalente con frazioni di PEG brevi, dando luogo a una molecola con un migliore profilo farmacocinetico. Negli studi clinici, è stato osservato che PRX‐102 ha un’emivita circolatoria di circa 80 ore. Protalix Ltd., in collaborazione con Chiesi, ha progettato PRX‐102 per potenzialmente colmare i continui bisogni clinici insoddisfatti dei pazienti con malattia di Fabry.
Il principio attivo velmanase alfa fa parte di un gruppo di medicinali denominati terapie enzimatiche sostitutive ed è la prima terapia farmacologica per il trattamento dell’Alfa Mannosidosi, una malattia ultra-rara e severamente invalidante di origine genetica causata dall’assenza o dal cattivo funzionamento dell’alfa-mannosidasi, un enzima coinvolto nella scomposizione cellulare delle glicoproteine. Il principio attivo velmanase alfa è una forma ricombinante della proteina umana alfa-mannosidasi. Velmanase Alfa è una terapia di sostituzione enzimatica che mira a sostituire o supplementare l’alfa-mannosidasi naturale, un enzima che partecipa alla degradazione degli oligosaccaridi ricchi in mannosio e, pertanto, previene il loro accumulo in vari tessuti corporei.