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Cerimonia di premiazione del Bando “Fondazione Roche per la ricerca indipendente”

Il sostegno alla ricerca, oggi più che mai, deve essere la priorità per il nostro Paese, perché come si è visto in questi quasi due anni di pandemia la ricerca e la scienza sono le uniche armi per portare avanti una vera ripresa e rendere il sistema salute sostenibile ed equamente accessibile.

Visione totalmente condivisa da Fondazione Roche che conferma l’impegno nel sostenere la ricerca indipendente e nel valorizzare il lavoro dei giovani ricercatori italiani, premiando con un finanziamento di euro 400mila gli 8 ricercatori under 40 vincitori della quinta edizione del bando “Fondazione Roche per la ricerca indipendente” e lanciando la nuova edizione. I progetti vincitori, selezionati e valutati dal prestigioso partner Springer Nature e annunciati in Fondazione Giangiacomo Feltrinelli durante la cerimonia presentata da Laura Chimenti, ambiscono a migliorare la salute e il benessere dei pazienti in diverse aree ad alto bisogno.

Dal suo lancio ad oggi sono stati stanziati oltre 3 milioni di euro, ottenendo un crescente successo di pubblico: sono stati più di 2.000 i progetti presentati e 48 quelli finora finanziati. I ricercatori vincitori premiati, 6 ricercatrici e 2 ricercatori under 40, provengono da differenti istituti di ricerca italiani: Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia, Fondazione Italiana Linfomi Onlus, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, Università del Piemonte Orientale, IRCCS Fondazione Mondino, Università degli Studi di Firenzee Università degli Studi di Milano.I vincitori si sono aggiudicati un finanziamento di 50.000 euro ciascuno per la realizzazione del proprio progetto in: oncologia, ematologia oncologica, malattie della coagulazione ereditarie, neuroscienze, reumatologia, malattie respiratorie, SARS-COV2 e rapporto medico-paziente.

Convinta che la promozione della collaborazione tra pubblico e privato sia in grado di fare la differenza per un approccio alla terapia medica sempre più personalizzato, la Fondazione ha confermato anche per l’edizione 2021 il finanziamento di altri 8 progetti di ricerca con grant del valore di 50 mila euro ciascuno, prevedendo però una revisione delle aree terapeutiche: alle tradizionali aree di oncologia, ematologia oncologica, neuroscienze, malattie ereditarie della coagulazione e SARS-COV2, si aggiungono due premi speciali, trasversali alle sei aree del bando e  dedicati a temi di grandi attualità, quali digitalhealth e medicina personalizzata.

Il progetto conferma l’impegno annunciato con il programma “La Roche che vorrei” che mira a garantire la massima trasparenza nell’interazione e nella collaborazione con la classe medica, le strutture ospedaliere e gli enti di ricerca, la Fondazione continua a garantire anche quest’anno l’imparzialità e la terzietà nel processo di valutazione e selezione dei progetti grazie alla collaborazione con il partner internazionale Springer Nature, leader nel mondo della ricerca e dell’educazione scientifica.

Come in passato, anche per la nuova edizione i progetti potranno essere promossi esclusivamente da Enti pubblici o privati italiani, senza scopo di lucro, e da IRCCS. Sarà possibile candidare i progetti in lingua inglese direttamente sul sito www.rocheperlaricerca.it da domani, 11 novembre, fino al prossimo 11 febbraio 2022. Si conferma l’attenzione verso i giovani, per cui è previsto che il responsabile del Progetto di Ricerca (PI, Principal Investigator) debba avere un’età inferiore a 40 anni. Anche quest’anno Fondazione Roche ha deciso di lasciare l’esclusiva titolarità di ogni invenzione o diritto generato nell’ambito del progetto di ricerca agli enti partecipanti, a conferma della volontà di sostenere la ricerca indipendente.

“La ricerca indipendente in Italia è da sempre al centro delle attività di Fondazione Roche – introduce Mariapia Garavaglia, Presidente di Fondazione Roche – perché siamo certi che tenerla viva sia un valore enorme per il sistema salute. Oggi più che mai abbiamo bisogno della scienza per la ripresa del Paese, ma anche per continuare a cercare risposte in grado di migliorare la vita dei pazienti in tutti gli ambiti terapeutici. Bisogna quindi investire sui giovani ricercatori, creando percorsi formativi per coltivare i talenti nel nostro Paese e per contribuire allo sviluppo economico”.

“Springer Nature sa che la competizione per i finanziamenti è feroce, in particolare tra i ricercatori all’inizio della carriera. Ringraziamo vivamente la Fondazione Roche per l’impegno e gli investimenti continui nella ricerca indipendente in Italia – afferma Richard Hughes, Vice President, Publishing, Nature ResearchPartnershipsSpringer Nature –grazie ai quali abbiamo ancora una volta il privilegio e la responsabilità di valutare le proposte di ricerca che arriveranno grazie al lancio della sesta edizione del Bando. Attendiamo con ansia le nuove idee”.

La cerimonia di premiazione della quinta edizione è stata anche l’occasione per celebrare l’anniversario dei 125 anni del Gruppo Roche, raccontati attraverso le tappe delle principali scoperte scientifiche in una mostra allestita in Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, uno dei maggiori centri europei di documentazione e di ricerca che da oltre 70 anni è un punto di riferimento per fare cultura con la storia, le idee, la partecipazione. 

Questi i progetti vincitori dell’edizione 2020:

Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia: Tamara Fernandez CabadaOncology “A new way to avoid side effects and treat efficiently glioblastoma, exploiting the combination of magnetic hyperthermia and differentiation therapy”.
È un progetto che si propone di studiare la possibilità di utilizzare la terapia combinata per il trattamento del glioblastoma umano, in particolare eliminando le cellule staminali tumorali responsabili della recidiva e dell’aggressività del glioblastoma. A tal fine, abbiamo proposto di combinare l’ipertermia magnetica con terapie di differenziazione cellulare, terapie alternative che eviterebbero gli effetti collaterali, rendendo le cellule staminali tumorali più sensibili agli aumenti di temperatura e facilitando la loro eliminazione.

Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia: Valentina CastagnolaNeuroscience “Phage-based nanotools for targeted neural stimulation in neurodegenerative diseases”.
L’idea alla base del progetto NeuroTarget è quella di impiegare dei nanorobot biologici capaci di attraversare lo scudo della barriera ematoencefalica e raggiungere specifici neuroni bersaglio. Simili ad un treno merci, questi vettori saranno caricati con nanoparticelle funzionali in grado di convertire un segnale luminoso remoto in un segnale elettrico. La combinazione di questi due componenti darà origine a dei sistemi ibridi che potranno raggiungere un neurone denervato ed integrare la perdita di funzione, stimolandolo tramite impulsi luminosi remoti.  La possibilità di modulare l’attività neuronale in modo non invasivo attraverso la stimolazione wireless ad alta risoluzione temporale/spaziale e con capacità di indirizzarsi a specifiche aree del cervello rappresenterà un progresso tecnologico applicabile a una vasta gamma di malattie neurodegenerative.

Università degli Studi di Milano: Dario MonzaniDoctor-patient “The DECISION project: similarity and synchrony in Doctor-patiEntCommunIcation and Shared ecision-makiNg”.
La comunicazione medico-paziente è un aspetto fondamentale e importante nel processo di cura, con ricadute immediate sia per i pazienti oncologici che per i professionisti coinvolti. DECISION ha l’obiettivo di approfondire la nostra conoscenza di questo processo analizzando, in particolare, una delle sue componenti: la sincronia verbale, cioè la similarità nello stile con cui si parla, che si stabilisce naturalmente quando medico e paziente parlano tra loro. La sincronia sarà studiata utilizzando una metodologia innovativa, oggettiva e affidabile, che permetterà di valutare il legame esistente con il processo di decisione e con l’esperienza di cura dei pazienti. Ciò consentirà di avere una prospettiva nuova, per ottimizzare i processi decisionali e migliorare la qualità di vita dei pazienti oncologici.

IRCCS Fondazione Mondino: Livio ProvenziCovid-19 “Measuring the Outcomes of Maternal COVID-19-related Pre-natal Exposure”.
“Measuring the Outcomes of Maternal COVID-19-related Prenatal Exposures” è un progetto longitudinale multi-centrico che mira a raccogliere dati relativi all’impatto dello stress da pandemia in un periodo sensibile come la gravidanza. Il progetto prevede un’ibridazione virtuosa tra approccio psicologico-comportamentale e indagine epigenetica. Infatti, oltre a raccogliere misure di outcome relative al benessere materno-infantile dalla nascita ai primi dodici mesi di vita, saranno anche ottenute misure della regolazione epigenetica che lo stress prenatale può avere indotto nella madre e nel neonato. Il progetto MOM-COPE, lanciato presso IRCCS Fondazione Mondino di Pavia coinvolge dieci neonatologie del Nord Italia ed è al momento in corso. I risultati finora raccolti suggeriscono la presenza di un aumentato rischio per il benessere materno-infantile durante i mesi dell’emergenza sanitaria e mostrano come alcuni di questi esiti siano associati a modificazioni dello status di metilazione di geni coinvolti nella regolazione dello stress.

Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS: Elena RomanoHereditary Clotting “Cell-based system as a new therapeutic approach for Congenital Thrombotic Thrombocytopenic Purpura”.
Il progetto “CELL-BASED SYSTEM AS A NEW THERAPEUTIC APPROACH FOR CONGENITALTHROMBOTIC THROMBOCYTOPENIC PURPURA” si propone di sviluppare un nuovo approccio terapeutico per la forma congenita della porpora trombotica trombocitopenica, una malattia del sangue estremamente rara caratterizzata dalla formazione di trombi nella microcircolazione causando potenziali gravi danni a carico di organi vitali come cuore, cervello e rene. La forma genetica della patologia è dovuta a mutazioni nel gene che codifica per la proteina ADAMTS13 che viene prodotta dalle cellule del fegato ed è implicata nel processo di coagulazione del sangue. Il progetto prevede la generazione di cellule staminali pluripotenti indotte ipoimmunogeniche, ovvero invisibili al sistema immunitario del paziente. Le cellule ipo-iPSC verranno indotte a diventare epatociti, cellule stellate e cellule endoteliali e con queste cellule genereremo un mini-fegato in laboratorio. La nostra ipotesi è che questi tessuti, una volta trapiantati, siano in grado di rilasciare in circolo livelli terapeutici di proteina ADAMTS13 funzionante, proteggendo il paziente da eventuali ricadute.

Università del Piemonte Orientale: Maria TalmonRespiratory Diseases “SNPs of bitter taste receptors as predictive marker of asthma in children”.
L’obiettivo di questo progetto è identificare nei pazienti asmatici pediatrici dei polimorfismi nelle sequenze geniche di due sottotipi recettoriali del gusto per l’amaro e cercare la possibile correlazione con la predisposizione all’insorgenza dell’asma e alla risposta ai farmaci. È stato infatti dimostrato che i recettori per il gusto dell’amaro non sono presenti solo nella cavità orale, ma anche in sedi ectopiche, tra cui le vie aeree. Recentemente ne abbiamo dimostrato l’attività antiinfiammatoria nell’epitelio delle basse vie aeree e di mediatore della broncodilatazione nelle cellule muscolari lisce del polmone. Identificare e correlare polimorfismi con la predisposizione all’asma permetterebbe sia di validare i recettori dell’amaro come nuovi target farmacologici, sia identificare dei marker caratterizzanti una popolazione maggiormente predisposta alla malattia.

Università degli Studi di Firenze: Francesca TorriniRheumatology “Biocompatible Molecularly Imprinted polymers as alternative to antibodies-based therapy for Rheumatoid Arthritis treatment”.
L’obiettivo del progetto è quello di valutare per la prima volta l’utilizzo dei polimeri a stampo molecolare, come alternativa alla classica immunoterapia con anticorpi, nel trattamento dell’artrite reumatoide. I MIP sfruttano la polimerizzazione del monomero intorno alla molecola target, la quale viene poi rimossa, creando delle cavità tridimensionali in grado di legare nuovamente e selettivamente il target. I MIP possono essere considerati “anticorpi biomimetici”, costituiti da materie prime naturali, a basso costo, biocompatibili e biodegradabili, in grado di riconoscere selettivamente i target biologici, in questo caso rappresentati dalle principali citochine e recettori coinvolti nei processi patologici dell’artrite reumatoide. Rispetto ai classici anticorpi, i MIP sono inoltre caratterizzati da una maggiore facilità di preparazione, maggiore stabilità, e non rischiano di indurre reazioni immunitarie non volute, in quanto costituiti da materiali biocompatibili ed inerti.    

Fondazione Italiana Linfomi Onlus: Maria Carmela VeglianteHaemato-oncology “Modulating Liver X Receptors in tumor-infiltrating macrophages to develop new therapeutic strategies in Diffuse Large B-cell Lymphoma”.
Il gruppo di ricercastudierà la componente non maligna che circonda il tumore e che può giocare un ruolo importante nella progressione della malattia. L’obiettivo principale del progetto sarà la caratterizzazione del ruolo dei recettori nucleari “LXR”, in particolare dell’isoforma α, in una specifica popolazione immunitaria del microambiente tumorale, i macrofagi, che a seconda di stimoli esterni possono agire da alleati o nemici del tumore.    
L’originalità dell’ipotesi alla base del progetto premiato consiste nell’esistenza di una significativa diversità tra i pazienti al momento della diagnosi, legata alla componente immunitaria della malattia e indipendente da quella tumorale. Le sottopopolazioni immunitarie, infatti, potrebbero condividere caratteristiche fenotipiche simili, ma differire nella loro funzione, influenzando la sopravvivenza dei pazienti. Quest’ultimo aspetto può aprire scenari terapeutici innovativi finora inesplorati.

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